martedì 13 settembre 2011

Scuola: "Don't panic"


Oggi la Federazione degli studenti distribuisce davanti agli istituti romani
“don’t panic”, vademecum per orientarsi nelle difficoltà della scuola
pubblica dopo la scure Tremonti-Gelmini
Bilanci preventivi e conti consuntivi.
Meglio essere preparati ad affrontare
un anno difficile nella “scuola tagliata”
dai ministri Tremonti e Gelmini.
Per questo motivo oggi la Federazione
degli studenti distribuirà davanti agli
istitutidella capitale la
guida “don’t panic”,
per sopravvivere nelle difficoltà della
scuola pubblica nell’era Berlusconi.
“Chiediamo da sempre il diritto allo studio per tutti – si legge nella guida – la messa in
sicurezzadegli edifici scolastici, i fondi necessari per il funzionamento e il mantenimento
delle nostre scuole”.
Richieste sancite anche dalla Costituzione, ormai sempre più disattese.
Allora meglio essere pronti a dare battaglia nei consigli d’istituto, nelle consulte
provinciali e in quella nazionale. Organismi dei quali gli studenti grazie alla guida
possono conoscerne strutture e funzioni.

Perché la salute della scuola pubblica è a rischio. Ieri il presidente della Regione
Lombardia, Roberto Formigoni, polemizzando col sindaco di Milano Giuliano 
Pisapia – reo secondo lui di aver privilegiato le scuole pubbliche nella sua lettera
per l’inizio dell’anno dove erano citati gli articoli 33 e 34 della Costituzione –
ha dichiarato che “non si può dare attenzione soltanto alle scuole statali, poiché
dopo la riforma Berlinguer le scuole statali e paritarie sono sullo stesso piano”.
Magari favorendo le seconde con i buoni-scuola che aiutanole famiglie a dirigersi
verso i privati. “Siamo seriamente preoccupati – ha risposto
il coordinatorenazionale dell’Unione degli Studenti, Mariano di Palma – è
inaccettabile in una situazione come questa in cui la scuola pubblica è in ginocchio,
noi studenti siamo costretti in strutture non a norma,senza finanziamenti al diritto
allo studio, e con il preoccupante indirizzo del governo adiminuire ulteriormente
i fondi per l’autonomia scolastica, mentre i privilegi delle scuole private rimangono
immutati, che Formigoni
si permetta di palesare una rivendicazione del genere ovvero pretende
che le scuole private vengano ancora più avvantaggiate”.


L’autunno in arrivo sarà molto movimentato. Le associazioni studentesche
annunciano:“Saremo ovunque” e le proteste sono attese in tutta Italia. A partire
da domani a Roma, quando in piazza Montecitorio scenderanno le famiglie dei
bambini disabili, con una grande gabbia piena di carrozzine a rotelle, per
protestare contro il taglio degli insegnanti di sostegno, nonostante una sentenza
della Corte Costituzionale che prevede l’assegnazione di un docente
specializzato, anche a tempo pieno, per ciascun bambino. Secondo un calcolo
dei genitori in Italia mancano 65 mila insegnanti per le ore di recupero degli
studenti afflitti da deficit.

Fino alla grande manifestazione nazionale convocata per il 7 ottobre e
annunciata ieri con unostriscione calato dalla terrazza del Pincio a Roma.
Gli studenti chiederanno una legge nazionale per il diritto allo studio,
l’eliminazione del buono scuola e maggiori investimenti sulla scuola
 pubblica. Guidati dallo slogan “Suoniamogliele”.
Perché la musica deve cambiare.

da Il Fatto Quotidiano del 13 settembre 2011

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