La Juve passa a San Siro
Inter-Juventus 1-2 (Vucinic 12', Maicon 28', Marchisio 33' pt)Sì, la Juve è di nuovo grande
Sbanca e torna prima
MILANO, 29 ottobre 2011
I bianconeri vincono 2-1 sul campo dell'Inter una partita bellissima nel primo tempo: Maicon risponde a Vucinic prima della rete di Marchisio, che si vede negare un rigore evidente. Nella ripresa la squadra di Conte controlla concedendo poco
- I giocatori della Juve ad abbracciare Conte dopo l'1-0 di Vucinic. Ansa
La Juve è tornata. Attenti alla Juve. Adesso sarà difficile ricordare i settimi posti, adesso sarà difficile rifiutare sdegnosamente la parola "scudetto". La Juve arriva da capolista a San Siro e ne esce ulteriormente rinforzata, grazie a un 2-1 meritato, passibile anche di recriminazioni per un rigore negato e occasioni fallite. Non vinceva a San Siro dal 2008, mai dopo Calciopoli era arrivata qui da "favorita". Alla "goduria" dei bianconeri, che nel finale sognano anche il gol di Del Piero (fuori di poco in contropiede), si aggiunge la consapevolezza di aver dato una mazzata ai rivali di tutta una vita. L’Inter si ritrova a meno undici, alle prese con i problemi di sempre in questa stagione: fiato corto, campo lungo, troppi spazi per gli avversari. La volontà dei "campioni di tutto" non basta più, la voglia di rivalsa dei bianconeri, messi bene in campo da Conte, possono di più.
I GOL — La Juve sfonda sulle fasce ma anche per vie centrali: Matri domina in mezzo all’area e mette lo zampino in entrambi i gol. Il primo arriva al 12’: l’ex Cagliari apre bene a destra per Lichtsteiner, che affonda e crossa basso. Tocco di punta di Matri, respinta di Castellazzi, Vucinic ribadisce in gol per l’1-0. Al 33’ Matri piazza l’assist, chiudendo un bel triangolo al limite dell’area con Marchisio, che penetra come nel burro: rasoterra di destro all’angolino per il 2-1. In mezzo, infatti, c’è stata la reazione dell’Inter: un tiro di Zarate al 26’ è il preludio al pareggio. Sneijder recupera palla a centrocampo, serve Maicon in area: tiro immediato e potente, deviato da Bonucci. Gol e gioia smisurata per il brasiliano, che poco dopo piazza un cross perfetto per Pazzini: colpo di testa e traversa piena. Sotto 2-1, l’Inter ci prova, la Juve non chiude, ma porta a casa i tre punti
IL CASO — Poteva poi esserci un derby d’Italia senza casi da moviola? Il più grosso arriva al 39’, quando Pirlo infila la difesa con un assist centrale per Marchisio. Il centrocampista tocca sopra Castellazzi e poi si gira per saltarlo: contatto netto e rigore. Rizzoli non fischia, risparmiando anche l’espulsione di Castellazzi. Marchisio nell’intervallo rivela che l’arbitro si spiega così: "Avevi già tirato". San Siro poi si infiamma per un mani di Chiellini, comunque avvenuto fuori area.
JUVE SUPERIORE — La Juve fa una gran impressione soprattutto nel primo tempo, quando pare poter arrivare al tiro in ogni occasione, grazie a un netto predominio a centrocampo e più idee degli avversari. La squadra di Conte gioca sempre la palla, anche in uscita dalla difesa, prendendosi forse un po’ troppi rischi, con Pirlo che sì illumina, ma talvolta esagera in fase di alleggerimento. Quando si distende fa male grazie alla discese di Lichtsteiner, alle sponde di Matri, alla disciplina tattica di Vucinic, all’ubiquità di Marchisio e Vidal. In più sfrutta la superiorità atletica, spesso visibile a occhio nudo.
INTER, I NERVI NON BASTANO — L’Inter esce da San Siro a meno undici e con molti dubbi sulla possibilità di lottare davvero per tornare in alto. Tutto ciò nonostante non giochi affatto la sua peggior partita della stagione. In questo momento è inferiore alla Juve, se non altro per forma fisica e convinzione, ma resta in partita di nervi. L’esultanza di Maicon ne è testimonianza, così come l’ira di Sneijder nella ripresa. Ranieri dopo l'intervallo stupisce tutti inserendo Castaignos per Zarate: non andrà benissimo. Pazzini prova a riciclare ogni pallone, e fa paura alla Juve dal 3’ (tacco su tiro Maicon) fino al 90’ (girata al volo fuori e tiro ribattuto da Lichtsteiner nel finale), Lucio tiene alta la squadra con gli anticipi, Maicon è la solita arma sulla destra. Non basta, ma avesse giocato sempre così le sconfitte in campionato non sarebbero già cinque.
