lunedì 31 ottobre 2011

Maniago, capotta l'auto: gravissima ragazza di Fanna


Ventun’anni, di Fanna, ha rischiato di morire schiacciata sotto la macchina finita a ruote all’aria in un campo. Il trauma toracico-addominale che si è procurata è molto grave: la giovane è stata accolta nel reparto di Rianimazione dell’ospedale e sottoposta a delicati interventi chirurgici. I medici non hanno ancora sciolto la prognosi. Sono rimasti feriti, ma non sono in pericolo di vita grazie alle cinture di sicurezza allacciate, i tre giovani che viaggiano con lei. Pur sotto choc, sono riusciti a sollevare a braccia l’auto e a soccorrere l’amica. Si tratta di tre militari in servizio al 5. Rigel di Casarsa: L.G., 21 anni, D.S., venti e A.M., 22, tutti originari del Sud.
      La centrale del 118 è stata allertata alle 4 di ieri mattina per una macchina finita fuori strada sulla statale Pontebbana, all’altezza di Orcenico. La Fiat Punto, condotta da uno dei militari, stava procedendo in direzione Casarsa. Improvvisamente, all’uscita di una curva, il conducente ha perso il controllo: una sbandata, l’auto è volata nel campo adiacente per qualche decina di metri e si è capottata. Nell’urto la ventunenne di Fanna, S.F., figlia di un ristoratore, è stata sbalzata fuori ed è finita sotto l’auto. Sono stati gli stessi militari a sollevare l’auto, estrarre la ragazza e a starle accanto in attesa dell’arrivo dell’ambulanza. Le sue condizioni sono apparse subito critiche e il mezzo di soccorso è ripartito in emergenza verso l’ospedale.
      A Orcenico sono intervenuti anche i vigili del fuoco di San Vito al Tagliamento, che hanno messo in sicurezza il mezzo e assistito alla fase del recupero. A ricostruire la dinamica dell’incidente, che non ha coinvolto altre vetture, saranno i carabinieri del Radiomobile di Pordenone. Le cause dell’uscita di strada sono ancora in fase di accertamento. Come avviene in questi casi, in ospedale il conducente è stato anche sottoposto all’esame del sangue per accertare in quali condizioni fosse prima di mettersi alla guida.
      Due dei militari feriti sono stati dimessi nel primo pomeriggio: hanno escoriazioni e contusioni. A.M., invece, è stato trattenuto in osservazione fino al tardo pomeriggio.
Il Gazzettino

Inter: ecco perché rischi la B



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Lezioni di sesso, Rosa Fumetto: "Non è vero che piaccia grosso"

"L'eiaculazione precoce è un'emozione"

"Ogni dì un imprenditore rischia di restare senza mutande": nudo contro la crisi

Il titolare della E-Group compra la pagina di un giornale e si
fa fotografare senza veli: «Il governo deve muoversi subito»

La foto provocatoria di Enrico Frare (Ansa)

TREVISO - Nudo per protesta contro la crisi: 18 anni dopo l'ormai famosa foto di Luciano Benetton, un altro imprenditore trevigiano ha voluto comprare oggi una intera pagina del Corriere della Sera e scegliere la provocazione.


Ma se il "patron" della griffe di abbigliamento lo aveva fatto per pubblicità, Enrico Frare, titolare della E-Group, specializzata in abbigliamento sportivo invernale, lo fa per manifestare il disagio della categoria di fronte alla crisi. "Ogni giorno in Italia - recita lo slogan che accompagna la foto di Frare - un imprenditore rischia di rimanere senza mutande".


«Per chi come me cerca di portare avanti il made in Italy - spiega - la situazione non è più sostenibile. C'è chi mi chiede perché non delocalizzo: ma io voglio investire qui». È anche un problema di liquidità. «Le banche - denuncia - anche a fronte di garanzie non concedono più nulla. La conseguenza sono meno investimenti in ricerca, sviluppo del prodotto, ritardi nella consegna e produttività in calo». La soluzione, ammonisce, è una sola: «Il governo deve muoversi subito per non rischiare la fuga delle imprese che hanno fatto la fortuna del nostro territorio».

domenica 30 ottobre 2011

Spilimbergo, minacce di morte alla funzionaria Siae: arrestato il gestore del Caffè del Borgo

