Grotte di Pradis: turisti "bloccati"
La conta dei danni causati dai colpi di vento e dalla grandinata record, che si sono abbattuti sabato pomeriggio su montagna e pedemontana pordenonese, si fa di ora in ora sempre più pesante, al punto che alcuni sindaci già oggi contatteranno l'assessore regionale alla Protezione civile, Luca Ciriani, per verificare se vi siano i presupposti per chiedere lo stato di calamità naturale, anche in virtù del fatto che la zona colpita è piuttosto vasta.
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La Grotta del Clusantin sull'Altopiano di Pradis |
CLAUZETTO. A conti fatti, Clauzetto pare la realtà messa peggio dell'intera provincia. «Quello che si è abbattuto nella zona di Pradis di Sotto può essere definito, seppure con le dovute proporzioni, un vero e proprio uragano», ha commentato il sindaco, Giuliano Cescutti, che ha trascorso anche la domenica assieme ai volontari a continuare a porre rimedio ai danni del maltempo. Il primo cittadino ha ricordato che a circa 500 metri dalle Grotte di Pradis la strada era interrotta da alberi caduti, che avevano isolato la zona, «imprigionando» anche numerosi turisti ed escursionisti. In particolare, in fondo all'orrido (nell'area a pagamento), c'era una coppia di americani che era rimasta bloccata dall'interruzione nell'erogazione della corrente elettrica per un albero caduto sulla centrale. Da segnalare, inoltre, il blocco totale alla circolazione, per circa due ore, lungo la provinciale 22, oltre che lungo l'arteria che conduce alla borgata Cocjus, con danni a numerose strutture pubbliche, al parco giochi e all'area pin-nic. Amaro e nel contempo sarcastico il commento del sindaco al culmine di due giorni di emergenza: «Siamo certi che quando i Comuni come Clauzetto non esisteranno più, questi interventi saranno garantiti con maggiore tempestività...».
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Luca Ciriani e Renzo Tondo |
ANDREIS. L'altro epicentro della perturbazione è stata l'area a cavallo della Pala Barzana, tra Andreis e Poffabro di Frisanco. «È caduta una quantità di grandine mai vista e con dimensioni esagerate - ha fatto sapere il primo cittadino del comune valcellinese, Franca Quas -. Tutte le macchine parcheggiate all'esterno hanno subito gravi danni alla carrozzeria, ma molti sono stati anche i vetri rotti dei parabrezza, dei finestrini e delle luci. Inoltre, numerose tegole rotte, raccolto distrutto, lucernai divelti, qualche finestra volata via e alcune case allagate. Infine, il tetto del punto ristoro, lungo la provinciale, vicino all'area pic-nic, è stato praticamente scoperchiato». Se per i danni immediati si è intervenuti con soluzioni di fortuna, grazie al supporto della Protezione civile e dei vigili del fuoco, a preoccupare l'amministratore locale è la tenuta idrogeologica di alcune aree interessate dal maltempo. «Temiamo per i continui smottamenti del terreno - lancia l'allarme -: piccole e grandi frane che vanno a sommarsi a quelle già esistenti e che rendono l'intero territorio sempre più fragile. Dopo il nubifragio del 13 giugno dello scorso anno, oggi subiamo l'ennesima frustata che ha messo in ginocchio l'intero paese. Cortili con un metro di grandine da queste parti non si ricordano a memoria d'uomo e credo che ben difficilmente si rivedranno anche in futuro».
Il Gazzettino
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