Valerio Clari per la Gazzetta dello SportDoppio Ibra e Nesta: il Milan è in testa
Ibra: "Ma siamo solo all'inizio"
Allegri: "Milan, che bella vittoria"
ROMA, 29 ottobre 2011
Lo svedese dopo la doppietta e la vittoria di Roma: "Mancano tante partite". Il tecnico rossonero: "Devo migliorare l'equilibrio". Il collega giallorosso Luis Enrique: "Non siamo ancora una grande squadra. Tassotti? E' una brava persona, ci siamo stretti la mano"
- La soddisfazione di Ibra. LaPresse
Ha lottato così tanto che alla fine si è sentito male. Il leone Ibra però non nasconde tutta la sua soddisfazione: due gol, partita esemplare, uomo guida del Milan. "Sto bene, sto bene. Oggi abbiamo vinto, sono tre punti fondamentali, abbiamo fatto una grande partita, mi dispiace che abbiamo preso il secondo gol, ma per me la partita era sotto controllo". Ibra distrutto ma soddisfatto, che mette in risalto pregi e difetti: "Avremmo potuto fare anche 4-1 oppure 5-1 se avessimo avuto un po’ di fortuna". Ibra però frena sull'entusiasmo, perché la strada è ancora lunga: "Siamo solo all’inizio, è una vittoria importante, ma mancano tante partite. Se continuiamo così, arriviamo alla fine come primi".
ALLEGRI TROVA I DIFETTI — "L'espulsione? Nulla di particolare, una discussione su una rimessa laterale frutto della tensione della partita", spiega Massimiliano Allegri. "È stata una bella vittoria contro una squadra che farà benissimo in campionato, la Roma è una tra le sette pretendenti al titolo. Il Milan oggi ha dato una bella risposta, abbiamo sofferto poco nella ripresa contro una Roma aggressiva, abbiamo sbagliato qualche occasione da gol, poi abbiamo subito il 2-3 nel finale e gli ultimi 5 minuti sono stati sofferti". Il tecnico rossonero elogia anche i singoli. "Ibra è stato bravissimo, ha fatto una partita straordinaria come lo stesso Abbiati che ha fatto una parata importante e difficile". Il tecnico rossonero, però, non dimentica le cose che non sono andate proprio benissimo. "Abbiamo preso un gol su calcio d'angolo, lì dobbiamo migliorare, nel secondo Nesta doveva essere un po' più deciso e magari spazzare in tribuna, ma l'importante era vincere e ottenere la quarta vittoria consecutiva in campionato. Adesso ci sarà la Champions League e poi dovremo prepararci per il Catania che sta facendo molto bene, poi ci sarà la sosta. L'importante era vincere oggi, poi bisogna sempre cercare di mantenere l'equilibrio e vedere dove bisogna migliorare, ma indipendentemente dagli errori tecnici, oggi la squadra ha difeso tutta insieme ed è migliorata da questo punto di vista".
- La tensione di Luis Enrique.Ansa
GALLIANI ELOGIA CASSANO — "Subiamo sempre tanti gol, ma abbiamo una potenza di fuoco pazzesca" commenta felice l'a.d. del Milan, Adriano Galliani. "Quando riusciamo a recuperare i nostri giocatori siamo un'altra squadra. Ora siamo molto contenti". Poi tesse le lodi di Antonio Cassano: "Sta diventando un assist-man straordinario e poi è felice di stare con noi. Ha avuto dei momenti difficili questa estate e poi si è rasserenato. Merito sia suo sia del Milan, abbiamo capito la sua psicologia. Ora è un giocatore felice. Ora i pantaloni che gli abbiamo fatto questa estate gli cascano per terra, credo che non si offenderà se lo dico"
L'UMILTA' DI LUIS ENRIQUE — Poi Luis Enqrique, il romanista sconfitto. "Ci sono grandi differenze. Abbiamo fatto tanti tiri in porta più dell'avversario, ma senza la determinazione che serve in questo tipo di partite. Non ho mai visto la possibilità di vincerla questa gara". Lo spagnolo è molto sincero dopo la sconfitta casalinga contro il Milan ed ammette che questa Roma ha ancora molto da lavorare per diventare una grande squadra e portare a termine il progetto per il quale è stato chiamato. Ad esempio, il gol di Nesta è il classico esempio di come qualcosa non abbia funzionato nella formazione giallorossa. "Questo è il bello e il brutto del calcio, abbiamo parlato tutta la settimana dei calci piazzati. Io ho giocato tante di queste gare e la differenza la fanno i particolari, ad esempio il nostro gol di testa di Burdisso con Zambrotta che gli stava sul collo ed il gol di Nesta che era solo in area. Noi siamo ancora lontani e dobbiamo lavorare tanto, non siamo ancora una grande squadra, dobbiamo migliorare molto, io per primo". Stasera lo spagnolo ha schierato l'undicesima formazione diversa. "Penso che la mia squadra sia sempre la migliore possibile e continuo a pensarlo. Quando la Roma mi ha ingaggiato l'ha fatto sapendo chi ero e come la pensavo, l'anno scorso non so quante volte ho ripetuto la stessa formazione e sarà sempre così anche per il futuro. Ancora mancano tante cose in alcune fasi del gioco e come sempre io sono il massimo responsabile di tutto, io devo lavorare, io devo far loro capire che dobbiamo migliorare. La stretta di mano con Tassotti? Abbiamo amici in comune e sapevo che era una brava persona e poi è passato tanto tempo da quel fatto che io neppure mi ricordo"
Bergessio stende il Napoli
Catania esulta
Catania ammazzagrandi
Bergessio stende il Napoli
Milano, 29 ottobre 2011
Al Massimino non si passa: la squadra di Mazzarri si arrende. Finisce 2-1: apre con un gol-lampo Cavani, poi segnano Marchese e l'argentino, preferito a Maxi Lopez. Espulso Santana
- Bergessio esulta dopo il 2-1. Ansa
Clamoroso al Cibali? Macché, ormai qui si sono abituati. Il Catania continua a fare vittime eccellenti in casa: dopo la vittoria sull'Inter e il pari con la Juve, la squadra di Montella batte il Napoli in rimonta e lo agguanta a quota 14. Mazzarri è penalizzato dall'espulsione di Santana che costringe i suoi a giocare l'intera ripresa in dieci, si vede costretto a rivedere il piano-turnover architettato in avvio, ma non riesce a recuperare la partita. E adesso il pensiero è tutto per la gara di mercoledì contro il Bayern.
