La pioggia ha rotto la magia nelle ultime ore della Festa del libro con gli autori, che comunque, anche quest’anno si è chiusa con successo, confermando le 100 mila presenze. «Non abbiamo ancora dati certi - ha detto ieri sera il direttore artistico Gian Mario Villalta - ma una più o una meno non incidono sul successo consolidato del festival. Un festival ampliato, quest’anno spalmato su 5 giornate, che a mio avviso ha raggiunto un livello notevole». Nonostante il maltempo finale, che non ha però colto impreparati gli organizzatori: che già ieri mattina avevano provveduto a spostare, non senza dispendio di energie, tutte le attrezzature e il personale in spazi coperti.
L’edizione numero 12 della Festa del libro è andata in soffitta con numeri record per quanto riguarda gli incontri, gli autori ospiti, oltre che per la presenza di volumi in vendita, ma la crisi economica si è fatta sentire in quest’ultimo settore. A detta dei librai in piazza XX Settembre, l’affluenza ai banchetti non è calata rispetto agli anni scorsi, ma le vendite si sono contratte di circa il 30%. «Se lo scorso anno una persona comperava tre libri, quest’anno ne ha acquistato uno solo», hanno detto al Centro biblioteche Lovat, che in città ha portato quasi 50 mila volumi di una cinquantina di editori. «Pure i festival dunque stanno incominciando a risentire delle ristrettezze economiche che nell’arco dell’anno hanno fatto registrare ai librai italiani una perdita del 10%». Soddisfatti, invece, per gli introiti si sono detti baristi e ristoratori.
Anche quest’anno si sono ripetute le proteste per le lunghe file d’attesa e qualcuno ha anche dato in escandescenza. «L’altra sera ero in fila dalle 19 per seguire l’incontro con Giuseppe Battiston - ha detto Alberto Ros - che si teneva alle 21.30, ma non sono riuscito a entrare. Mi sono passate davanti almeno 30 persone con i pass. Io sono rimasto amareggiato, ma un signore si è messo a urlare "vergogna". E sono intervenuti i carabinieri». Ma c’è anche chi, come Liviana Covre, parla «di democratiche code per assistere agli incontri, tra persone che amano discutere e confrontarsi, mentre ingannano il tempo dell’attesa. Ho notato - ha aggiunto - che è stato accolto l’invito degli organizzatori a non esibire sfrontatamente i pass: in un paese in cui i più volgari faccendieri viaggiano negli aerei di Stato, dobbiamo imparare dalla sorella di Villalta che, scevra di qualsiasi forma di nepotismo, affronta ogni anno le file in serafica semplicità!». Le «spicosi che scattano a Pordenone - ha sottolineato Villalta - sono impensabili in altre parti del mondo, in rapporto alla qualità, alla gratuità e al lavoro profuso per l’organizzazione e l’accoglienza. È umano che ci siano intoppi, ma non possiamo fare miracoli: è impossibile seguire tutti gli incontri. Invito chi protesta ad andare a vedere come funziona altrove, dove per altro si paga, e poi a fare un confronto».
Il Gazzettino
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