Milano, 18 ottobre 2011
Nerazzurri primi nel girone dopo la seconda vittoria esterna: decide un gol dell'azzurro dopo una grande azione con Sneijder e Zarate. Poi la squadra di Ranieri è attenta in difesa e concede poco. E quando serve ci pensa Julio Cesar
- Pazzini festeggiato da Cambiasso e Nagatomo. Epa
Ci sono gli Euroscettici, ma da oggi anche gli Euroconsolati. L'Inter trova in Europa le gioie che si fanno attendere in campionato. Aumenta lo spread fra l'Inter di casa nostra e quella da esportazione. Declassata e quasi ultima la versione di A, rinata e già prima nel girone quella di Champions: sei punti, due vittorie di fila in trasferta dopo la debacle coi turchi. E poi nessun gol incassato: col Lilla basta quindi il lampo di Giampaolo Pazzini, uno che fa "montagne di gol". Ranieri difende coi denti il gol del vantaggio, i suoi dimenticano le amnesie del campionato e presidiano l'area con puntualità degna dei tempi di Mourinho. Quando poi qualcosa va storto, ci pensa Julio Cesar, il cui rientro è fondamentale quanto quello di Sneijder, se non altro per la sicurezza che dà nelle uscite, non proprio punto forte di Castellazzi. le sue uscite servono, visto che si gioca quasi sempre nella metà campo nerazzurra.
- L'esultanza del "Pazzo". Afp
SNEIJDER-ZARATE-PAZZINI: GOL — Ranieri aveva due possibilità: rinforzare il centrocampo, o riproporre il rombo, con Sneijder vertice alto e Pazzini e Zarate davanti. Sceglie la seconda via, e quei tre gli danno ragione. Lo fanno in modo palese dopo venti minuti di gara: azione che inizia con l'olandese, che prima scambia con Pazzini, poi serve in profondità Zarate, scattato sulla sinistra. Cross preciso e lento al punto giusto, e l'azzurro irrompe per un destro al volo che vale l'1-0. Grande azione e massimo risultato: visto che è il primo vero tiro in porta dei nerazzurri. Detto del gol, c'è da aggiungere che Pazzo e Zarate si completano, visto che uno difende bene palla spalle alla porta, mentre l'altro crea superiorità grazie a un passo diverso da quello dei difensori. Poi c'è Wesley, non è ancora quello dominante, tocca un numero ridotto di palloni, ma raramente sono banali.
- Una parata di Julio Cesar. Ap
ATTENZIONE E BARRICATE — Il trio regge per poco più di un'ora, poi Ranieri vede Nagatomo in sofferenza sulla fascia e decide di rinforzare il centrocampo: entra Obi, esce Zarate, si passa al 4-4-1-1. Poco dopo saluterà anche l'olandese, sostituito da Stankovic. L'idea, chiara è di rimpolpare il centrocampo e resistere di fronte alle sfuriate del Lilla, che alla fine metterà insieme 12 angoli e un mare di cross. Tutti preda di Lucio, tornato su alti livelli e a miti consigli (non parte mai palla al piede) e di Chivu, che ha l'orgoglio di chi vuole confermare di essere un centrale. E un buon centrale. Probabilmente i nerazzurri si schiacciano troppo, specie nella ripresa, e offendono poco (si segnalano tiri di Zarate, Maicon e Stankovic, e poco altro) ma stasera il risultato era troppo importante.
- Per il Lilla solo 2 punti in tre gare. LaPresse
LILLA, TANTA PRESSIONE — La vittoria a Lilla lo è ancora di più perché mette nei guai una squadra che ora ha 2 punti in tre partite, e due trasferte da affrontare. Il Lilla non è inferiore alle altre avversarie del girone, toglierà punti a tutti, il girone si conferma equilibrato. I francesi invece confermano le qualità descritte alla vigilia: sono veloci, organizzati, atletici sin dai difensori Beria e Chedjou. La coppia Debuchy-Balmont (tantissima quantità) occupa stabilmente la fascia destra, ma alla fine fa collezione solo di corner. L'atteso Hazard ribadisce con un paio di lampi di avere qualità fuori dal comune, ma gli manca un po' di continuità. E soprattutto gli manca spazio, visto che gli interisti vanno quasi sempre in raddoppio. Lo zero nella casella dei gol segnati conferma che manca qualcosa davanti, stasera, con Moussa Sow che è encomiabile per come corre a tutto campo, ma è sempre un attimo in ritardo al momento del tiro. Ci prova fino al 94', ma sono il centenario Zanetti e compagni a festeggiare. C'è poco che consoli come una vittoria in Europa...