- Edinson Cavani, a segno al primo minuto. LaPresse
SANTANA IN MEZZO — Mazzarri deve pensare alla delicata trasferta di Champions e il turnover è ampio. Se Cavani e Lavezzi sono al loro posto, Mascara, storico ex, prende il posto di Hamsik. In mezzo la novità è Santana in coppia con Inler, e Dzemaili in panchina. Resta fuori anche Maggio, sostituito da Zuniga. Dietro Fideleff e Fernandez affiancano Cannavaro, che salterà il Bayern per squalifica. Meno rimaneggiato il Catania. Montella recupera Gomez, che fa coppia con Bergessio, mentre Maxi Lopez si accomoda in panchina.
LAMPO IN AVVIO — Dopo neanche un minuto, è già Napoli: cross teso di Dossena dalla sinistra, Cavani taglia sul primo palo, anticipa Spolli e batte Andujar. La gara non poteva iniziare meglio per Mazzarri. Sull'onda dell'entusiasmo i partenopei fanno la partita nei primi minuti. All' 8' Lavezzi mette dentro un gran pallone su cui svetta Fideleff, che però non trova la porta. Poi ci prova ancora Cavani, dopo una bella giocata su Bellusci, ma stavolta Andujar gli dice di no. Il Catania ci mette un po' a riordinarsi. Davanti è una squadra molto rapida, ma in avvio prevale la confusione e i centrali del Napoli fanno un figurone.
- Marchese, autore del gol del pareggio. Ansa
REAZIONE — Col passare dei minuti il vento comincia a cambiare. Marchese spinge costantemente sulla sinistra, con Gomez e Bergessio che cominciano a prendere la mira. Al 23' c'è l'ottima palla di Almiron per Gomez, che prova il colpo al volo ma manda alto. Due minuti dopo arriva il pari: Gomez prova il destro su invito di Marchese, ma trova un rimpallo; sulla ribattuta è pronto lo stesso Marchese, che non sbaglia con il sinistro. Il gol accende la partita, che diventa bella, con continui capovolgimenti di fronte. Il Napoli sfiora il nuovo vantaggio con Lavezzi (Bellusci salva sulla linea), il Catania lo fa con Gomez e Almiron, che manda a lato un rigore in movimento. Al 43' la svolta della gara: Santana, che fatica da centrocampista centrale, si prende il doppio giallo e lascia i suoi in dieci.
RIBALTONE — Mazzarri decide di non cambiare nulla in avvio di ripresa. Mascara passa sulla linea dei centrocampisti nel 3-4-1-1. Sfortuna vuole che il Catania trovi subito il raddoppio. Terzo minuto: cross capolavoro di Ricchiuti, che ha giocato una partita di buon livello, per il colpo di testa vincente di Bergessio. Sotto di un gol e di un uomo, con un Catania fisicamente tonico, Mazzarri corre ai ripari: dentro Dzemaili e Maggio per Mascara e Fideleff, e poi Hamsik per Dossena. La squadra di Montella risponde con Barrientos per Ricchiuti, si chiude con ordine e si affida ai contropiedi. In uno di questi, Gomez manda a lato il 3-1, che avrebbe chiuso la sfida. E invece i partenopei giocano un finale molto generoso e sfiorano anche il pari con Dzemaili, che trova Spolli sulla traiettoria. Finisce 2-1: ride il Catania, mentre il Napoli dovrà ritrovarsi in vista delle delicate sfide contro Bayern e Juventus.
Emiliano Pozzoni per la Gazzetta dello Sport
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