
Tutto ha origine il 4 settembre 1996. L’Atlantic Sporting Center, assieme ai tecnici della Federazione italiana squash, chiede al Comune se c’è la possibilità di installare un campo mobile dietro la palestra e destinarlo alla pratica dello squash. Nessun problema. Viene quindi predisposta la domanda per l’autorizzazione temporanea di un anno. Dopo 90 giorni dal Comune non arriva alcuna osservazione. Scatta il meccanismo del silenzio-assenso e Furlanis comincia a installare la palestra "mobile", una struttura che non è fissa al suolo e per la quale investe 50 milioni di lire. Avvia i lavori, ma quando lo scheletro dell’impianto è realizzato, i vigili urbani intimano di bloccare tutto perchè la struttura non è prevista dal Piano regolatore (peraltro scaduto).
Furlanis fa ricorso al Tar di Trieste affinchè si pronunci sulla sospensione dei lavori e la rimozione delle opere edili. Contemporaneamente gli viene notificato un decreto penale di condanna per lavori edilizi realizzati senza concessione: a 6,7 milioni di lire ammonta l’ammenda pagata da ciascuno dei soci dell’Atlantic. A febbraio 1999 il Tar gli dà ragione e condanna il Comune di Spilimbergo a rimborsare le spese giudiziali quantificandole in 5 milioni di lire. Non è finita. Il Comune resiste. Fa ricorso al Consiglio di Stato e lo perde. «Ci sono voluti 14 anni per ottenere la sentenza - spiega Furlanis - Ho speso 20 mila euro di avvocato, non so quanti viaggi a Roma per cercare uno studio legale e lo stesso fascicolo processuale, che era sparito. Adesso, dopo 14 anni, al Comune manca solo di andare da sua Santità a Roma...».
Il Gazzettino
Nessun commento:
Posta un commento