mercoledì 12 ottobre 2011

Spilimbergo, Arca: parte un no ad alla superstrada per Gemona

«Il nostro obiettivo è far rivivere l'area pedemontana tra Sequals e Gemona, creando occasioni di vero sviluppo per le comunità che la abitano. Non crediamo che l'autostrada sia uno strumento utile per ottenere questo risultato, poiché ci priverebbe della nostra più importante risorsa: il territorio stesso». Contro la realizzazione della nuova Sequals-Gemona scende in campo il comitato Arca, composto da cittadini residenti a Spilimbergo, ma soprattutto nel territorio collinare e nelle vallate del Cosa e dell'Arzino. L'impegno incomincia con una serie di incontri pubblici sul territorio, che hanno lo scopo di informare la popolazione sui rischi dei lavori stradali che interesseranno tutta l'area. Primo appuntamento venerdì 14 ottobre alle 20.30 nella sala della Società operaia di Pinzano, dove si parlerà del progetto di raccordo autostradale Cimpello-Sequals-Gemona. «Un progetto - spiega Lucia D'Andrea, una dei componenti del comitato - poco pubblicizzato o minimizzato da alcune amministrazioni e spesso confuso con l'ormai storico progetto di continuazione della superstrada Cimpello-Sequals». Non è la superstrada, quindi, il loro obiettivo, ma l'autostrada. La differenza è sostanziale e consiste soprattutto nell'impatto sul territorio. «Non possiamo accettare un progetto che di fatto immola la nostra zona, e di conseguenza una buona parte del Friuli, alle superiori esigenze di collegamento per il Veneto e l'Austria. Il raccordo autostradale ci passerebbe sopra e devasterebbe i nostri paesi, senza degnarci della minima considerazione di uno svincolo tra Sequals e Osoppo. Evidentemente per i nostri amministratori regionali è strategico servire gli interessi economici di chi da noi vuole solo transitare alla svelta». Il pericolo, secondo Arca, è che possa ripetersi quanto accaduto nei paesi del Canale del Ferro e della Valcanale dopo la costruzione dell'autostrada: i paesi che prima erano serviti dalla statale, sono rimasti tagliati fuori dalle grandi correnti di traffico, con la conseguente chiusura di molte attività produttive.
      Claudio Romanzin per il Gazzettino

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