venerdì 23 dicembre 2011
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Ecco tutte le strade con l'0bbligo di catene o gomme invernali
MILANO - Ecco l’elenco completo (fonte: Viabilità Italia, il centro istituito presso il ministero dell'Interno) delle strade - autostrade, statali, regionali e provinciali - su cui vige l’obbligo, anche in assenza di neve, di catene a bordo o pneumatici invernali montati. Occhio: la sanzione applicata agli automobilisti pescati non in regola dalla polizia stradale va da 80 a 318 euro.
Pro e contro le catene - Un tempo vigeva l’obbligo di catene a bordo, dall’anno scorso le gomme invernali (riconoscibili per la sigla M+S sulla spalla) sono in regola: per il Regolamento del Codice della strada, il segnale «catene per neve» indica che da quel punto sono ammessi pure gli pneumatici invernali. L’obbligo vale anche per i veicoli a trazione integrale. Rispetto alle gomme, le catene sono più economiche. Ma non tutte le auto montano gruppi cerchio/gomma catenabili: molti costruttori indicano sul libretto di circolazione le misure per le quali ciò non è possibile. Stesso discorso per le catene a montaggio frontale (i cosiddetti «ragni»): se non omologati, sono fuori legge. Unica alternativa, gli pneumatici invernali.
Il rischio «calze» - Le «calze» non vanno prese in considerazione: pur garantendo una discreta motricità su neve fresca (ma soltanto su questa: su neve «marcia» o fondi fangosi, oltre a usurarsi rapidamente, non funzionano), per il Codice della Strada non sono equiparabili né agli pneumatici M+S né alle catene. Per le gomme chiodate la finestra prevista dalla legge va dal 15 novembre al 15 marzo (salvo deroghe). Ma i chiodi, che devono sporgere non più di 1,5 millimetri e possono essere tra 80 a 160 per gomma, hanno ragion d’essere soltanto in condizioni estreme, su fondi ricoperti da un compatto strato di neve o ghiacciati. In ogni caso con queste gomme iperspecialistiche bisogna rispettare dei limiti di velocità: 120 orari in autostrada e 90 sulle statali. Non solo: l’auto che le monta deve essere equipaggiata, nella zona posteriore, di appositi paraspruzzi.
Guidare in sicurezza - La prima regola per guidare sicuri è di evitare le manovre brusche: volante e freni vanno usati con dolcezza e progressività. Poi: sfruttare le marce basse, ridurre la velocità e, ovviamente, rispettare i limiti (in caso di precipitazioni, pioggia o neve che sia: 110 km/h sulle autostrade e 90 sulle extraurbane principali, salvo eccezioni, che devono comunque essere segnalate). Alzare al massimo la soglia di attenzione: di notte e all'alba si possono incontrare improvvisamente tratti ghiacciati, ma anche in pieno giorno, nelle zone in ombra, magari in curva, l’insidia ghiaccio è sempre presente. Infine: raddoppiare la distanza di sicurezza rispetto agli standard applicati su fondi asciutti.
Roberto Iasoni per il Corriere della Sera
Obbligo catene ( Fonte: Polizia di Stato) | ||
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Pro e contro le catene - Un tempo vigeva l’obbligo di catene a bordo, dall’anno scorso le gomme invernali (riconoscibili per la sigla M+S sulla spalla) sono in regola: per il Regolamento del Codice della strada, il segnale «catene per neve» indica che da quel punto sono ammessi pure gli pneumatici invernali. L’obbligo vale anche per i veicoli a trazione integrale. Rispetto alle gomme, le catene sono più economiche. Ma non tutte le auto montano gruppi cerchio/gomma catenabili: molti costruttori indicano sul libretto di circolazione le misure per le quali ciò non è possibile. Stesso discorso per le catene a montaggio frontale (i cosiddetti «ragni»): se non omologati, sono fuori legge. Unica alternativa, gli pneumatici invernali.
