martedì 11 ottobre 2011

Spilimbergo, senza futuro la Rinascita ed i suoi lavoratori senza prospettive


Le prospettive per coloro che sono stati licenziati dall'azienda Rinascita sono molto difficili. A dirlo è il sindaco Renzo Francesconi, che così ha risposto a un’interpellanza presentata dal consigliere di opposizione Armando Zecchinon in merito alla situazione dell'azienda agricola. Una risposta che fa il paio con quella fornita dall'assessore provinciale Michele Boria, il quale altrettanto esplicitamente ha fatto sapere «che non risulta sia stata fornita alcuna garanzia al personale dell'azienda Rinascita per la continuità lavorativa». Si tratta di un danno doppio per la città dei coltelli: il primo dal punto di vista occupazionale, anche se gli addetti in questione sono poche unità; il secondo dal punto di vista aziendale, perché è in ballo il futuro di una delle strutture più importanti di tutta la Destra Tagliamento nel settore della ricerca e della sperimentazione agricola. Con i suoi 40 ettari di superficie dedicati a coltivazioni sperimentali, l'azienda Rinascita è (o meglio era) un piccolo gioiello dell'agricoltura. Tutto funzionava finché era gestita dalla Provincia, attraverso la società Saasd. Poi, a seguito di una riforma del settore, nel 2006 è passata all'Ersa. Ma già dall'autunno dello scorso anno l'ente regionale ha rivisto le sue scelte e ha messo in stand-by l'azienda Rinascita, così come il parco di San Floriano a Polcenigo. Le prospettive più realistiche sono quelle di una chiusura, ipotesi considerata grave per le ripercussioni che ne deriverebbero sul territorio: basti pensare che la Rinascita opera in simbiosi con l'Istituto tecnico agrario per le sue attività didattiche. Che fare, allora? La Provincia assicura «che una volta definite le questioni in pendenza, valuterà la possibilità di richiedere l'azienda in restituzione, per implementare le attività sperimentali in collaborazione con l'Istituto agrario». E in effetti l'ente di largo San Giorgio si è attivato in questo senso. Alcune speranze di salvare l'azienda, pertanto, ci sono; ma molte meno di recuperare i dipendenti, per i quali non era prevista alcuna forma di garanzia contrattuale. «Sono dispiaciuto per i licenziamenti - commenta il sindaco - soprattutto data la difficoltà di trovare un nuovo lavoro». I dipendenti a casa da aprile sono tre, tutti con molti anni di attività alle spalle.
Claudio Romanzin per Il Gazzettino

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