sabato 19 novembre 2011

Pordenone, i vestiti per la Caritas finivano al mercato


Solidarietà tradita. La Tesmapri spa di Montemurlo di Prato, leader in Europa della raccolta di indumenti usati attraverso i cassonetti gialli della Caritas, è sotto inchiesta per un presunto traffico illecito di rifiuti. Avrebbe destinato i vestiti raccolti direttamente ai mercati dell’usato, simulando trattamenti di cernita o di igienizzazione mai avvenuti e guadagnando decine di milioni di euro. Tutto ciò all’insaputa dei gestori della raccolta di stracci e indumenti realizzata da associazioni no profit (ne sono state censite 55 in tutta Italia). In provincia di Pordenone a svuotare i cassonetti e stoccare i rifiuti tessili per conto della Tesmapri è, con l’avvallo della Caritas, la Karpòs onlus di Porcia. L’anno scorso nei 21 raccoglitori presenti da Aviano a San Vito sono finiti 2.340 chili tra vestiti e scarpe. «Le associazioni - spiegano i carabinieri - erano all’oscuro del traffico di indumenti usati. I ricavi della raccolta sono stati regolarmente destinati ai propri scopi statutari».
      Il meccanismo si sarebbe inceppato a Prato, dove i vestiti della solidarietà non sarebbero mai arrivati, ma finivano direttamente in Campania o in Slovacchia senza alcun trattamento. I carabinieri del Noe di Firenze, guidati dal capitano Mario Ferri, ieri mattina hanno eseguito sei misure cautelari per imprenditori e trasportatori. Agli arresti domiciliari sono finiti Aldo Ugolini e la figlia Federica, titolare della Tesmapri; l’imprenditore campano Antonio Bronzino, il cognato Pasquale Fiorello, il trevigiano Edoardo Amerini e l’imprenditore friulano Gianni Moretti di Manzano, titolare delle società di trasporto Elleti e Traveller.
      Secondo la ricostruzione dei carabinieri, la base operativa del traffico era a Montemurlo. La Tesmapri avrebbe falsificato documenti per certificare il passaggio dei vestiti nel proprio stabilimento. In realtà i camion scaricavano in ditte campane non autorizzate a trattare rifiuti e che dopo una sommaria cernita smistavano gli indumenti migliori ai commercianti dell’usato attraverso la ditta Enzo Srl che fa capo a Bronzino. Gli stracci li bruciavano per strada. Ad assicurare il trasporto illecito sarebbe stato l’imprenditore di Manzano, a cui ieri sono stati sequestrati i camion.
      Il business? Enorme. Acquistavano gli indumenti a 10 centesimi al chilo e li rivendevano ai commercianti a 40 risparmiando sulle spese di trattamento. Sostenevano solo quelle di trasporto, quantificate dal Noe in 2/3 centesimi al chilo. In quattro mesi di osservazione, i militari hanno annotato 120 trasporti illeciti verso la Campania e documentato la movimentazione di milioni di chilogrammi di indumenti usati. È stato calcolato che nel 2010 la Tesmapri avrebbe raccolto 26 milioni di tonnellate di vestiti per un giro di affari di decine di milioni di euro.
Il Gazzettino

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