Il premier scende dal volo di Stato accompagnato dal faccendiere, oggi latitante. Nel filmato del governo
panamense, che documenta la visita ufficiale del 29 e 30 giugno 2010, l'ex direttore dell'Avanti è
chiaramente visibile, come ha notato oggi Il Fatto quotidiano, dietro il presidente del Consiglio mentre
scende dalla scaletta dell'aereo
Visita di Stato di Silvio Berlusconi, primo ministro italiano e di Valter Lavitola, oggi
latitante. Amaro destino: ora Lavitola in Italia troverebbe un cellulare della polizia
che l’attende.
Un anno fa viaggiava con tutti gli onori sull’Airbus della Presidenza del Consiglio.
Ogni dettaglio è immortalato nei video ufficiali del governo panamense del 29 e 30
giugno 2010.
Accanto a loro due dame: una bruna misteriosa e una bionda che somiglia tanto a
Federica Gagliardi, collaboratrice di Renata Polverini, già avvistata sul volo
presidenziale in Canada di due giorni prima.
Le immagini: il tricolore e la bandiera di Panama garriscono nel vento. I notabili della
Repubblica centroamericana attendono all’aeroporto con signore. Sono tutti eleganti
ed emozionati, non era mai successo che un primo ministro italiano visitasse Panama.
Così i vip stringono bandierine, i soldati indossano l’alta uniforme, i bambini in costume
offrono doni.
C’è addirittura chi espone uno striscione: “Benvenuto presidente Berlusconi”.
L’aereo della Presidenza del Consiglio atterra. Lo sportello si apre ed ecco che
scende Berlusconi. Subito dopo si affaccia il resto della delegazione italiana che ha
viaggiato a spese dello Stato sull’Airbus presidenziale: accanto a Berlusconi…
sembra proprio lui, anzi è lui, Valter Lavitola. L’unico senza cravatta.
Si guarda intorno come uno che è di casa da quelle parti.
IlCavaliere e Lavitola sono accolti dalla banda che suona l’inno. Berlusconi stringe mani, latitante. Amaro destino: ora Lavitola in Italia troverebbe un cellulare della polizia
che l’attende.
Un anno fa viaggiava con tutti gli onori sull’Airbus della Presidenza del Consiglio.
Ogni dettaglio è immortalato nei video ufficiali del governo panamense del 29 e 30
giugno 2010.
Accanto a loro due dame: una bruna misteriosa e una bionda che somiglia tanto a
Federica Gagliardi, collaboratrice di Renata Polverini, già avvistata sul volo
presidenziale in Canada di due giorni prima.
Le immagini: il tricolore e la bandiera di Panama garriscono nel vento. I notabili della
Repubblica centroamericana attendono all’aeroporto con signore. Sono tutti eleganti
ed emozionati, non era mai successo che un primo ministro italiano visitasse Panama.
Così i vip stringono bandierine, i soldati indossano l’alta uniforme, i bambini in costume
offrono doni.
C’è addirittura chi espone uno striscione: “Benvenuto presidente Berlusconi”.
L’aereo della Presidenza del Consiglio atterra. Lo sportello si apre ed ecco che
scende Berlusconi. Subito dopo si affaccia il resto della delegazione italiana che ha
viaggiato a spese dello Stato sull’Airbus presidenziale: accanto a Berlusconi…
sembra proprio lui, anzi è lui, Valter Lavitola. L’unico senza cravatta.
Si guarda intorno come uno che è di casa da quelle parti.
Lavitola si scambia pacche sulle spalle con i notabili panamensi. Nell’aria centinaia di
palloncini bianchi, rossi e verdi: “Che meraviglia”, sorride il premier. Il rapporto tra Italia
e Panama è stretto come non mai. Appena un mese prima era passato anche il
responsabile della Farnesina: “È la prima volta per un ministro degli Esteri italiano in
106 anni”, aveva
spiegato Franco Frattini sistemandosi i capelli e annunciando accordi anche in
materia culturale e universitaria. Ma a che cosa era dovuta la visita tanto attesa nel
paese del canale? Una spiegazione l’aveva data nel dicembre 2009 lo stesso
Cavaliere durante la conferenza che aveva richiamato in Italia il presidente
panamense Ricardo Martinelli:
“Devo preparare le valigie per spostarmi a Panama. Mi mancheranno Repubblica,
l’Unità, Annozero e i pm. Però cercherò di sopravvivere. Caro Ricardo, preparami
un’accoglienza degna. Poi in privato ti prego di provvedere ad altre attrattive che mi
stanno molto a cuore”.
I presenti l’avevano presa come una battuta. È un altro video ufficiale di Panama,
del 30 giugno 2010, a raccontare le altre ragioni della visita: “Panama e l’Italia
sottoscrivono un accordo in materia di lotta all’evasione fiscale e di sicurezza”.
Panama non è il principale paradiso fiscale utilizzato dagli italiani, ma a Berlusconi e
Lavitola sta particolarmente a cuore. Ed ecco la firma. Le due delegazioni applaudono:
dalla parte italiana si intravvedono ufficiali delle forze dell’ordine, poi l’immancabile
Lavitola (stavolta con cravatta), vicino a Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio. Quindi le due dame, bruna e bionda.
Il trattato, senza che nessuno ci facesse troppo caso, è diventato
operativo in due tranche, a febbraio e agosto di quest’anno, inserito nel decreto
per il finanziamento delle missioni militari all’estero.
Quello che il video panamense non dice è il retroscena dell’accordo (descritto da Il Fatto l’8 settembre scorso): l’Italia passa a Panama sei navi della Guardia Costiera. Un dono che può essere stimato in 35-40 milioni. Un “allegato” per un contratto Finmeccanica.
Sorridono tutti, e ne hanno ben donde: Lavitola perché grazie a quella firma incassa una provvigione che potrebbe arrivare a 8 milioni di euro; Finmeccanica che ha intascato un contratto da 165 milioni per il pattugliamento elettronico delle coste contro i narcotrafficanti (interessate Selex, Agusta e Telespazio). E sorride, ovviamente, Martinelli perché si porta a casa sei imbarcazioni di prim’ordine: due pattugliatori di 52 metri (nuovi valgono 35 milioni l’uno, usati più di 10). Più quattro motovedette da 25 metri, del tipo utilizzato per affrontare l’emergenza immigrati a Lampedusa. L’Italia quindi in prima fila per il pattugliamento delle coste. Di Panama. Forse a questo affare si riferisce un’intercettazione contenuta nelle carte dell’inchiesta di Napoli. Al telefono Lavitola e Alessandro Picchio, consigliere militare di Berlusconi: “Sto aspettando di vedere la bozza (del decreto, ndr) che ancora non è stata pubblicata… Comunque lei non mi può far sapere se per caso sorgono problemi nel prossimo preconsiglio?”, chiede Lavitola. “Se uno insiste troppo si crea l’effetto contrario”, ribatte Picchio che, comunque, non manca di garantire il proprio interessamento.
Intanto Lavitola si è rifugiato proprio laggiù. E lancia messaggi sibillini a Niccolò Ghedini, avvocato del premier e suo nemico dichiarato: Ghedini “dal rapporto con Berlusconi ha ottenuto fama, potere e laute parcelle. Io un mare di guai”. E le minacce di prendere a bastonate Ghedini? “È vero che Ghedini e Letta si opposero alla mia candidatura alle elezioni. Avendola ritenuta una vigliaccata ero “infuriato”. Sarebbe, però, interessante se spiegassero perché Berlusconi sosteneva la mia candidatura e loro posero il veto”.
Da Il Fatto Quotidiano del 24 settembre 2011
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