Il rischio «calze» - Le «calze» non vanno prese in considerazione: pur garantendo una discreta motricità su neve fresca (ma soltanto su questa: su neve «marcia» o fondi fangosi, oltre a usurarsi rapidamente, non funzionano), per il Codice della Strada non sono equiparabili né agli pneumatici M+S né alle catene. Per le gomme chiodate la finestra prevista dalla legge va dal 15 novembre al 15 marzo (salvo deroghe). Ma i chiodi, che devono sporgere non più di 1,5 millimetri e possono essere tra 80 a 160 per gomma, hanno ragion d’essere soltanto in condizioni estreme, su fondi ricoperti da un compatto strato di neve o ghiacciati. In ogni caso con queste gomme iperspecialistiche bisogna rispettare dei limiti di velocità: 120 orari in autostrada e 90 sulle statali. Non solo: l’auto che le monta deve essere equipaggiata, nella zona posteriore, di appositi paraspruzzi.
Guidare in sicurezza - La prima regola per guidare sicuri è di evitare le manovre brusche: volante e freni vanno usati con dolcezza e progressività. Poi: sfruttare le marce basse, ridurre la velocità e, ovviamente, rispettare i limiti (in caso di precipitazioni, pioggia o neve che sia: 110 km/h sulle autostrade e 90 sulle extraurbane principali, salvo eccezioni, che devono comunque essere segnalate). Alzare al massimo la soglia di attenzione: di notte e all'alba si possono incontrare improvvisamente tratti ghiacciati, ma anche in pieno giorno, nelle zone in ombra, magari in curva, l’insidia ghiaccio è sempre presente. Infine: raddoppiare la distanza di sicurezza rispetto agli standard applicati su fondi asciutti.
Roberto Iasoni per il Corriere della Sera
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martedì 20 dicembre 2011
Serpico, al via il controllo dei conti correnti
Ecco il maxi-computer del Fisco
Stop al segreto bancario, scattano le nuove verifiche. Faro su dichiarazioni dei redditi, patrimoni immobiliari, utenze di luce e gas, movimenti in banca. Ecco come funziona 'Serpico', il super-cervellone della Sogei che elabora 22mila dati al secondo attraverso duemila server
di ETTORE LIVINI
E a rastrellare questi dati per mettere nel mirino chi muove milioni senza dichiarare un centesimo sarà Serpico. Non Frank, l'inflessibile super-poliziotto newyorchese reso immortale da Al Pacino, ma il maxi-cervellone da un milione di miliardi di byte di memoria che ronza 24 ore su 24 nei sotterranei romani della Sogei.
È lui - il Grande fratello dell'Agenzia delle entrate - il jolly del Belpaese per far fare il salto di qualità alla lotta ai furbetti del fisco. Duemila server stipati in meno di duemila metri quadri che conoscono al centesimo tutti i nostri segreti finanziari. Un super-eroe con il cervello di silicio cui è affidata un missione fondamentale per salvare le casse tricolori: quella d'acchiappa-evasori. Obiettivo: utilizzare le 22.200 informazioni al secondo che transitano dai suoi processori per stanare gli italiani che ogni anno sottraggono all'erario qualcosa come 120 miliardi (3mila euro a contribuente), una cifra che da sola basterebbe a pagare gli interessi su tutto il nostro debito pubblico.
Il curriculum vitae di Serpico - acronimo di Servizi per i contribuenti - è già più che onorevole: da cinque anni a questa parte ha dato un contributo sostanziale per raddoppiare da 5 a 11 miliardi le cifre recuperate dall'Erario e smascherare 350mila evasori totali. Ecco come funzionerà l'acchiappa-evasori della Laurentina quando da Capodanno avrà a disposizione il suo nuovo arsenale di dati.
