Luca Pezzotto: «La perdita di Mattia ci sta facendo rivalutare molte cose, come lui tanti casi di cui nessuno parla o scrive»
PORDENONE – Mattia, una vita di 23 settimane e tre giorni. Un bambino mai nato, un feto, questo dice la legge. Una nascita prematura, un bimbo perfetto, dicono invece i suoi genitori, che nonostante la dolorosa esperienza hanno avuto la forza di trasformare in un inno alla vita la perdita del figlio tanto desiderato.
Quella di Isabella e Luca Pezzotto, di Corva di Azzano Decimo (Pordenone), è una storia che fa a pugni con una quotidianità abituata ad azzerare valori e senso della vita. Perchè Mattia, sopravvissuto solo qualche istante, è stato battezzato dal papà in sala parto al Burlo Garofalo di Trieste, con l’acqua santa e la formula prevista dalla Chiesa: «Mattia, io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo». Questa mattina, alle 11, nella chiesa arcipretale di San Giorgio, a Pordenone, don Vittorio Menaldo celebrerà il rito funebre che si concluderà con la tumulazione nel cimitero di Corva. E i soldi che i genitori avevano destinato alle esigenze del loro bimbo verranno utilizzati per «tutti quei Mattia – come sottolinea il padre – che muoiono ogni giorno senza pesarci sulla coscienza e di cui nessuno parla e scrive».
La fede che sostiene Luca Pezzotto, 37 anni, da una decina di anni ammalato di sclerosi multipla, è come la roccia che arrampicava da alpinista. Ed è la stessa che sorregge la moglie Isabella. «Abbiamo ricevuto questo regalo», spiega Luca. «La perdita di un figlio è un’esperienza forte, sulle spalle portiamo già il peso della mia malattia. Ci ha toccato e ci sta facendo rivalutare tante cose». Dopo l’addio a Mattia, i suoi genitori si concederanno qualche giorno di riflessione. L’obiettivo è quello di raggiungere qualche missione per portare il loro aiuto ai bambini che più ne hanno bisogno. «Ringrazio il Cielo – afferma Pezzotto – per i cinque mesi in cui abbiamo aspettato Mattia: è stata una gioia che non avevamo mai provato prima. Continueremo insieme a mettere a frutto questa gioia».
Il rispetto per la vita e il cammino di fede di Luca e Isabella sono ribaditi in un libro che Pezzotto ha presentato sabato scorso a San Lorenzo di Arzene, in occasione dell’inaugurazione di una sua mostra di pittura. Si intitola “Il mio libertare”, racconta del percorso fatto negli ultimi 10 anni, dal momento in cui gli hanno diagnosticato la sclerosi multipla alla fuga iniziale, fino alla rivalutazione della sua esistenza. «Mi sono aperto – racconta – Il libro vuole essere un messaggio a tutti quei giovani che non hanno problemi: la vita è preziosa, basta sprecarla con le cavolate». Il 50% del ricavato andrà all’Aism, di cui Pezzotto è rappresentante. L’addio a Mattia sarà invece l’occasione per aiutare “La Quercia millenaria”, una onlus conosciuta durante la degenza di Isabella in Ostetricia. Aiuta le mamme che decidono di non interrompere le gravidanze e i bambini prematuri abbandonati dai genitori.
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