Falsificazione materiale, furto, minacce aggravate, ricettazione, appropriazione indebita e violazioni della sorveglianza speciale: è la lunga serie di ipotesi di reato che nei giorni scorsi ha portato in carcere - ora ai domiciliari - Vincenzo Vaccaro, 35 anni. L'indagine è stata condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Spilimbergo. «Sin dagli inizi del 2011 - spiegano i militari dell'Arma -, l'uomo, originario del napoletano, ma residente da tempo nello spilimberghese (a San Giorgio, ndr), aveva posto in essere un variegato e diversificato spettro di reati, per i quali i Carabinieri erano stati costretti a procedere deferendolo più volte in stato di libertà alla Procura di Pordenone». Tuttavia, l'episodio che ha alzato il livello di guardia è accaduto a luglio. «Vaccaro, che coadiuva la convivente nella gestione per conto terzi dell'esercizio commerciale Caffè del Borgo, nella città del mosaico - spiegano i Carabinieri - era come di consueto all'interno del locale quando si è presentata una funzionaria della Siae per dei controlli, considerato che il locale stava organizzando degli spettacoli. L'uomo, al fine di impedire che la verifica fosse portata a termine, ha aggredito verbalmente la funzionaria, ingiuriandola e minacciandola di morte, sino a quando la malcapitata - temendo per la propria incolumità - ha preferito desistere e immediatamente denunciare l'accaduto: inevitabile il deferimento per resistenza a pubblico ufficiale ed ingiurie».
      Per il rumore assordante proveniente dal locale, all'uomo sono state anche elevate svariate contravvenzioni, per un valore pari a circa 8 mila euro, e la temporanea chiusura dell'esercizio commerciale, decisa dal Comune di Spilimbergo.
      I militari dell'Arma hanno, però, dato corso anche ad altre indagini: l'attività investigativa ha permesso di appurare che Vaccaro, dopo aver cercato di entrare in società con dei ristoratori proprietari di un noto locale del centro di Spilimbergo, «millantando - precisano i Carabinieri - una disponibilità economica non reale, nei mesi di aprile e maggio si era impossessato indebitamente di alcuni incassi del ristorante, nonché di arredi e generi alimentari, riutilizzati poi al "Caffè del Borgo" e in parte ottenuti falsificando dei titoli bancari consegnati ai fornitori quali pagamento». Quando i proprietari hanno pienamente compreso quanto stava accadendo, hanno chiesto contezza degli eventi, «ricevendo - concludono i militari dell'Arma - per tutta risposta minacce di morte, volte a farli desistere dal continuare ad avanzare pretese». Vaccaro è stato inoltre denunciato per reati in parte commessi in concorso con la sua convivente.
Il Gazzettino

Di Natale, ci pensa sempre lui

Totò Di Natale festeggia il gol dell'1-0. Epa

Il Palermo si inchina all'Udinese

Il numero 10 segna l'1-0, colpisce una traversa e fa ancora innamorare il Friuli con una paio di giocate da urlo. La squadra di Guidolin fa male con le ripartenze e torna sola al secondo posto. Il Palermo ci prova, ma il mal di trasferta continua


