venerdì 28 ottobre 2011

Burlo a Cattinara, la Regione cestina il progetto: "Non ci sono soldi"


A Trieste non si cancella solo il nuovo ospedale pediatrico, ma sparisce quell’idea di “cittadella sanitaria” lanciata da Roberto Antonione nel 2000. Salvo l’ospedale di Pordenone. Per le strutture triestine singoli ampliamenti

La riqualificazione del Maggiore ha segnato ieri un importante traguardo. Con l’inaugurazione del dipartimento di Oncologia, sul lato del quadrilatero parallelo a via Slataper, è infatti giunta a compimento la ristrutturazione delle aree di degenza dello storico ospedale. Nei nuovi spazi ampi e luminosi, inaugurati in un’affollata cerimonia, hanno trovato posto al primo piano l’Oncologia diretta da Alessandra Guglielmi e al secondo piano l’Ematologia clinica diretta da Giorgio Paladini. Al piano terra si trova invece il Centro cardiovascolare dell’Ass1, che ha avviato la sua attività già da una settimana, mentre al piano interrato sono collocati i depositi a servizio delle strutture soprastanti. «Con quest’ultima ristrutturazione - ha detto Francesco Cobello, direttore generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria - lo storico ospedale Maggiore propone ora una struttura interamente rinnovata e riqualificata secondo gli standard più avanzati». «Si tratta di un grande investimento per la città, di un obiettivo raggiunto grazie all’impegno espresso da tutti i nostri operatori». Giorgio Paladini, direttore del Dipartimento di Oncologia, ha quindi ricordato il complesso delle attività sanitarie portate avanti in questi anni che sempre più hanno richiamato agli ospedali triestini pazienti da altre realtà.
di Gabriella Ziani Non ci sarà alcun Burlo Garofolo a Cattinara. Dopo anni di tormenti, ambiguità e incertezze ieri la Regione ha messo la parola “fine” al progetto. Sia l’ospedale dei bambini e sia le due torri si allargheranno per proprio conto, con nuovi “corpi” edilizi a fianco di quelli attuali. Si salva il progetto, sempre dato per certo, del nuovo ospedale di Pordenone. A Trieste non si cancella solo il nuovo pediatrico, ma sparisce quell’idea di “cittadella sanitaria” lanciata da Roberto Antonione nel 2000, e proseguita fino alle revisioni dell’ultima ora attraverso la presidenza di Illy e ora quella di Tondo. Un’operazione da 140 milioni di euro. Undici anni, prima di girar pagina ieri sera. Ieri in Giunta è stata approvata una delibera di indirizzo, che fa base sulla crisi finanziaria e l’impossibilità di avere dallo Stato i soldi necessari, e che nel contempo dichiara inopportuno immobilizzare «ingenti risorse regionali in modo improduttivo». In cassa ci sono 210 milioni di euro, pochi per entrambe le situazioni: Trieste e Pordenone. Ma se la delibera cita parole dello stesso Tondo, il quale invita da oggi gli assessori Vladimir Kosic (Salute) e Sandra Savino (Finanze) alla revisione dei progetti, lo stesso Kosic racconta come l’operazione sia da tempo a un avanzato stadio di discussione e definizione, con il consenso dei direttori generali e degli organi di indirizzo del Burlo e di Cattinara, uniti - questi sì - da un vero ponte: il direttore scientifico del Burlo Garofolo, Giorgio Zauli, anche componente della commissione interna dell’Azienda ospedaliero-universitaria (ieri irraggiungibile). Il consigliere regionale Pdl Piero Camber ha poi il quadro completo della situazione, con ipotesi di metrature e costi, mentre il Burlo ha già tentato di comprare terreni adiacenti dalla Curia, ma il vescovo ha detto di no. «Abbiamo ricevuto una lettera del Burlo - riferisce Kosic - con richieste propedeutiche al trasferimento a Cattinara, il direttore generale Mauro Melato segnalava l’urgenza di far fronte al numero sempre maggiore di parti complessi che confluiscono a Trieste. Di fronte all’urgenza, e siccome ogni giorno perso sul fronte dell’assistenza toglie qualche diritto di cura alle persone, abbiamo preso in considerazione». Lo stesso Melato, alcuni mesi fa, aveva reso pubblica l’idea di acquistare per l’ampliamento dell’istituto spazi nell’area ex Maddalena, anni fa venduti dall’Azienda sanitaria a un “pool” di imprese che sta già costruendo. «Poche settimane dopo - prosegue Kosic - l’organo di indirizzo dell’Azienda ospedaliera, dove siedono il direttore generale Cobello, il preside della facoltà di Medicina de Manzini, il direttore scientifico del Burlo stesso, Zauli, ha manifestato l’urgenza di mettere in sicurezza Cattinara. Così si è deciso di dare risposta a entrambe queste urgenze». E Pordenone? «A Pordenone il presidente Tondo ha preso un impegno, e lo manterrà. Ieri ha detto: da subito cantieri». «Deciso passo avanti - dichiara Camber -, è dalla scorsa primavera che con Melato e Zauli pensiamo a una soluzione. Per le aree ex Maddalena, oggi a prezzi di mercato, dovrebbe intervenire l’Ufficio tecnico erariale o organo equipollente per calmierare. Si costruirebbe in quell’area una palazzina di 4 piani per uffici amministrativi, aule didattiche, foresteria, con 1800 metri quadrati per laboratori e ricerca scientifica. Il costo? Circa 10 milioni. Per Pordenone ne sono stati confermati 150. Quanto a Cattinara - prosegue Camber - la nuova ipotesi prevede l’edificazione di un parallelepipedo sul parcheggio per dipendenti (ex area per il Burlo), destinata a degenze, non collegata alle torri se non alla base. Costo indicativo: 50 milioni. Spostando le degenze si liberano le torri per metterle a norma antincendio. Qui le degenze non dovrebbero superare il quinto-sesto piano, da lì al quindicesimo entrerebbero uffici, che oggi sono sparsi anche per il territorio».

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