domenica 14 agosto 2011

Contributo di solidarietà, ecco come si calcola



Nella versione scritta nel testo della manovra bis finito sulla «Gazzetta Ufficiale» di sabato, il contributo di solidarietà pensato dal Governo per chiamare i redditi più alti a raccolta nello sforzo di raggiungere il pareggio di bilancio potrebbe diventare il gioco dell'estate per i benestanti. Un gioco amaro, perché si tratta pur sempre di capire quanto si deve pagare per contribuire alla causa, ma con una speranza nemmeno troppo remota che il Parlamento ci ripendi. La fronta, all'interno del Pdl, c'è già, la sproporzione fra chi ha solo redditi ufficiali e chi ha la possibilità di nascondere al Fisco una parte delle proprie entrate è evidente, e la discussione dal 22 agosto, data del debutto del testo alle commissioni parlamentari, sarà accesa.
Cominciamo dalle regole. Il contributo chiede di versare al bilancio dello Stato il 5% della parte di reddito che supera i 90mila euro all'anno, e il 10% di quella superiore alla soglia dei 150mila. Il montante di riferimento è il «reddito complessivo» dunque, secondo l'espressione usata dalla manovra, l'ammontare dei guadagni dichiarati al lordo di tutti gli oneri deducibili e detraibili. Il guadagno puro, insomma, senza contare gli sconti che il Fisco garantisce per lavoro dipendente, carichi familiari, ristrutturazioni edilizie, spese sanitarie e via elencando.
Il contributo scatta subito, fin dai redditi di quest'anno, in deroga allo Statuto del contribuente (una delle leggi meno rispettate nella storia dell'Italia unitaria) che impedirebbe interventi fiscali con valore retroattivo. Riguardando anche il 2011, il contributo è triennale (al contrario di quanto sostenuto nella prima conferenza stampa dal premier, che infatti si è infuriato quando ha visto la versione definitiva della norma), e scatterà per i redditi di 2011, 2012 e 2013.
Nel meccanismo finale, però, non mancano le "buone" notizie, elencate dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti nella conferenza stampa di sabato mattina evocando due parole chiave: il contributo è «deducibile» e «plafonato». Che cosa significa?
«Deducibile». L'obolo pagato in un anno si sottrae dal reddito dell'anno successivo, producendo quindi uno sconto d'imposta. Prendiamo l'esempio di un reddito annuo da 150mila euro: il primo anno, in relazione alle dichiarazioni 2011, pagherà il contributo di 3mila euro (pari al 5% della quota di reddito che supera i 90mila), che però sconterà dal reddito dell'anno successivo. A parità di entrate effettive, di conseguenza, il reddito lordo 2012 non sarà di 200mila, ma di 197mila euro, il che si traduce in uno sconto sul contributo (150 euro, pari al 5% dei 3mila euro dedotti dall'imponibile) e sull'aliquota marginale (1290 euro, pari al 43% di 3mila). Alla fine dei tre anni, quindi, il contributo non sarà di 9mila euro, ma di 5.130.
«Plafonato». È questo il meccanismo più avvincente per trasformare il contributo nel gioco dell'estate. La richiesta, pari al 5% della quota sopra 90mila euro e al 10% di quella sopra 150mila, può essere sostituita dall'aumento dell'ultima aliquota marginale (quella che si paga sopra i 75mila euro) dal 43% al 48%. Chiaro? Facciamo qualche calcolo: chi denuncia un reddito da 200mila euro, applicando la regola generale dovrebbe pagare 3mila euro (il 5% dei 60mila che separano quota 90mila da quota 150mila) più 5mila euro (il 10% della parte di reddito superiore a 150mila): scegliendo il meccanismo alternativo, invece, pagherebbe in pratica il 5% in più (cioè la differenza fra l'aliquota marginale classica del 43% e quella "alternativa" del 48%, applicata sulla quota sopra 75mila euro secondo gli scaglioni Irpef) sui 125mila euro del suo reddito su cui si applica l'ultima aliquota. Totale: 6.250 euro, con un "risparmio" di 1.750 euro rispetto agli 8mila chiesti dal primo meccanismo. Per chi non vuole scervellarsi nei calcoli, anticipiamo che la soglia di reddito oltre la quale il meccanismo alternativo diventa conveniente è di 165mila euro, e lo "sconto" cresce al crescere del reddito.
I manager statali con alti redditi ottengono dalla novità una buona notizia. Per loro, infatti, il contributo di solidarietà basato sul primo meccanismo si applica fin dall'anno scorso, perché era stato introdotto dalla manovra estiva 2010. Ora il loro contributo viene uniformato a quello chiesto a dipendenti privati, autonomi e pensionati, per cui anche loro possono accedere al meccanismo "scontato".
Gianni Trovati


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