Totò Di Natale festeggia il gol dell'1-0. LaPresse
Totò Di Natale festeggia il gol dell'1-0. LaPresse
C'è Di Natale? Come sta Di Natale? I tifosi dell'Udinese dovrebbero essere informati 24 ore su 24 sulle condizioni del loro fuoriclasse: al primo raffreddore deve scattare l'allarme rosso, quando sta bene si preparino sciarpe e spumanti. Quando c'è Di Natale, infatti, è quasi sempre festa: anche oggi decide lui, contro il Palermo, per la quinta vittoria in campionato. Riscattata la sconfitta di Napoli, quando non c'erano lui (guarda tu che caso) e Isla, un altro dei migliori in campo.
IL DI NATALE SHOW — Lo show del 34enne Totò, in dubbio alla vigilia, comincia presto, con una traversa. Diventa concreto al 38' del primo tempo, quando gira al volo un cross da destra di Basta, firmando l'1-0 (Tsorvas non perfetto). Poco dopo rischia di diventare sublime, quando prova un cucchiaio che finisce di poco fuori. Nella ripresa è costantemente pericoloso nei contropiede dei suoi, e fa innamorare tutti con un tacco al volo con cui spalanca la porta per Armero: tiro sul palo. Applausi per il candidato italiano al Pallone d'Oro, tre punti e secondo posto per l'Udinese.
Per Di Natale sette gol in questo campionato. Epa
Per Di Natale sette gol in questo campionato. Epa
ISLA, ASAMOAH E GLI ALTRI — Di Natale e Udinese si esaltano a vicenda: la squadra di Guidolin interpreta la solita gara di ripartenze letali e sovrapposizioni sulle fasce, impreziosiste dalle giocate del suo fuoriclasse, ben supportato da Floro Flores. L'asse di destra Basta-Isla è assolutamente dominante (gran partita del cileno), Armero è il solito treno, anche se coi piedi non è sempre precisissimo. Asamoah recupera decine di palloni, i friulani nella ripresa costruiscono almeno 6 chiare occasioni da gol: è un caso che i gol segnati non siano di più. A tenere la porta inviolata per un'altra volta ci pensa Handanovic: un paio di interventi decisivi. I bianconeri tornano al secondo posto, a distanza di un punto dagli altri bianconeri, quelli di Torino.
Isla e Balzaretti in contrasto. LaPresse
Isla e Balzaretti in contrasto. LaPresse
PALERMO, TABÙ TRASFERTA — Mangia prova a limitare il centrocampo dell'Udinese rinforzando il suo, con Aguirregaray e Zahavi che trasformano il 4-3-3 della fase offensiva in un 4-5-1 quando i rosanero non hanno palla. Nonostante l'abbondanza, in mezzo si soffre, viste le perfette sovrapposizioni degli avversari. Nelle azioni d'attacco Miccoli è un po' troppo solo, nonostante Zahavi mostri le sue qualità. L'israeliano mette in crisi un paio di volte Benatia e costringe Handanovic al solito mezzo miracolo su un tiro all'angolino. Qualcosa cambia con l'Ingresso di Ilicic: lo sloveno è in giornata sì, parte subito con alcune serpentine e reclama anche un rigore che poteva starci. Il Palermo nel complesso non gioca una cattiva gara, crea abbastanza pur concendendo molto ai contropiede dell'Udinese: i numeri però dicono che il mal di trasferta continua.
Valerio Clari per la Gazzetta dello Sport

Sport TG

sabato 29 ottobre 2011

Inter giù, Juve su...1-2, Roma Catania 2-3, Catania Napoli 2-1...

Il gol di Marchisio. Afp

La Juve passa a San Siro

Inter-Juventus 1-2 (Vucinic 12', Maicon 28', Marchisio 33' pt)

Sì, la Juve è di nuovo grande
Sbanca e torna prima

MILANO, 29 ottobre 2011

I bianconeri vincono 2-1 sul campo dell'Inter una partita bellissima nel primo tempo: Maicon risponde a Vucinic prima della rete di Marchisio, che si vede negare un rigore evidente. Nella ripresa la squadra di Conte controlla concedendo poco

I giocatori della Juve ad abbracciare Conte dopo l'1-0 di Vucinic. Ansa
La Juve è tornata. Attenti alla Juve. Adesso sarà difficile ricordare i settimi posti, adesso sarà difficile rifiutare sdegnosamente la parola "scudetto". La Juve arriva da capolista a San Siro e ne esce ulteriormente rinforzata, grazie a un 2-1 meritato, passibile anche di recriminazioni per un rigore negato e occasioni fallite. Non vinceva a San Siro dal 2008, mai dopo Calciopoli era arrivata qui da "favorita". Alla "goduria" dei bianconeri, che nel finale sognano anche il gol di Del Piero (fuori di poco in contropiede), si aggiunge la consapevolezza di aver dato una mazzata ai rivali di tutta una vita. L’Inter si ritrova a meno undici, alle prese con i problemi di sempre in questa stagione: fiato corto, campo lungo, troppi spazi per gli avversari. La volontà dei "campioni di tutto" non basta più, la voglia di rivalsa dei bianconeri, messi bene in campo da Conte, possono di più.
I GOL — La Juve sfonda sulle fasce ma anche per vie centrali: Matri domina in mezzo all’area e mette lo zampino in entrambi i gol. Il primo arriva al 12’: l’ex Cagliari apre bene a destra per Lichtsteiner, che affonda e crossa basso. Tocco di punta di Matri, respinta di Castellazzi, Vucinic ribadisce in gol per l’1-0. Al 33’ Matri piazza l’assist, chiudendo un bel triangolo al limite dell’area con Marchisio, che penetra come nel burro: rasoterra di destro all’angolino per il 2-1. In mezzo, infatti, c’è stata la reazione dell’Inter: un tiro di Zarate al 26’ è il preludio al pareggio. Sneijder recupera palla a centrocampo, serve Maicon in area: tiro immediato e potente, deviato da Bonucci. Gol e gioia smisurata per il brasiliano, che poco dopo piazza un cross perfetto per Pazzini: colpo di testa e traversa piena. Sotto 2-1, l’Inter ci prova, la Juve non chiude, ma porta a casa i tre punti
IL CASO — Poteva poi esserci un derby d’Italia senza casi da moviola? Il più grosso arriva al 39’, quando Pirlo infila la difesa con un assist centrale per Marchisio. Il centrocampista tocca sopra Castellazzi e poi si gira per saltarlo: contatto netto e rigore. Rizzoli non fischia, risparmiando anche l’espulsione di Castellazzi. Marchisio nell’intervallo rivela che l’arbitro si spiega così: "Avevi già tirato". San Siro poi si infiamma per un mani di Chiellini, comunque avvenuto fuori area.
 
