LA POLEMICA
"Cose dell'altro mondo ci diffama"
Dal Veneto l'invito al boicottaggio
Sul web si scatena la protesta contro il film di Francesco Patierno, in cui Diego Abatantuono è un imprenditore razzista di un paesino del Nordest che di fronte alla scomparsa improvvisa di tutti gli extracomunitari è costretto a implorare il loro ritorno. In rete insulti al protagonista e frasi contro "voi italiani". Il regista: "Evidentemente tocca un nervo scoperto"
"Conviviamo con i fondamentalisti islamici, gli zingari, i fancazzisti albanesi: prendete il cammello e andate a casa", urla Abatantuono dallo studio della sua tv, teatro delle sue predicazioni sull'opportunità di un mondo privo di extracomunitari. E quando quel giorno paradossalmente arriva, chiudono i bar, le aziende non vanno avanti, non c'è più nessuno che faccia le pulizie nelle case e sembra ci sia una guerra in corso. La situazione si fa così pesante che Abatantuono non può che pregare: "Falli tornare indietro tutti".
E alcuni cittadini veneti si scatenano sul web. "Boicottate questo film diffamatorio e razzista" scrive un utente; e poi frasi come "voi italiani non siete stato in grado di integrarvi con i veneti perché non riuscite a comprenderli, perché troppo diversi culturalmente da voi" oppure "Abatantuono attore da quattro soldi" o "film finanziato con 1,3 milioni di euro dallo Stato e hanno anche il coraggio di deridere i veneti che li finanziano (involontariamente)". E su YouTube il trailer del film raccoglie più "non mi piace" che "mi piace". Mentre da giorni la stampa locale dedica attenzione al film.
Già prima delle riprese c'erano stati problemi. "All'ultimo momento il sindaco di Treviso Gian Paolo Gobbo della Lega Nord aveva negato i permessi per girare lì, fortunatamente concessi dal sindaco di Bassano del Grappa Stefano Cimatti - ricorda il regista Patierno - ironia e cinismo sono le caratteristiche di questa commedia 'cattiva' ma se prima ancora di vedere il film c'è tutto questo rumore, evidentemente ci sono dei nervi scoperti e non è certo colpa mia".
Al centro della storia, sceneggiata dallo stesso Patierno con Diego De Silva e Giovanna Koch, liberamente ispirata al film A day without a mexican di Sergio Arau e Yareli Arizmendi, "c'è una riflessione, a volte più che ironica, sul concetto di integrazione. Che io l'abbia ambientata in Veneto si spiega: è la regione con più alta percentuale di immigrati con permesso di soggiorno". Per Patierno, che rivendica di essere per metà veneto, "queste polemiche preventive sono strumentali. A monte c'è che in questo Paese c'è sempre troppa ideologia e vorrei che una volta visto il film si potesse cambiare idea. Cose dell'altro mondo è molto trasversale e non è classificabile politicamente, parla di una storia di fantasia ma che non guarda in faccia a nessuno su un argomento serio, come l'integrazione, raccontato in modo non serioso. Non a caso - conclude Patierno - la coppia protagonista, Abatantuono e Mastandrea, è di quelle che fanno ridere ma capaci anche di passare in un secondo dalla commedia al dramma".
Prodotto da Marco Poccioni e Marco Valsania per Rodeo Drive (in collaborazione con Medusa e Sky Cinema), Cose dell'altro mondo ha ottenuto anche il riconoscimento di film di interesse culturale nazionale dal ministero per i Beni culturali.
da Repubblica
15 ottobre 2010
Treviso dice no al film sugli immigrati
Il regista Francesco Patierno doveva girare nella Marca il film «Cose dell’altro mondo», una pellicola che parla di immigrazione. Ma il sindaco Gobbo ha negato i permessi per il set in città: "Non c'entra la politica. Erano troppo gravose le loro esigenze: volevano un toro libero in piazza dei Signori" spiega. Ora la troupe emigra a Bassano. Annullate prenotazioni in alberghi e ristoranti: la città perde 700 mila euro
TREVISO. Il «no» del sindaco di Treviso Gian Paolo Gobbo costa, a spanne, tra settecentomila euro e un milione di euro. Che non arriveranno in città. Il «no» è quello sbattuto in faccia, a dieci giorni dall'inizio delle riprese, alla produzione del film Cose dell'altro mondo, diretto da Francesco Patierno. Un divieto a sbarcare in città con la troupe per girare gran parte della pellicola: sosta prevista sei settimane, una ciquantina di persone che avrebbero lavorato, e quindi abitato e consumato, a Treviso durante la lavorazione.
Praticamente un voltafaccia, improvviso e devastante per la produzione, la Rodeo Drive, che in fretta e furia ha dovuto cercare altre location, buttare all'aria il lavoro già fatto a Treviso, e soprattutto annullare prenotazioni a raffica.
