Festival delle Canzoni funebri
per ricordare il caro estinto
A Rivignano nell'ambito della secolare Fiera dei Santi nasce una kermesse di carattere mondiale che comincerà il 23 ottobre. Il sindaco: collegamento ideale con chi non c’è più: pregheremo, poi sarà festa.
RIVIGNANO. Il 2 novembre del 1856 Ippolito Nievo, dopo aver soggiornato nel castello di Fratta, giunge su consiglio di alcuni amici a Rivignano per partecipare alla festa del giorno dei morti. Una festa, quella di Rivignano, così originale da essere conosciuta già allora in tutto il Friuli. La visita si rivelò per il Nievo come una sorta di folgorazione a tal punto che la ricordò in un capitolo del suo celebre romanzo storico-autobiografico “Le confessioni di un italiano”. Nievo ebbe cura di precisare che a quella sagra di Rivignano (oggi Antica Sagra dei Santi, in programma dalla sera del 23 ottobre alla notte del 6 novembre) «si balla, si balla tanto da perdere i sentimenti e le scarpe».
Già, si ballava, si rideva, si scherzava proprio nel giorni dei morti. Lo si faceva probabilmente per esorcizzare miserie, tragedie e morte. Lo si faceva – avrebbe sentenziato di lì a poco qualche dotto socio-psicologo – perchè Eros e Thanatos fanno parte dell’esistenza di ognuno di noi. Tuttavia, l’amministrazione comunale di Rivignano, anzichè scomodare fruste categorie socio-antropologiche, ha preferito affidarsi alla tradizione. Quella che, appunto, vuole che a Rivignano l’Antica Fiera dei Santi sia ormai da alcuni secoli anche un momento di festa, soprattutto il 2 novembre, giorno dedicato ai morti. Ma anche nei giorni precedenti non si scherza, con cene con delitto e notti da brivido... E così ha deciso di riproporre – udite, udite – il “Festival mondiale della canzone funebre”, andato già in scena nel 2003-2004 e posto poi in soffitta. Con un comunicato tra il serio e il faceto, il sindaco ha infatti comunicato che la partecipazione è libera e gratuita: «Ogni cantante potrà esibirsi con uno o più pezzi funebri nelle sezioni composizioni originali inedite e/o edite nella sezione cover». E non è ancora tutto. Per ogni partecipante il Comune di Rivignano offrirà: Per mangià e murì, cibo e bevande a volontà; un posto gratuito nel cimitero in un’apposita sezione per musicisti (ovvero tumulazione sotto terra, perchè i loculi hanno un prezzo, ndr); una ricca confezione omaggio con cibi locali e altro (ancora in via di definizione) con la probabile collaborazione degli sponsor tecnici; un premio ai vincitori di ogni sezione assegnato dal pubblico presente. Ed è chiaro infine – viene precisato nel comunicato dell’amministrazione comunale – che «il Festival si propone di sensibilizzare la Siae e l’Enpals per ottenere la totale esenzione per le canzoni eseguite ai funerali».
Sì, tutto vero, tutto concordato, tutto pianficato: parola di sindaco. «Abbiamo deciso – conferma il primo cittadino di Rivignano, Mario Anzil – di riproporre questo festival all’interno della Fiera dei Santi sulla scorta dell’esperienza già effettuata alcuni anni fa e che aveva riscontrato un enorme successo. Gli artisti erano arrivati da tutta Italia e alcuni anche dall’estero. No, non c’è nulla di strano». Anche perchè i motivi della riesumazione (è il caso di dirlo...) del festival sono di carattere nobile (ovvero culturali), e un po’ più prosaici (cioè economici). Partiamo dai primi. Spiega ancora il sindaco: «Sono orgoglioso di ospitare questo festival perchè il giorno dei morti rappresenta un collegamento ideale tra le generazioni che si succedono in una comunità. Il 2 novembre pregheremo, ma poi daremo spazio anche alla festa e in questo non vedo alcun oltraggio o irriverenza nei confronti della religione». Ed ecco i motivi economici. «Rivignano – chiosa il sindaco – spendeva per questa Fiera circa 80 mila euro. Già lo scorso anno siamo andati in pareggio. E adesso, grazie anche la festival, siamo certi di confermare il trend. E di questi tempi di vacche magre non è cosa da poco».
Nessun commento:
Posta un commento