domenica 13 novembre 2011

La Regione FVG blocca i 370 milioni di euro da versare a Roma

La giunta decide di congelare la quota da devolvere a Roma per il federalismo fiscale: «Non possiamo pagare solo noi»


di Marco Ballico
TRIESTE La Regione “congela” la quota da devolvere al federalismo fiscale. Un gruzzolo non da poco: 370 milioni di euro che già un anno fa Trieste spedì a Roma. La decisione di riverificare le condizioni di un uguale contributo allo Stato anche sul bilancio 2012 è della giunta regionale su proposta dell’assessore competente, Sandra Savino. Ci sono ancora troppe partite aperte per chiudere un occhio un’altra volta. E allora sull’asse Tondo-Savino la Regione sceglie la strada di non regalare nulla a Roma, fino a che tutte le altre Regioni, in larga parte latitanti, si allineeranno. Nella capitale siamo al cambio della guardia. Prevalga la linea tecnica del governo Monti o si ritorni in fretta e furia alle urne, Giulio Tremonti non ci sarà più. E chissà che fine farà la madre delle riforme leghiste, il federalismo fiscale ancora lontano dal decollo. Con queste premesse, la giunta Tondo cambia direzione. A sorpresa, certo, ma dopo molte sollecitazioni.

È stata l’opposizione, a più riprese, a denunciare la partita persa dei 370 milioni in cambio di una non meglio definita autonomia fiscale. Ma anche all’interno della maggioranza, soprattutto in tempi di caccia al prestito per la terza corsia, crisi a parte, si sono sollevate più voci sulla necessità di riaprire la trattativa su quel capitolo. L’ultima, quella di Daniele Galasso. Il capogruppo del Pdl, non più tardi di sabato scorso, aveva denunciato i maxi-tagli romani sulle leggi di settore, citando in particolare i 35 milioni venuti a mancare sugli investimenti per le opere di difesa idraulica e i 12 milioni in meno sul Fondo statale dell’autonomia possibile. Con sintesi molto concreta, Galasso chiedeva: «Perché dobbiamo continuare a versare allo Stato 370 milioni per il federalismo fiscale?». Ed ecco che, l’altra sera a Paluzza, Savino infila nel testo della manovra approvata dai colleghi la norma che mette in congelatore la posta da 370 milioni. E lo fa, spiega la giunta, «in attesa che anche le altre Regioni a Statuto speciale e quelle ordinarie siano chiamate a un analogo impegno». Insomma, noi abbiamo già dato, il resto si vedrà. «Viste tutte le norme, le firme, gli accordi – spiega l’assessore alle Finanze –, assieme al presidente abbiamo sviluppato questa iniziativa. Ci pare che sin qui i patti siano stati rispettati solo da alcune Regioni, attendiamo le altre». Il riferimento è all’accordo sottoscritto il 29 ottobre 2010 a Roma tra il presidente Tondo e il ministro Tremonti, poi recepito in legge, con il quale la Regione, a fronte del riconoscimento delle compartecipazioni sulle pensioni Inps riscosse sul territorio del Friuli Venezia Giulia, si impegnava a versare 370 milioni di euro all’anno come contributo di solidarietà nel quadro del federalismo fiscale. Ma da allora, sottolinea la Regione, è cambiato lo scenario. L’attuazione dell’articolo 119 della Costituzione sul federalismo sta segnando il passo.

E solo le Province autonome di Trento e Bolzano e la Valle d’Aosta, assieme al Friuli Venezia Giulia, hanno finora sottoscritto intese per il contributo di solidarietà. In attesa di certezze sull’entrata in vigore della riforma, la giunta “congela” dunque quella cifra (si tratta concretamente di 200 milioni, il saldo tra i 370 milioni di contributo e la quota di arretrati sulle pensioni Inps prevista nel 2012 (170 milioni) che lo Stato si è impegnato a versare alla Regione sempre nell’accordo dell’ottobre del 2010. È una ribellione che segue la decisione, nella stessa seduta di giunta di due giorni fa, di resistere ai rilievi costituzionali del governo sulla manovra estiva 2011. Tutto questo mentre si controlla che non ci siano altre sorprese.

Il contenimento della spesa, altra certezza di Savino, sarà di 77 milioni di euro, non un centesimo di più. Almeno sul 2012. Il maxiemendamento di questi giorni, assicura l’assessore, «non è destinato a comportare riflessi sul quadro complessivo del bilancio di previsione in quanto, in fase di predisposizione, abbiamo effettuato stime adeguate sul concreto impatto delle manovre e abbiamo soprattutto dovuto tener conto dell’effetto cumulativo dei tagli già precedentemente imposti con il decreto legge 78/2010»

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