Un tesoro in byte. Visto così, alla prima schermata, Serpico pare una creatura innocua. Qualche campo da riempire, sfondo turchese e due caselle chiave: codice fiscale o partita Iva. Basta digitare uno dei due valori però, e il Grande Fratello del fisco mostra subito i muscoli.
La seconda videata è solo l'antipasto. Nome e cognome del contribuente, più le sue ultime cinque dichiarazioni dei redditi. Un "invio" e si va oltre. Scavando in pochi millesimi di secondo tra tutte le banche dati collegate online con l'Einstein della Sogei (catasto, demanio, motorizzazione, Inps, Inail, dogane, registri) il pc alza il tiro: sul megaschermo appaiono le auto intestate, le case, i terreni, eventuali aerei e barche.
Un altro invio, la schermata vira in blu, e il servizio è completo. Serpico ha scovato tutte le nostre utenze (luce, gas, acqua) le spese voluttuarie più alte e significative, le polizze assicurative, le operazioni per cui ci è stato chiesto il codice fiscale, persino le iscrizioni in palestra o allo Yacht club Costa Smeralda.
La quinta schermata, il bazooka come lo chiamano in Sogei, è figlia del Salva Italia ed è in fase di preparazione. Fotografati i redditi dalla dichiarazione, censiti i principali beni immobiliari, l'occhio del cervellone fotograferà i soldi che teniamo in banca, i movimenti dei nostri conti correnti e le operazioni sopra i mille euro. Le banche e gli intermediari finanziari manderanno una nota periodica e lui elaborerà per segnalare le eventuali anomalie. Una rivoluzione visto che il controllo dei conti correnti era consentito fino ad oggi solo se sul singolo contribuente era già in corso un controllo.
Il faro sui sospetti. Nessun essere umano, naturalmente, è in grado di gestire la valanga di dati che piove ogni giorno nel sotterraneo a due passi dalla Laurentina. Serpico macina quasi 31 milioni di dichiarazioni dei redditi, poco meno di 5 di comunicazioni Iva e quasi un centinaio di migliaia di pagamenti telematici all'anno.
L'Agenzia delle Entrate imposta gli algoritmi applicativi per concentrare la ricerca sulle categorie più a rischio. L'anno scorso è toccato alle finte Onlus e al redditometro, la spia che segnala la disponibilità di beni sproporzionati al reddito percepito.
Il lavoro sporco lo fanno i duemila server (che hanno un po' di gemelli in Abruzzo per salvare il data-base in caso di problemi): incrociano i dati, verificano le anomalie. E quando individuano il sospetto mandano in automatico un "alert" informatico alla direzione dell'agenzia delle entrate e alla sede provinciale del caso individuato. Con un "bip" del computer il super-ispettore ha già scovato 518 proprietari di aerei e 42mila titolari di barche più lunghe di 10 metri che dichiarano meno di 20mila euro. Tutti finiti ora sotto accertamento.
Il Salva-Italia, ovviamente, moltiplica la sua efficacia. Non tanto sul fronte del numero dei contribuenti passati ai raggi X, quanto rendendo più semplice isolare i casi a rischio evasione grazie alla fotografia in tempo reale dei loro conti correnti, delle loro spese e del loro patrimonio mobiliare.
La palla agli ispettori. La verà novità della manovra, dicono in camera caritatis tutti i super-esperti di fisco, è proprio qui. Nessuno andrà a ficcare il naso nelle tasche dei contribuenti fedeli, ma gli algoritmi di analisi di rischio di Serpico selezioneranno un elenco di presunti colpevoli (si spera) a basso tasso d'errore. Le vecchie lettere del redditometro di qualche anno fa, per dire, avevano incastrato solo 12mila evasori su 75mila cartelle erariali inviate.
