Un pedofilo seriale, che adescava le sue vittime su Facebook e altri social network, è stato arrestato all’alba di ieri dai carabinieri della Compagnia di Spilimbergo.
I militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Piera Binotto su richiesta del sostituto procuratore Annita Sorti. L’ipotesi di accusa è terribile: violenza sessuale aggravata e continuata ai danni di minorenni, tutti maschi. Alcuni sono bambini, altri sono adolescenti che l’uomo adescava sia in provincia di Pordenone sia in altre realtà extraprovinciali.
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Lavoratore autonomo, single e senza figli, l’uomo vive in Valcellina, dove ieri mattina i carabinieri hanno eseguito la misura cautelare e gli hanno perquisito l’abitazione e le pertinenze che sono nella sua disponibilità. Alla notifica del provvedimento del giudice per le indagini preliminari, l’indagato ha nominato come legale di fiducia l’avvocato Luca Donadon.
Viene descritto come il "classico insospettabile". Avrebbe invece avuto una doppia vita: il lavoratore e vicino di casa senza ombre sarebbe in realtà un pedofilo che ha rovinato la vita di molti bambini e ragazzini, vittime delle sue violenze inaudite, delle quali nemmeno il suo legale riesce a parlare. L’avvocato Donadon si è chiuso nel più assoluto riserbo in attesa di scegliere le strategie difensive più adeguate in vista dell’interrogatorio di garanzia che si terrà entro la settimana davanti al gip che ha firmato la custodia cautelare.
Il Gazzettino
PORDENONE - La rete web che diventa trappola. Sono in aumento la presenza in rete di pedofili: nei primi nove mesi del 2011 - secondo dati della Polizia postale - sono stati 39 gli arresti per pedofilia on line, con 685 denunce, 554 perquisizioni e oltre sedicimila monitoraggi. I profili che vengono inseriti su Facebook o su qualsiasi altro social network vengono analizzati con attenzione dagli adescatori che riescono a cogliere le debolezze di chi ha inserito il profilo. Statisticamente risulta che sette minori su dieci navigano in internet quotidianamente e che il tempo medio di utilizzo del computer è di oltre 50 minuti al giorno. Sei genitori sui dieci si dicono preoccupazione per i figli, temendo pedofilia, incontri pericolosi, pornografia.
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