JUVE SUPERIORE — La Juve fa una gran impressione soprattutto nel primo tempo, quando pare poter arrivare al tiro in ogni occasione, grazie a un netto predominio a centrocampo e più idee degli avversari. La squadra di Conte gioca sempre la palla, anche in uscita dalla difesa, prendendosi forse un po’ troppi rischi, con Pirlo che sì illumina, ma talvolta esagera in fase di alleggerimento. Quando si distende fa male grazie alla discese di Lichtsteiner, alle sponde di Matri, alla disciplina tattica di Vucinic, all’ubiquità di Marchisio e Vidal. In più sfrutta la superiorità atletica, spesso visibile a occhio nudo.
INTER, I NERVI NON BASTANO — L’Inter esce da San Siro a meno undici e con molti dubbi sulla possibilità di lottare davvero per tornare in alto. Tutto ciò nonostante non giochi affatto la sua peggior partita della stagione. In questo momento è inferiore alla Juve, se non altro per forma fisica e convinzione, ma resta in partita di nervi. L’esultanza di Maicon ne è testimonianza, così come l’ira di Sneijder nella ripresa. Ranieri dopo l'intervallo stupisce tutti inserendo Castaignos per Zarate: non andrà benissimo. Pazzini prova a riciclare ogni pallone, e fa paura alla Juve dal 3’ (tacco su tiro Maicon) fino al 90’ (girata al volo fuori e tiro ribattuto da Lichtsteiner nel finale), Lucio tiene alta la squadra con gli anticipi, Maicon è la solita arma sulla destra. Non basta, ma avesse giocato sempre così le sconfitte in campionato non sarebbero già cinque.
Valerio Clari per la Gazzetta dello Sport



Doppio Ibra e Nesta: il Milan è in testa

Zlatan Ibrahimovic esulta dopo il primo gol. Ap










Ibra: "Ma siamo solo all'inizio"
Allegri: "Milan, che bella vittoria"

ROMA, 29 ottobre 2011

Lo svedese dopo la doppietta e la vittoria di Roma: "Mancano tante partite". Il tecnico rossonero: "Devo migliorare l'equilibrio". Il collega giallorosso Luis Enrique: "Non siamo ancora una grande squadra. Tassotti? E' una brava persona, ci siamo stretti la mano"