Le cose già ora sono migliorate (su 30mila accertamenti con il redditometro nel 2010 ben 12mila si sono conclusi con un patteggiamento dell'interessato). Gli "alert" informatici usciti dai sotterranei della Sogei, dopo l'era delle cartelle pazze, dovrebbero partorire quella delle cartelle intelligenti. E il lavoro dei 15mila ispettori delle Entrate e della Finanza - che nel 2010 ha scovato un evasore all'ora contro uno ogni 71 minuti del 2009 - dovrebbe essere molto più semplice. mirato ed efficace.
Lo stesso discorso vale per Gerico, il software con cui autonomi e partite Iva calcolano la congruità dei loro redditi con gli studi di settore (la media per la loro categoria d'attività). Il timore che l'occhio lungo del fisco possa scoprire dai sotterranei della capitale i capitali evasi potrebbe convincere molti ad aumentare il tasso di fedeltà al fisco. Anche perché il Salva-Italia ha introdotto norme che premiano le dichiarazioni più realiste inasprendo le pene (indagini finanziarie più sanzioni penali) per chi dichiara il falso. E con sul collo il fiato di Serpico - così spera Monti e tutto il paese - non saranno in molti quelli che oseranno sfidare la sorte.
la Repubblica
Spazzato via ill segreto bancario: Serpico dal primo gennaio sarà il nostro Grande Fratello.
Il Grande Fratello dell'Agenzia delle Entrate, controllerà tutte le nostre movimentazioni finanziarie... e senza chiedere permesso.
Utenze di luce e gas, assicurazioni sulla vita, auto intestate, redditi, immobili, movimenti bancari, non saranno più un segreto per il Fisco, Serpico controllerà tutto questo, compreso lo storico.
Inserendo il vostro codice fiscale o partita IVA vi saprà dire tutte le auto che avete acquistate da quando avevate 18 anni, marca modello e prezzo, quanti Kw di energia elettrica consumate all'anno, quanto pagate per assicurazioni sulla vita, ecc.. ecc...
Si chiama SERPICO, il maxi cervellone di Sogei, che è in grado di elaborare 22000 dati per secondo attraverso circa 2000 server.
Alla sua forza devastante mancava solo l'autorizzazione a mettere le mani sui vostri conti correnti.
Dal 1 gennaio 2012, dopo il cenone di capodanno, IL SEGRETO BANCARIO non esisterà più.
Con l'accordo con Banche ed Intermediari il Fisco saprà quanti soldi avete in banca, i movimenti in entrate e in uscita dei conti correnti, le operazioni sopra il tetto di mille euro (anche se fuori-conto), dossier titoli e quant'altro.
Serpico riceverà una nota periodica dagli Istituti di credito ed evidenzierà eventuali anomalie confrontando tutti i dati (quindi anche quelli finanziari) che avrà a disposizione in merito alla vostra posizione.
Fino ad oggi, il controllo bancario era consentito solo se era già in corso una verifica nei confronti del contribuente.
La vera novità della manovra:
- nessuno andrà a ficcare il naso nelle tasche dei contribuenti fedeli,
ma gli algoritmi di Serpico, selezioneranno l'analisi del rischio di evasione, ossia dei presunti colpevoli con un margine di errore veramente minimo.
Il Decreto Salva-Italia ha introdotto disposizioni che premiano le fedeli dichiarazioni ed inaspriscono i provvedimenti contro gli evasori, con le indagini finanziarie e le sanzioni penali, per chi dichiara il falso.
La speranza di Monti è che gli evasori, avendo il fiato sul collo del super-ispettore informatico, si rimettano in riga, non osando sfidare il super-eroe anti frode.
Ma secondo noi gli evasori di professione, non si intesteranno mai nulla.
Voi comuni mortali sarete controllati, anche quando andrete a fare la spesa, ma vogliamo vedere come se la caverà il super-cervello informatico, con società fiduciarie, trust, società esterovestite, società off-shore e quant'altro le diaboliche mentre fiscalmente criminali sanno inventare.
