sabato 29 ottobre 2011

Renzi, è scontro con Bersani e Vendola, Civati e Chiamparino dal sindaco


Il leader Pd: "I giovani non scalciano". Quello del Sel: "Mi sembra vecchio". E il promotore dei "rottamatori" si infuria. A Firenze anche l'ex compagno di strada. Fuori contestato dai lavoratori. L'ex sindaco di Torino: "Forse alle primarie".  De Magistris da Napoli: "Renzi non mi interessa" di G. ADINOLFI, M.VANNI e C.SANNINO

LO SCONTRO

Bersani: "Stupida distinzione giovani-vecchi"
Renzi: "Non sto agli ordini di nessuno"

Il segretario del Pd davanti a una platea di duemila giovani: "Guai a un ricambio senza cambiamento". Risposta lampo del sindaco di Firenze. Interviene anche Vendola: "E' Renzi che mi sembra vecchio". Nuova risposta: "Parla lui che affossò Prodi". E De Magistris: "Rispetto il sindaco, ma non mi appassiona"di MATTEO PUCCIARELLI

ROMA - Il segretario del Pd è a Napoli, alla convention "Finalmente Sud", la scuola di formazione per creare nuovi quadri dirigenti giovani nel Mezzogiorno. Ma l'evento che tiene banco è a Firenze, alla stazione Leopolda conMatteo Renzi 1.

Bersani non lo nomina. Davanti ha una platea di oltre duemila giovani. Parla della loro missione per cambiare la società, e parla del modo in cui le forze giovanili - "Ovviamente" - devono prendere la guida delle forze progressiste del Paese. Una distinzione di comportamenti che suona polemico alle orecchie dei "rottamatori" sul palco a Firenze: "Da soli non si salva il mondo", dice Bersani. E aggiunge: "Questa distinzione tra giovani e adulti è una stupidaggine di proporzioni cosmiche". Ancora: "Bisogna mettersi a disposizione, non si può pensare che un giovane per andare avanti deve scalciare, insultare, creare dissonanza. Siamo una squadra, un collettivo". Non sembra una bocciatura senza appelli, ma al più un "rimprovero". Accompagnato da una delle tipiche metafore bersaniane: "Non si può mettere vino nuovo in otri vecchie: serve vino nuovo in otri nuove".

Il sindaco di Firenze non ha certo remore a riaprire la polemica: "Non so a chi stia parlando Bersani, io non sono un asino e non scalcio". Secondo Renzi "mettersi a disposizione 
è una espressione molto bella se è riferita al Paese, alla città: ma se è mettersi a disposizione di un capocorrente, a uno che dà ordini, no". Chiusura ironica: "Se Bersani ci segue via streaming, visto che sfortunatamente quando c'è la Leopolda c'è sempre qualcos'altro, avrà visto interventi più o meno affascinanti, concreti, suggestivi. Non c'è stata polemica né contrapposizione, mi dispiace perché siamo stati meno cattivi del solito. Domani proverò a recuperare un po' il marchio di fabbrica...".

In mezzo a questo marasma, si inserisce anchePierferdinando Casini. Sul suo blog il leader dell'Udc scrive: "I giovani hanno sempre scalciato. Lo abbiamo fatto noi e in futuro lo farà anche il figlio di Renzi. Questo è il bello della vita".

Non usa giri di parole Nichi Vendola, leader di Sinistra Ecologia e Libertà. Che non è uno del Pd, ma che a quell'elettorato parla ormai da anni. Liberal il sindaco di Firenze, radicale il governatore della Puglia. Entrambi fautori delle primarie, entrambi abilissimi con le nuove forme di comunicazione, ma con obiettivi e idee programmatiche completamente diverse. Vendola ammette: "Siamo antagonisti". Perché Renzi "ha una cultura politica essenzialmente di destra". E quindi "lo considero incapace di porre il tema della fuoriuscita dal disastro che il liberismo, in un trentennio, ha compiuto nel mondo intero". Il leader di Sel, parlando a Radio24, ha aggiunto di sentire "una sensibilità comune a quella di Bersani" nella ricerca di "quella giustizia sociale che deve essere il cuore di una politica di alternativa". Ma anche per il presidente di Regione arriva la stilettata di Renzi: "Rispetto Nichi, ma mi chiedo: forse è giovane mandare a casa il governo Prodi e levargli la fiducia come fece lui tanti anni fa?".

