Profumo accusato di frode fiscale
Sotto inchiesta altri 16 manager. Il reato risalirebbe al 2007-2008 e sarebbe stato commesso con la banca inglese Barclays. L'istituto di credito italiano avrebbe risparmiato. L'azienda: "Siamo molto sorpresi"
di WALTER GALBIATI
Unicredit: così i pm ricostruiscono il giro dei capitali
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MILANO - Alessandro Profumo, ex amministratore delegato di Unicredit, è indagato dalla Procura di Milano per frode fiscale nell'ambito del caso 'Brontos'. Con lui, sotto inchiesta, altri 16 manager della banca. E a Unicredit sono stati sequestrati 245 milioni, quantificati come il profitto del reato che sarebbe stato commesso dalla banca tra il 2007 e il 2008 attraverso l'operazione. La presunta maxi frode fiscale sarebbe stata organizzata con la banca inglese Barclays, con interessi travestiti da dividendi.
In base alla normativa italiana, Unicredit avrebbe dovuto pagare le tasse sul 100% degli interessi di deposito interbancario e invece ha pagato soltanto il 5% sui dividendi dell’apparente operazione «pronti contro termine», perché per legge essi sono deducibili al 95%. Travestendo in dividendi quelli che erano interessi insomma - secondo il procuratore aggiunto Alfredo Robledo - Unicredit avrebbe ottenuto un enorme risparmio di imposte Ires e Irep: al fisco sarebbe così stato sottratto un imponibile di 245 milioni di euro.
Il banchiere Profumo è accusato di «dichiarazione fiscale fraudolenta mediante altri artifici» per aver dato il via libera alla richiesta di approvazione dell'operazione. Indagate altre 16 persone, tra i quali Ranieri De Marchis, ex direttore finanziario, Vittorio Ogliengo, ora a capo della divisione Corporate e Gabriele Piccini country manager per l’Italia. Altri tre indagati appartengono invece alla banca inglese Barclays, che avrebbe
proposto l'operazione Barclays.
Unicredit è "molto sorpresa per questa iniziativa, che non cambia la convinzione della banca circa la correttezza del proprio operato e di quello dei propri dipendenti". Così un portavoce dell'istituto commenta l'inchiesta sulla presunta frode fiscale che coinvolge anche l'ex amministratore delegato.
la Repubblica
MILANO - Alessandro Profumo, ex amministratore delegato di Unicredit, è indagato dalla Procura di Milano per frode fiscale nell'ambito del caso 'Brontos'. Con lui, sotto inchiesta, altri 16 manager della banca. E a Unicredit sono stati sequestrati 245 milioni, quantificati come il profitto del reato che sarebbe stato commesso dalla banca tra il 2007 e il 2008 attraverso l'operazione. La presunta maxi frode fiscale sarebbe stata organizzata con la banca inglese Barclays, con interessi travestiti da dividendi.
In base alla normativa italiana, Unicredit avrebbe dovuto pagare le tasse sul 100% degli interessi di deposito interbancario e invece ha pagato soltanto il 5% sui dividendi dell’apparente operazione «pronti contro termine», perché per legge essi sono deducibili al 95%. Travestendo in dividendi quelli che erano interessi insomma - secondo il procuratore aggiunto Alfredo Robledo - Unicredit avrebbe ottenuto un enorme risparmio di imposte Ires e Irep: al fisco sarebbe così stato sottratto un imponibile di 245 milioni di euro.
Il banchiere Profumo è accusato di «dichiarazione fiscale fraudolenta mediante altri artifici» per aver dato il via libera alla richiesta di approvazione dell'operazione. Indagate altre 16 persone, tra i quali Ranieri De Marchis, ex direttore finanziario, Vittorio Ogliengo, ora a capo della divisione Corporate e Gabriele Piccini country manager per l’Italia. Altri tre indagati appartengono invece alla banca inglese Barclays, che avrebbe
proposto l'operazione Barclays.
Unicredit è "molto sorpresa per questa iniziativa, che non cambia la convinzione della banca circa la correttezza del proprio operato e di quello dei propri dipendenti". Così un portavoce dell'istituto commenta l'inchiesta sulla presunta frode fiscale che coinvolge anche l'ex amministratore delegato.
la Repubblica
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