Dieci imprenditori truffati tra Friuli e Veneto, oltre 4 milioni di euro transitati, nel giro di due anni, nei conti correnti della Friulanova di Roveredo in Piano, società specializzata nel business del fotovoltaico. I committenti - soprattutto imprenditori agricoli - hanno firmato assegni a sei zeri, ma il cantiere si fermava alla fase progettuale o la ditta si limitava alla consegna dei profilati. «Inadempienze contrattuali», secondo i difensori dei quattro uomini finiti in manette sabato scorso. «Un’associazione per delinquere», secondo il pm Federico Facchin, il cui impianto accusatorio è stato convalidato dall’ordinanza di custodia cautelare del gip Alberto Rossi, eseguita nel movimentato episodio di sabato pomeriggio, quando Marco Polino, 35 anni, di Roveredo in Piano, ha minacciato di buttarsi dai camini della centrale termica dell’ospedale di Pordenone. Riguarda anche Massimiliano Straziuso, 40 anni, di Roveredo, Morris Pessotto, 35, residente a San Pietro di Feletto ma domiciliato a Sarmede, infine Massimo Tomasella, 40 anni, di Fontanafredda.
LE ACCUSE. All’ipotesi di associazione per delinquere finalizzata alle truffe si affianca il reato di bancarotta fraudolenta, contestato prima ancora che il Tribunale sentenziasse il crac, avvenuto la vigilia degli arresti. Il pm, infatti, si era affiancato all’istanza di fallimento presentata da uno dei truffati, un imprenditore di Pagnacco che investendo nel fotovoltaico avrebbe rimesso circa 2 milioni.
L’INDAGINE. Nasce da una denuncia di Polino, vittima di un’estorsione. È il 3 marzo scorso, quando l’imprenditore si rivolge ai carabinieri di Sacile denunciando due commercianti: un pugliese e un calabrese che lo avrebbero minacciato di morte per farsi riconsegnare 200mila euro in assegni. I due agiscono per conto di un imprenditore di Badia Polesine: ha versato un anticipo, ma non ha visto iniziare i lavori per l’impianto fotovoltaico. L’intervento dei carabinieri finisce con uno speronamento in A28 e sparatoria. I due vengono arrestati, ma dalle indagine emerge un’altra storia.
LE VITTIME. Versavano il 30% della spesa al momento della firma del preliminare. Chi ha usato assegni circolari non è riuscito a bloccare gli incassi. Si tratta di imprenditori di Zoppola, San Vito, Pagnacco, Montereale, Martellago, Pederobba, San Stino, Fossalta di Portogruaro, Badia Polesine e Modugno.
Il Gazzettino
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