RIVISTA FISCALE WEB
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domenica 11 dicembre 2011
venerdì 9 dicembre 2011
Ici: “Paghi anche la Chiesa” Radicali: I convitti sono alberghi / VIDEO
Mario Staderini è riuscito a testimoniare con dei video come le strutture adibite a ospitare esclusivamente sacerdoti o studenti universitari funzionano come degli hotel e sono aperti a tutti. Nel 2005 l’Anci aveva stimato in più di 400 milioni di euro il mancato introito per queste esenzioni, cifra che, alla luce della rivalutazione del 60% degli estimi catastali, sfiora oggi i 700 milioni di euro
Far pagare alla Chiesa l’Ici sugli immobili che non sono utilizzati a fini di culto ma per attività economiche. Contro i privilegi del Vaticano scampati alla manovra lacrime e sangue di Mario Monti, si scaglia un numero sempre maggiore di forze politiche. E se i Radicali e alcuni deputati di Futuro e Libertà invocano un intervento, Gabriella Giammanco del Pdl ha compiuto un passo in più, proponendo direttamente al ministro Elsa Fornero l’introduzione dell’Ici vaticana. Anche il coordinatore del partito, Denis Verdini, si è detto d’accordo a rivedere i privilegi riconosciuti alle proprietà della Chiesa. Mentre Antonio di Pietro annuncia che presenterà “un emendamento per eliminare questa ingiustizia”, ha detto il leader dell’Idv. “Sarebbe giusto far pagare le tasse alla Chiesa per gli immobili che adopera non a scopo di culto, ma per fini commerciali”.
L’ipotesi di lasciare l’esenzione solo sui locali adibiti alle attività di culto, beneficenza e carità è condivisa anche dal leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini. “I locali che sono adibiti ad attività commerciali è giusto che siano tassati”. Come distinguerli e individuarli? I Radicali sono entrati in possesso dell’elenco dei beni di proprietà della Chiesa, scoprendo che i convitti riservati a ospitare sacerdoti in realtà sono dei veri e propri alberghi. Mario Staderini, segretario dei Radicali, è riuscito a testimoniare con alcuni video come queste strutture destinate a esclusivo utilizzo della Chiesa siano in realtà aperti a tutti: una camera può essere affittata anche per dei mesi. Infatti grazie alle norme attuali, un pensionato religioso che fa pagare una retta di 600 euro al mese ad uno studente per una camera oggi non paga l’Ici. Lo stesso dicasi per le case per ferie che si comportano di fatto come degli alberghi. Nel 2005 l’Anci aveva stimato in più di 400 milioni di euro il mancato introito per queste esenzioni, cifra che, alla luce della rivalutazione del 60% degli estimi catastali, sfiora oggi i 700 milioni di euro.
Inoltre si configura, secondo le testimonianze raccolte dai Radicali,una grande area di elusione, che si verifica ogni volta che quello stesso pensionato accoglie oltre agli studenti anche turisti e lavoratori, oppure quando una struttura riservata al clero affitta camere anche a privati. Solo a Roma il sindaco Gianni Alemanno ha recuperato in un anno oltre 10 milioni di euro di Ici non pagata grazie ad alcuni accertamenti effettuati.
La stampa cattolica sta difendendo le esenzioni scagliandosi in particolare contro il sitowww.vaticanopagatu.org e negando che la Chiesa goda di privilegi così diffusi “come si vuol far credere” in queste “campagne col trucco”, titola Famiglia Cristiana. Immediata (e ironica) la risposta dei gestori del sito: “Davvero una storica testata come Famiglia cristiana può pensare che gli italiani vogliono tagliare i privilegi vaticani a causa della campagna della nostra pagina facebook? Se 158 mila persone aderiscono alla nostra richiesta, cioè che anche il Vaticano paghi i sacrifici della manovra finanziaria, è perchè tanta gente vive tutti i giorni, nelle proprie città, gli infiniti favori e i privilegi di cui godono gli enti ecclesiastici. Piuttosto che pensare a noi, farebbero bene a prendere ad esempio dalla Chiesa ortodossa, che in Grecia ha detto di essere pronta a cedere parte del suo vasto patrimonio immobiliare per aiutare il paese a contrastare la grave crisi economica. Noi invece gli chiediamo solo di pagare le tasse”.