La soddisfazione di Ibra. LaPresse
Ha lottato così tanto che alla fine si è sentito male. Il leone Ibra però non nasconde tutta la sua soddisfazione: due gol, partita esemplare, uomo guida del Milan. "Sto bene, sto bene. Oggi abbiamo vinto, sono tre punti fondamentali, abbiamo fatto una grande partita, mi dispiace che abbiamo preso il secondo gol, ma per me la partita era sotto controllo". Ibra distrutto ma soddisfatto, che mette in risalto pregi e difetti: "Avremmo potuto fare anche 4-1 oppure 5-1 se avessimo avuto un po’ di fortuna". Ibra però frena sull'entusiasmo, perché la strada è ancora lunga: "Siamo solo all’inizio, è una vittoria importante, ma mancano tante partite. Se continuiamo così, arriviamo alla fine come primi".
ALLEGRI TROVA I DIFETTI — "L'espulsione? Nulla di particolare, una discussione su una rimessa laterale frutto della tensione della partita", spiega Massimiliano Allegri. "È stata una bella vittoria contro una squadra che farà benissimo in campionato, la Roma è una tra le sette pretendenti al titolo. Il Milan oggi ha dato una bella risposta, abbiamo sofferto poco nella ripresa contro una Roma aggressiva, abbiamo sbagliato qualche occasione da gol, poi abbiamo subito il 2-3 nel finale e gli ultimi 5 minuti sono stati sofferti". Il tecnico rossonero elogia anche i singoli. "Ibra è stato bravissimo, ha fatto una partita straordinaria come lo stesso Abbiati che ha fatto una parata importante e difficile". Il tecnico rossonero, però, non dimentica le cose che non sono andate proprio benissimo. "Abbiamo preso un gol su calcio d'angolo, lì dobbiamo migliorare, nel secondo Nesta doveva essere un po' più deciso e magari spazzare in tribuna, ma l'importante era vincere e ottenere la quarta vittoria consecutiva in campionato. Adesso ci sarà la Champions League e poi dovremo prepararci per il Catania che sta facendo molto bene, poi ci sarà la sosta. L'importante era vincere oggi, poi bisogna sempre cercare di mantenere l'equilibrio e vedere dove bisogna migliorare, ma indipendentemente dagli errori tecnici, oggi la squadra ha difeso tutta insieme ed è migliorata da questo punto di vista".
La tensione di Luis Enrique.Ansa
GALLIANI ELOGIA CASSANO — "Subiamo sempre tanti gol, ma abbiamo una potenza di fuoco pazzesca" commenta felice l'a.d. del Milan, Adriano Galliani. "Quando riusciamo a recuperare i nostri giocatori siamo un'altra squadra. Ora siamo molto contenti". Poi tesse le lodi di Antonio Cassano: "Sta diventando un assist-man straordinario e poi è felice di stare con noi. Ha avuto dei momenti difficili questa estate e poi si è rasserenato. Merito sia suo sia del Milan, abbiamo capito la sua psicologia. Ora è un giocatore felice. Ora i pantaloni che gli abbiamo fatto questa estate gli cascano per terra, credo che non si offenderà se lo dico"
L'UMILTA' DI LUIS ENRIQUE — Poi Luis Enqrique, il romanista sconfitto. "Ci sono grandi differenze. Abbiamo fatto tanti tiri in porta più dell'avversario, ma senza la determinazione che serve in questo tipo di partite. Non ho mai visto la possibilità di vincerla questa gara". Lo spagnolo è molto sincero dopo la sconfitta casalinga contro il Milan ed ammette che questa Roma ha ancora molto da lavorare per diventare una grande squadra e portare a termine il progetto per il quale è stato chiamato. Ad esempio, il gol di Nesta è il classico esempio di come qualcosa non abbia funzionato nella formazione giallorossa. "Questo è il bello e il brutto del calcio, abbiamo parlato tutta la settimana dei calci piazzati. Io ho giocato tante di queste gare e la differenza la fanno i particolari, ad esempio il nostro gol di testa di Burdisso con Zambrotta che gli stava sul collo ed il gol di Nesta che era solo in area. Noi siamo ancora lontani e dobbiamo lavorare tanto, non siamo ancora una grande squadra, dobbiamo migliorare molto, io per primo". Stasera lo spagnolo ha schierato l'undicesima formazione diversa. "Penso che la mia squadra sia sempre la migliore possibile e continuo a pensarlo. Quando la Roma mi ha ingaggiato l'ha fatto sapendo chi ero e come la pensavo, l'anno scorso non so quante volte ho ripetuto la stessa formazione e sarà sempre così anche per il futuro. Ancora mancano tante cose in alcune fasi del gioco e come sempre io sono il massimo responsabile di tutto, io devo lavorare, io devo far loro capire che dobbiamo migliorare. La stretta di mano con Tassotti? Abbiamo amici in comune e sapevo che era una brava persona e poi è passato tanto tempo da quel fatto che io neppure mi ricordo"
La Gazzetta dello Sport









Bergessio stende il Napoli


Catania esulta









Catania ammazzagrandi
Bergessio stende il Napoli

Milano, 29 ottobre 2011

Al Massimino non si passa: la squadra di Mazzarri si arrende. Finisce 2-1: apre con un gol-lampo Cavani, poi segnano Marchese e l'argentino, preferito a Maxi Lopez. Espulso Santana


