Il premier vede Cgil, Cisl, Uil e Confindustria. Per lasciare il lavoro saranno necessari 42 anni di contributi per gli uomini e 41 per le donne. La convergenza tra sessi per l'età di vecchiaia a 65 anni sarà raggiunta nel 2018. Bonanni: "Sacrifici solo per lavoratori e pensionati". La Cgil: "Insopportabile". Per Confindustria le misure sono necessarie
ROMA -Come previsto, sulla riforma della pensioni esplode lo scontro. Accade dopo l'incontro tra Monti e le parti sociali. Con i sindacati che promettono battaglia ("Impatto deleterio, misure sbagliate") e con il premier che chiude la porta alla concertazione sulla materiale previdenziale.I sindacati vanno a palazzo Chigi e si trovano sul tavolo la riforma messa in piedi dall'esecutivo: anzitutto l'estensione del metodo contributivo pro rata per il calcolo della pensione per tutti. Poi stop alle finestre mobili per l'accesso alla pensione ("bizantinismo inutile"). Ed ancora: la convergenza tra uomini e donne per l'età di vecchiaia a 65 anni sarà raggiunta nel 2018, la pensione di anzianità a qualsiasi età si raggiungerà a 42 anni di contributi per gli uomini e 41 per le donne. Capitolo rivalutazione: quella "piena" rispetto all'inflazione nel 2012 è prevista solo per le pensioni della fascia minima fino a 486 euro. La perequazione sarà invece "parziale" fino a 936 euro e nulla per gli assegni al di sopra di questa cifra.
Durissime e, come non accadeva da tempo, compatte le reazioni dei sindacati. Tutte negative. "Il blocco della rivalutazione delle pensioni e le misure sulla previdenza un durissimo colpo ai redditi dei pensionati" dice in mattinata il leader della Cgil, Susanna Camusso, sottolineando che l'aumento
dell'età pensionabile è un "allungamento insostenibile" per tanti che si troverebbero "sconvolte le prospettive di pensione e molto incrementati gli anni di lavoro".
Nel pomeriggo, più a freddo, Camusso ha rincarato le critiche: la manovra correttiva, così come è stata presentata è "socialmente insopportabile" e pare che il governo stia "cercando di fare cassa sui poveri del nostro paese". Il giudizio della leader Cgil si conclude con un appello all'unità sindacale: "E' l'ora di iniziative comuni con Cisl e Uil". Secondo Camusso, nella manovra "non c'è equità" ed anzi a guardare gli interventi annunciati "rischia di esserci una continuità sui comportamenti con il governo precedente".
Disco rosso anche dalla Cisl di Raffaele Bonanni: "La manovra grava solo su lavoratori e pensionati. Occorrono invece risposte immediate ma ben ponderate. Quello che ci pare un errore chiave è concentrare sulla stessa platea, che storicamente si è ritenuta privilegiata, la misura del contributivo togliendogli il retributivo e insieme innalzargli l'età: le due cose insieme hanno un effetto devastante". Poi un avvertimento: "Il governo non ha calcolato l'impatto sociale della manovra, le reazioni saranno "forti".
Chiude il leader della Uil, Luigi Angeletti (VIDEO) 1: "Se non ci saranno modifiche non ci sarà equità. Accanto all'amaro in bocca per i sacrifici che gli italiani dovranno affrontare, questa volta avremo decine di migliaia di disoccupati in più. E' la cosa più nefasta che possiamo avere".
Convinta della necessità delle misure, invece, il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia: "La manovra va fatta, non ci sono alternative. Pensiamo che la situazione è molto grave non è demagogia dire che i prossimi dieci giorni decideranno se l'euro sopravviverà o meno. Solo la presenza di una manovra molto forte del governo italiano potrà mettere in moto un meccanismo per il salvataggio dell'euro. E' una manovra fondamentale per la salvezza dell'italia e dell'euro".
Sulle barricate anche la Lega che si è schierata all'opposizione fin dal primo momento. Il Carroccio promuoverà la raccolta delle firme per un referendum abrogativo della riforma delle pensioni. "Ci sarà la fila ai banchetti" prevede l'ex ministro Roberto Calderoli.
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