Anche il Radicale Staderini ha ribattuto a Famiglia Cristiana. “Ora che non sono solo i Radicali a chiedere l’abolizione dell’esenzione Ici per le attività commerciali degli enti ecclesiastici, dalla stampa cattolica tornano anatemi e fatwe dopo che questa estate mi avevano persino dato del massone”, commenta Staderini. “È inutile che il direttore di Avvenire e Famiglia Cristiana ripetano che vogliamo tagliare i fondi alle parrocchie o alla Caritas. Al contrario, chiediamo l’eliminazione dei privilegi fiscali garantiti alle strutture ecclesiastiche che fanno business, ad esempio nel settore turistico o ricettivo”.
Il Fatto Quotidiano
Palazzi, scuole, alberghi e ospedali
tutti gli immobili di "Vaticano spa"
Solo a Roma ci sono 23mila tra terreni e fabbricati. Cresce la protesta per l'esclusione delle proprietà ecclesiastiche dall'Ici. Che potrebbe fruttare fino a tre miliardi l'anno. Ieri una ventina di deputati del Pd ha presentato una proposta di legge per estendere la tassazione ai beni di oltre Tevere. Ma riscuotere è quasi impossibile di ETTORE LIVINI
QUASI 160mila persone in fila su Facebook nel gruppo "Vaticano pagaci tu la manovra". Un fiume di messaggi (venti al minuto ieri sera) su Twitter alla voce Ici-Chiesa.
IL TESTO DELLA MANOVRA 1 / DOSSIER LE MISURE 2
La manovra Salva-Italia ha riaperto una ferita mai chiusa: quella delle esenzioni fiscali della Santa Sede Spa. Il loro valore reale è materia di discussione accademica: 3 miliardi l'anno dicono i Radicali (che nel mazzo infilano anche il miliardo dell'8 per mille). Poche centinaia di milioni - rispondono oltreTevere - meritatissimi da chi tra oratori, mense e servizi di assistenza finisce per tappare (gratis) i buchi del welfare pubblico.
Guida alla manovra, 24 pagine da sfogliare 3
Unica certezza: la Ue ha aperto un'indagine per aiuti di stato sulle leggi salva-Vaticano: l'esenzione-Ici per le realtà no profit (laiche e cattoliche) e lo sconto del 50% sull'Ires per associazioni di assistenza e beneficenza. Una norma utilizzata in qualche caso da suore e preti - sospetta la Ue - per far funzionare ospedali, scuole e hotel facendo concorrenza ai privati. Il capitolo più delicato, come testimonia il dibattito in rete, è quello dell'Ici-Imu. La stangata sulla casa costerà 11 miliardi agli italiani. E in molti chiedono che anche la Chiesa faccia la sua parte: ieri lo hanno fatto con una proposta di legge venti deputati Pd.
Vaticano Real Estate
Quanto vale il patrimonio immobiliare della Chiesa? Una stima reale non esiste. I beni del Vaticano sfuggono a qualsiasi radiografia catastale. L'Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica (Apsa), l'ombrello ufficiale del mattone di Dio, ha a bilancio beni per soli 50 milioni, ma si tratta di valori storici inattuali. In realtà ogni congregazione è un piccolo impero immobiliare a sé, in costante metamorfosi: solo a Roma, per dare un'idea, ci sono circa 10mila testamenti l'anno a favore del clero.