Bergessio esulta dopo il 2-1. Ansa
Clamoroso al Cibali? Macché, ormai qui si sono abituati. Il Catania continua a fare vittime eccellenti in casa: dopo la vittoria sull'Inter e il pari con la Juve, la squadra di Montella batte il Napoli in rimonta e lo agguanta a quota 14. Mazzarri è penalizzato dall'espulsione di Santana che costringe i suoi a giocare l'intera ripresa in dieci, si vede costretto a rivedere il piano-turnover architettato in avvio, ma non riesce a recuperare la partita. E adesso il pensiero è tutto per la gara di mercoledì contro il Bayern.
Edinson Cavani, a segno al primo minuto. LaPresse
Edinson Cavani, a segno al primo minuto. LaPresse
SANTANA IN MEZZO — Mazzarri deve pensare alla delicata trasferta di Champions e il turnover è ampio. Se Cavani e Lavezzi sono al loro posto, Mascara, storico ex, prende il posto di Hamsik. In mezzo la novità è Santana in coppia con Inler, e Dzemaili in panchina. Resta fuori anche Maggio, sostituito da Zuniga. Dietro Fideleff e Fernandez affiancano Cannavaro, che salterà il Bayern per squalifica. Meno rimaneggiato il Catania. Montella recupera Gomez, che fa coppia con Bergessio, mentre Maxi Lopez si accomoda in panchina.
 
LAMPO IN AVVIO — Dopo neanche un minuto, è già Napoli: cross teso di Dossena dalla sinistra, Cavani taglia sul primo palo, anticipa Spolli e batte Andujar. La gara non poteva iniziare meglio per Mazzarri. Sull'onda dell'entusiasmo i partenopei fanno la partita nei primi minuti. All' 8' Lavezzi mette dentro un gran pallone su cui svetta Fideleff, che però non trova la porta. Poi ci prova ancora Cavani, dopo una bella giocata su Bellusci, ma stavolta Andujar gli dice di no. Il Catania ci mette un po' a riordinarsi. Davanti è una squadra molto rapida, ma in avvio prevale la confusione e i centrali del Napoli fanno un figurone.
Marchese, autore del gol del pareggio. Ansa
Marchese, autore del gol del pareggio. Ansa
REAZIONE — Col passare dei minuti il vento comincia a cambiare. Marchese spinge costantemente sulla sinistra, con Gomez e Bergessio che cominciano a prendere la mira. Al 23' c'è l'ottima palla di Almiron per Gomez, che prova il colpo al volo ma manda alto. Due minuti dopo arriva il pari: Gomez prova il destro su invito di Marchese, ma trova un rimpallo; sulla ribattuta è pronto lo stesso Marchese, che non sbaglia con il sinistro. Il gol accende la partita, che diventa bella, con continui capovolgimenti di fronte. Il Napoli sfiora il nuovo vantaggio con Lavezzi (Bellusci salva sulla linea), il Catania lo fa con Gomez e Almiron, che manda a lato un rigore in movimento. Al 43' la svolta della gara: Santana, che fatica da centrocampista centrale, si prende il doppio giallo e lascia i suoi in dieci.
RIBALTONE — Mazzarri decide di non cambiare nulla in avvio di ripresa. Mascara passa sulla linea dei centrocampisti nel 3-4-1-1. Sfortuna vuole che il Catania trovi subito il raddoppio. Terzo minuto: cross capolavoro di Ricchiuti, che ha giocato una partita di buon livello, per il colpo di testa vincente di Bergessio. Sotto di un gol e di un uomo, con un Catania fisicamente tonico, Mazzarri corre ai ripari: dentro Dzemaili e Maggio per Mascara e Fideleff, e poi Hamsik per Dossena. La squadra di Montella risponde con Barrientos per Ricchiuti, si chiude con ordine e si affida ai contropiedi. In uno di questi, Gomez manda a lato il 3-1, che avrebbe chiuso la sfida. E invece i partenopei giocano un finale molto generoso e sfiorano anche il pari con Dzemaili, che trova Spolli sulla traiettoria. Finisce 2-1: ride il Catania, mentre il Napoli dovrà ritrovarsi in vista delle delicate sfide contro Bayern e Juventus.
Emiliano Pozzoni per la Gazzetta dello Sport