Basta un dato per cogliere la dimensione della perdita economica per tutta la città: l'Hotel Boscolo Maggior Consiglio, quello sul Terraglio, aveva prenotazioni per 2500 notti, l'equivalente di cinquanta persone per cinque settimane, mezzo hotel riempito. Sono rimaste le briciole, per qualche pernottamento che ancora si farà a Treviso, meno di due settimane. E i ristoranti? Erano già stati presi accordi con alcuni dei locali della città, colpo di spugna anche su quelli. E cancellati anche tutta una serie di servizi logistici di cui i cineasti avevano bisogno: dall'affitto di veicoli a quello di attrezzature tecniche. Ma perché il sindaco Gobbo non ha voluto il film?
Dice sostanzialmente: ho pensato alla città. Cioé ai disagi. «Ho visto le loro richieste: imponevano troppe chiusure di strade, troppo impegno da parte del personale dell'amministrazione, dei vigili urbani. E poi il toro in piazza...» Che toro? «Volevano portare un toro, libero, in piazza dei Signori: mi è sembrato troppo». Queste le motivazioni del no, chiuse da un lapidario «la politica non c'entra niente».
Opportuna specificazione, perché in realtà il sospetto, e i precedenti, c'erano tutti. Cose dell'altro mondo è una storia che parla di immigrati. O meglio, dove gli immigrati c'entrano. Il protagonista è Diego Abatantuono, che impersona Libero Golfetto, un imprenditore che dalla sua tv privata lancia appelli contro l'invasione degli extracomunitari. Dài e dài, come per miracolo il suo sogno si avvera: dalla sera alla mattina tutti gli immigrati spariscono. E cominciamo, appunto, cose dell'altro mondo.
Già in quel Libero Golfetto, imprenditore e proprietario di tv, Panto junior aveva intravvisto una possibile identificazione con la figura del padre, e gli si erano scoperti i nervi. Aveva minacciato querele ancora prima che fosse girato un metro di pellicola, aveva letto la sceneggiatura mantenendo tutti i suoi dubbi. Ma le assicurazioni di Francesco Patierno l'avevano calmato. In realtà il film non va in cerca della politica, della denuncia sociale: racconta una storia e cerca di divertire giocando con il paradosso.
Certo, i "si dice" non hanno giocato a suo favore. Eppure se ne parlava fin da aprile, a Treviso, e contatti c'erano stati con vari esponenti del Comune, tutti lieti di aprire le porte alla produzione, al regista, al cast, allo staff e ai soldini che tutti costoro portavano. Tanto che il lavoro preventivo di scelta delle location era stato tranquillamente fatto, così come il casting per le comparse: altri posti di lavoro persi improvvisamente dai trevigiani.
Ma, dice con una punta di amarezza il direttore dell'Hotel Maggior Consiglio, Mauro Camizzi, «non si tratta solo di un danno economico per molti operatori in città. Penso a due cose: quante volte, in quante riunioni all'Apt, in convegni e discussioni, si è parlato del rilancio del turismo nella Marca? Poi arriva un'occasione e la si rifiuta. Seconda cosa: Patierno e Abatantuono venivano a fare un film in cui Treviso sarebbe stata protagonista, l'immagine della città, e loro giurano che non avrebbe sfigurato, avrebbe girato per le quattrocento sale della distribuzione Medusa, poi sarebbe approdata in tv, e poi ancora e ancora in altre reti. Era uno spot lunghissimo che sarebbe servito anche al di là dell'immediata ricaduta economica».
La produzione non cerca polemiche, se ne va zitta zitta a Bassano, dove si fregano le mani e li aspettano con la banda. Alcune location in ambienti privati restano quelle di Treviso, le gireranno lì comunque. Magari portandosi dietro i panini da Bassano.
da La Tribuna di Treviso di 9 mesi fa
TRAMA DEL FILM COSE DELL'ALTRO MONDO:
Mettiamo una bella, civile e laboriosa città del Nord Est. Mettiamo che questa città abbia una percentuale alta di lavoratori immigrati, tutti in regola e ben inseriti. E mettiamo, per esempio, che un buontempone d'industriale si diverta a mettere quotidianamente in scena un teatrino razzista: iperbole, giochi di parole, battute sarcastiche, tutte, ma proprio tutte, così politicamente scorrette da risultare esilaranti. Mettiamo che un giorno il teatrino si faccia realtà, che gli immigrati, invitati a sloggiare, tolgano il disturbo. Per sempre... "Cose dell'altro mondo" esplora questo paradosso, con lo stesso linguaggio politicamente scorretto del suo protagonista: ironia in luogo della drammaticità, imbarazzo al posto dell'ideologia, tenerezza dove si vorrebbe conforto sociologico.
USCITA CINEMA: 03/09/2011
REGIA: Francesco Patierno
SCENEGGIATURA: Diego De Silva, Giovanna Koch, Francesco Patierno
ATTORI: Valerio Mastandrea, Diego Abatantuono, Valentina Lodovini, Sandra Collodel, Maria Grazia Schiavo, Maurizio Donadoni, Vitaliano Trevisan, Riccardo Bergo , Sergio Bustric, Fabio Ferri, Laura Efrikian, Fulvio Molena
FOTOGRAFIA: Mauro Marchetti
MONTAGGIO: Cecilia Zanuso
PRODUZIONE: Rodeo Drive
DISTRIBUZIONE: Medusa film
PAESE: Italia 2011
GENERE: Commedia
DURATA: 90 Min
FORMATO: Colore
COMINGSOON
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