Secondo il Gruppo Re, una società che gestisce immobili per gli enti ecclesiastici, il 20% del real estate italiano fa capo in un modo o nell'altro a realtà religiose. Le stime di settore parlano di qualcosa come 115mila immobili, quasi 9mila scuole e oltre 4mila tra ospedali e centri sanitari. A Roma sotto il cappello del Santa Sede ci sono 23mila tra terreni e fabbricati, 20 case di riposo, 18 istituti di ricovero, 6 ospizi. Solo il patrimonio di Propaganda Fide - finita nell'occhio del ciclone per la gestione disinvolta dei suoi appartamenti - vale qualcosa come 9 miliardi.
Un impero (quasi) esentasse
Le attività commerciali svolte da enti e realtà riconducibili alla Chiesa - l'ha ribadito ieri "L'Avvenire" - "sono tenute a pagare l'Ici e lo fanno. E chi non lo fa merita di essere sanzionato". Vero? Purtroppo è difficile dirlo. Perché la legge al riguardo è ambigua. Il Governo Berlusconi nel 2005 aveva esentato dall'imposta tutti gli immobili di enti no-profit senza distinzioni sul loro utilizzo. La minaccia di un'indagine Ue aveva convinto l'esecutivo Prodi a limitare il beneficio agli edifici "che non hanno esclusivamente natura commerciale". Il problema è l'avverbio.
Nessuno, nemmeno quei mangiapreti dei Radicali, pretende che oratori e parrocchie paghino l'Ici. Nel mirino c'è l'immensa zona grigia in cui si trovano migliaia di altri beni della Santa Sede. Palazzi e ville trasformati in alberghi. Scuole private e ospedali che fan concorrenza a prezzi salatissimi con il pubblico. Oratori diventati palestre Vip. Oppure le 214 case per ferie censite sul sito di Roma Turismo, punta dell'iceberg di quel business del turismo religioso che nella capitale - come lamenta Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma - muove 10mila posti letto e 700 milioni di giro d'affari l'anno. Senza il fastidio dell'Ici.
La guerra in tribunale
Di casi come questi ce ne sono a migliaia in tutta Italia. La Cassazione ha obbligato l'Alma Mater, la clinica delle Suore infermiere dell'Addolorata di La Spezia, a pagare 38.327 euro di Ici perché lavorava a fine di lucro con pazienti privati. "In Provincia abbiamo un centinaio di situazioni di questo genere", racconta Paola Michelini, assessore al bilancio della città ligure. Cagliari ha spedito a decine di enti religiosi cartelle esattoriali ("tutte oltre i 50mila euro", dicono all'ufficio tributi) secondo un criterio semplice: nessuna richiesta alla scuola privata che accoglie i bimbi a rischio del tribunale dei minorenni.
Avvisi di riscossione invece a realtà come l'istituto Infanzia Lieta, dove si pagano fior di rette in concorrenza con la scuola pubblica o alla Casa della Studentessa delle Figlie di San Giuseppe, "130 camere usate d'inverno per le figlie delle famiglie più ricche e d'estate per i turisti". Le cartelle finiscono di solito in tribunale. E l'equivoco sulla natura "non esclusivamente commerciale" ha portato a una giurisprudenza confusa sull'argomento.
La posta in ballo
Quanto vale l'Ici (o l'Imu) non pagata sugli edifici della Chiesa? Anche qui dipende dall'avverbio. L'ufficio studi dell'Anci ha stimato qualche anno fa un gettito potenziale di 400-700 milioni di euro. L'Associazione ricerca e sviluppo sociale (Ares) si è spinta fino ai 2,2 miliardi.
Luca Antonini, presidente della Commissione attuazione del federalismo fiscale, è più prudente. "Un'elaborazione del Tesoro fatta incrociando le dichiarazioni degli enti non commerciali con Irap e Iva, stima un gettito Imu di 70-80 milioni dal patrimonio ecclesiastico davvero "commerciale"". Il discrimine è il solito: l'"esclusivamente". Propaganda Fide e Apsa sono il secondo e terzo contribuente tra gli enti non commerciali a Roma, per carità. Ma solo un po' di attività d'indagine del Comune della capitale sull'effettivo utilizzo degli edifici ecclesiastici ha portato dal 2005 ad oggi al recupero di 9,3 milioni di tasse.
la Repubblica
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giovedì 8 dicembre 2011
Travesio, Maltrattata la zia per tre lunghissimi anni.
