giovedì 13 ottobre 2011

Spilimbergo, tradito dal cuore muore al pascolo

Stroncato da un malore mentre con il decespugliatore stava sistemando dei rovi per poter portare al pascolo il gregge di pecore e capre. La vittima è il 64enne Giovanni Colledani, di Pielungo, un'istituzione nelle montagne a cavallo tra Val d'Arzino e Val Cosa. Il suo allevamento era rimasto uno degli ultimi della zona e la sua era attività particolarmente apprezzata. Era una sorta di ultimo baluardo della vallata, un guardiano della montagna, quella fatta di sacrifici e di sudore, ma dell'impagabile sensazione di essere immerso nella natura. Attorno alle 12 l'uomo stava lavorando in un podere, nella zona di Fratta, assieme alla moglie Patrizia, originaria di Clauzetto. Improvvisamente si è accasciato al suolo. La consorte ha provato a rianimarlo, prima di precipitarsi in una zona coperta dal segnale del telefonino. Nel frattempo, allertati dalle grida di aiuto, sul posto sono accorsi anche il figlio Denis e un amico, che hanno un'azienda che si occupa di manutenzione boschiva. Nonostante l'arrivo tempestivo dell'ambulanza, non c'è stato nulla da fare per Colledani. Per riportare la salma in paese, sono stati mobilitati i volontari del Soccorso alpino di Maniago. La squadra, dopo aver recuperato il corpo dell'allevatore, l’ha portata all’obitorio, a disposizione dell'autorità giudiziaria. La scomparsa di Colledani ha destato cordoglio nella vallata, dove lascia anche la figlia Moira. La famiglia era stata colpita da un grave lutto alcuni anni fa: nel 1999, a soli 19 anni, morì la figlia Sonia. «Con la scomparsa di Giovanni se ne va un pezzo della nostra montagna - ha commentato il sindaco di Clauzetto, Giuliano Cescutti, storico e profondo conoscitore dell'antropologia locale -. Era una persona per bene. Attaccata al paese con le unghie. Per questo, la sua perdita è ancora più significativa e dolorosa».
      Lorenzo Padovan per Il Gazzettino

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