Valerio Clari per La Gazzetta dello SportIl Napoli ferma il Bayern
Tiene dietro il City di Mancini
NAPOLI, 18 ottobre 2011
La squadra di Mazzarri pareggia 1-1 al San Paolo in Champions: alla rete al 2' di Kroos replica Maggio, il cui cross provoca l'autorete di Badstuber al 39'. A inizio ripresa De Sanctis para un rigore a Gomez. Azzurri secondi dietro ai tedeschi e davanti agli inglesi nel girone A
- Maggio festeggia la rete dell'1-1. Reuters
Impresa del Napoli che frena la corsa di un Bayern finora sempre vincente. La squadra di Mazzarri riesce a pareggiare con una prestazione matura, che vede crescere un gruppo compatto, capace di soffrire e risalire la china, tutti insieme. Perché i tedeschi visti nel primo tempo restano fra i favoriti a sfidare il re Barcellona. Padroni del campo e subito in gol. Ma qui è venuto fuori il carattere del Napoli, sostenuto dal suo grande pubblico. Un pizzico di fortuna nel trovare il pari (ma va anche messo nel conto un rigore reclamato e non concesso per un mani in area di Schweinsteiger) e soprattutto un buon secondo tempo con varie occasioni create e assalti minori subiti da un Bayern che non ha mai rinunciato a vincere. Un risultato che serve per tenere a bada il Manchester City, che ha superato proprio nel finale di gara il Villarreal.
- Kroos festeggiato dai compagni dopo l'1-0 Bayern.
CHE BOTTA — Neanche il tempo di prendere le posizioni in campo e i tedeschi sono già in vantaggio. Da destra Boateng mette in mezzo sulla trequarti dove Kroos arriva in velocità senza che alcun centrocampista lo segua in marcatura, lo sfondamento centrale diventa quasi semplice, con i centrali difensivi azzurri scoperti. Lo choc è notevole e il Napoli fatica a riprendersi, a costruire una manovra decente contro un Bayern quadrato e attento. E vicino al raddoppio con Ribery. Un'iniziativa di Lavezzi accende il San Paolo, ma Cavani fallisce l'aggancio, mentre Gomez dai 20 metri risponde con un gran sinistro che per fortuna esce a lato.
ACCELERA MAGGIO — Quando Inler prende bene le misure il Napoli comincia a trovare quelle accelerazioni che l'hanno posto all'attenzione internazionale. E proprio da una verticalizzazione dello svizzero, Maggio in velocità semina Lahm e il suo cross basso in mezzo manda in crisi Badstuber che cercando l'anticipo batte Neuer, che cade dopo 1147 di imbattibilità.
- Morgan De Sanctis, decisivo contro il Bayern. Reuters
SAN DE SANCTIS — A inizio ripresa l'arbitro Benquerenca, su suggerimento del collaboratore Miranda fischia un discutibile rigore per un mani di Cannavaro che salta di spalle su tiro di Gomez. Ammesso sia mani, appare discutibile la volontarietà. Tra l'altro Cannavaro è ammonito e andrebbe espulso. Mette tutti d'accordo De Sanctis che ipnotizza Gomez il cui tiro non irresistibile viene addirittura bloccato dall'ottimo portiere azzurro. Accelera ancora il Bayern per chiudere la partita, ma su angolo Muller spara fuori dall'area piccola.
PUNGOLO ZUNIGA — Ora però il Napoli ribatte e a sinistra affonda Zuniga: sul cross basso scivola Badstuber, ma Lavezzi manca l'occasionissima. Poco dopo sempre l'esterno colombiano confeziona un altro cross invitante sul quale è Cavani a non riuscire a girare in porta. Il Napoli prende coraggio e la partita si fa più equilibrata e piacevole. L'ultimo brivido è però un contropiede di Schweinsteiger, che tira male. Esulta Napoli.
Maurizio Nicita per la Gazzetta
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