A Napoli, in platea, c'è il sindaco Luigi De Magistris. Come Renzi impegnato in una battaglia più ampia rispetto al proprio partito (l'Idv), del collega fiorentino dice 2: "Non mi appassiona, lo guardo con rispetto come sindaco, ma mi interessa molto di più ciò che accade fuori dai partiti". Che non siano esattamente compatibili, è evidente dalle scelte in tema di privatizzazioni, per esempio. Il sindaco di Napoli ha appena ripubblicizzato l'acqua della sua città. Renzi non ci pensa nemmeno. E se il primo cittadino di Firenze "rottama", "io scasso e ricostruisco" è la battuta dell'ex magistrato.

Molto soft invece l'ex segretario del Pd Dario Franceschini. Che su Twitter scriveva: "Dalla Leopolda arrivano energie e idee che arricchiscono il Pd. Si può non condividerle ma come si fa ad averne paura anziché dire grazie?". Un messaggio gradito da Renzi, che lo ha letto alla platea esordendo con un "c'è un certo Dario Franceschini che scrive...". Il capogruppo democratico alla Camera ha infine sottolineato: "Confrontiamoci quanto vogliamo, ma alla fine, all'esterno, se è stata presa una decisione la si sostiene".

Per il senatore Pd Ignazio Marino "basta a un perenne clima pre-primarie: potremmo mettere in secondo piano le legittime ambizioni personali e promuovere un serio e urgente lavoro su un progetto fatto di cinque o sei punti cardine per il programma del Pd, come il lavoro, le riforme istituzionali, i diritti, la sanità e l'istruzione".

Il punto di raccordo possibile tra tutte le anime del Nuovo Ulivo è invece incarnato da Arturo Parisi, il prodiano per eccellenza. Un mese fa era stato accolto con gli applausi alla manifestazione di Sel a Roma 3, oggi era alla Leopolda a Firenze. Tutto è riconducibile al marchio di fabbrica del Professore: le primarie. "Il Pd deve farle anche se, a differenza di quanto dice lo statuto, si presentasse in coalizione". Ma non è un appoggio politico a Renzi: "Al momento abbiamo solo questo gesto coraggioso, che altri definiscono sfrontato".

la Repubblica



Costacurta a Firenze per conoscere Renzi
Anche le glorie del Milan lasciano Berlusconi
L'ex calciatore della stagione d'oro di Arrigo Sacchi arriva a sorpresa alla convention dei "rottamatori" del Pd. Nel 2006 si parlò di lui come candidato di Forza Italia alle comunali di Milano
Chi avrà voluto rottamare Alessandro “Billy” Costacurta? L’uomo simbolo del Milan berlusconiano nella stagione trionfale di Arrigo Sacchi è arrivato a sorpresa al Big Bang del Pd organizzato a Firenze dal sindaco Matteo Renzi. “Mi sembra un uomo coraggioso, volevo conoscerlo – ha detto ai giornalisti a proposito del leader dei rottamatori – quindi sono voluto venire a vedere. Ho sentito interventi molto interessanti”. Costacurta è rimasto alla Leopolda per qualche ora e ha avuto modo di scambiare qualche parola con Renzi.

Anche le leggende in maglia rossonera, insomma, voltano le spalle al premier. Silvio Berlusconiè diventato presidente del Milan nel 1986, e Billy Costacurta è stato sicuramente un protagonista della stagione vincente che ne è seguita, insieme a Paolo Maldini e Franco Baresi, il gruppo detto degli “Invincibili”. Il nome di Costacurta circolò come possibile candidato nelle liste di Forza Italia alle amministrative di Milano nel 2006, quelle che avrebbero potrtato alla vittoria Letizia Moratti. “L’anima azzurra non è in discussione e non solo per gli infiniti gol da cui ha salvato il Milan berlusconiano”, scriveva all’epoca Il Giornale. “Più di una volta Billy ha fatto outing politico, dichiarando orgoglioso di votare Forza Italia e di sentirsi molto vicino alle idee e alle posizioni del presidente. Adesso si tratta di fare il piccolo passo che lo trasformi da tifoso (forse ultrà) in candidato”.

Solo sette mesi fa, l’ex calciatore era al teatro Manzoni di Milano per celebrare i 25 anni di Berlusconi da presidente del Milan. E testimoniava tutta la sua stima a “un grande presidente ce ci ha fatto vincere tutto. Finché ci sarà Berlusconi ci toglieremo sempre delle soddisfazioni”. Persino le sue barzellette “mi hanno sempre fatto ridere”. Forse avrà preso meno bene la battuta che il premier gli ha riservato nell’occasione. Dovendolo premiare sul palco, ma non trovandolo più in sala, Berlusconi ha suggerito al presentatore Gerry Scotti: “Chiamiamo la moglie”, cioè l’ex Miss Italia Martina Colombari. E ha aggiunto: “Io ci ho tentato, bisogna tentarci sempre”.

Nessun commento:

Posta un commento