lunedì 7 novembre 2011

Spilimbergo, i friulani nel fango di Genova


«Abbiamo saputo del pericolo e morti a pochi metri da casa grazie a mio fratello che vive a Spilimbergo che ci aggiornava di ciò che stava succedendo, internet e i telefoni cellulari hanno salvato molte vite». Giulia Martina, 19 anni, nonni friulani, studentessa universitaria con la passione per il canto, è ancora attonita. Ha visto la bomba d'acqua dalla finestra: «I pendii delle alture e le scale dei palazzi erano diventate cascate». Giulia è triste, la sua amica e coetanea è stata travolta dal Fereggiano ed è morta mentre il fratellino si è salvato. «I giovani del quartiere di Quezzi si sono uniti, tutti ci stiamo tirando su le maniche e armati chi di pala, chi di buon cuore stiamo offrendo soccorso». «Le comunicazioni telefoniche sono difficoltose - aggiunge- ma il primo nostro pensiero va all'acqua non potabile, speriamo che arrivino presto cisterne per prepare i pasti e dissetarsi».
Il fratello si chiama Daniele ed è lui che ha funzionato da collegamento con i tanti friulani residenti a Genova, raccogliendone anche le testimonianze. In via Fereggiano a Genova abitano infatti diverse famiglie emigrate negli anni passati in Liguria.
Vittorino Martina terrazziere in pensione, originario di Tauriano di Spilimbergo, negli anni '50 assieme ai fratelli si è trasferito a Genova per lavorare nell'edilizia ed edificare quei palazzi che vediamo nelle immagini di queste ore. Anche lui è uno dei simboli della comunità friulana di Genova, vive lungo la riva destra del Bisagno. «Non abbiamo danni, questa volta la furia delle acque si è scatenata lungo la riva sinistra del fiume dove un tempo c’erano orti, tanto che i fruttivendoli di Genova si chiamano "besagnini" proprio dal nome del torrente. Questa mattina ho camminato per le vie alluvionate, così come nel 1970 quando i morti furono decine, a colpirmi è la quantità di auto accartocciate l'una sull'altra, le moto e le vespe sepolte nel fango. Ho chiamato un amico Pierino anch'esso friulano che mi ha detto che nella sua zona nell'alta Val Bisagno le strade erano diventate fiumi». Dino Martina, figlio di friulani emigrati a Genova nel dopoguerra per costruire le case per gli stessi emigranti richiamati dal boom del triangolo industriale, vive con la famiglia nella zona alta della valle del Ferreggiano. «Molti appartamenti anche ai piani alti sono stati allagati essendo le case costruite negli anni '60 aderenti alle colline – da un lato si è al terzo piano e dietro al piano terra vista muraglione. Questa parte della città un tempo era la valle delle "bugaixe" le lavandaie che nei trogoli lavavano la biancheria per tutta la città. Ora i trogoli sono stati invasi dal fango e dalle acque del torrente».
Il Gazzettino

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