Gemelle patteggiano
Una gran brutta storia, quella che ieri si è conclusa davanti al Tribunale collegiale di Pordenone, con un patteggiamento (due anni). Sul banco degli imputati le gemelle Doris e Giovanna Cancian, 47 anni, residenti a Usago di Travesio. Le due donne dovevano rispondere di una lunga serie di angherie. Vittima una zia di 86 anni costretta a sopportare botte, fame, freddo; a essere prigioniera nella propria casa per i tre lunghissimi anni e a essere derubata della pensione e dei risparmi di una vita. Sottoponevano l’anziana zia a un "regime tormentoso di vita", recita il lunghissimo capo d’imputazione che racconta tre anni di vessazioni di ogni genere. Tutto è iniziato nel 2009, quando le due hanno chiesto ospitalità all’anziana zia, impedendole via via che trascorrevano i giorni di accedere alle altre stanze della casa e obbligandola a rimanere chiusa in camera. Come se non bastasse, l’ottantenne era costretta a tenere aperte le finestre della stanza anche d’inverno, con temperature sotto zero. Le due nipoti hanno pensato bene di danneggiare la zia anche dal punto di vista economico. La obbligavano a pagare le rate del mutuo di una casa intestata a loro e le tasse universitarie per entrambe. Si facevano mantenere in tutto e per tutto - non avendo nemmeno un entrata - e per contro lesinavano all’anziana persino il necessario per vivere. Per fare capire alla "zietta" chi comandava la insultavano e la picchiavano, lasciandole lividi su tutto il corpo quando volevano farsi consegnare il denaro. Estorsione continuata, uno dei capi d’accusa, perchè avevano ridotto la zia in stato di povertà consumando la pensione e tutti i risparmi. Lesioni aggravate e continuate dal 2009 al maggio 2011, quando finalmente le due nipoti sono state scoperte e denunciate. reati con l’aggravante, visto il legame di parentela tra la vittima e le carnefici.Il Gazzettino
mercoledì 7 dicembre 2011
Manovra, ecco il documento integrale
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martedì 6 dicembre 2011
Cividale, fermata dai carabinieri ubriaca in bici
CIVIDALE. Fermata e denunciata perché pedalava ubriaca: è accaduto nel cuore di Cividale, la notte fra domenica e lunedì. Protagonista della vicenda una ragazza di vent’anni, residente nella città ducale. Era l’una e mezza quando una pattuglia dei Carabinieri, ha scorto una bicicletta che avanzava a zig zag. In sella una giovane. I militari le hanno chiesto di fermarsi ma la ventenne ha proseguito imperterrita. Pochi metri più avanti i Carabinieri l’hanno allora bloccata e le hanno imposto di scendere dalla bici. La ragazza faceva fatica a reggersi in piedi e si presentava in stato decisamente confusionale: ai Carabinieri ha detto che doveva tornare subito a casa, dove la aspettava il figlioletto. Le condizioni (e le reazioni) della 20enne hanno indotto i militari ad eseguire l’alcol test. La donna è stata denunciata. Ora rischia anche il ritiro della patente
Messaggero Veneto
lunedì 5 dicembre 2011
Delitto e castigo, "Tirare la cinghia e crescere". La manovra da 30 miliardi del governo Monti, pensioni: contributo di solidarietà e stop alla rivalutazione
La manovra in diretta twitter
Welcome Ici
Per l'anzianità serviranno 42 anni
agli uomini, 41 alle donne. Stretta
sugli autonomi, stop rivalutazione.
Per tutti il contributivo pro-rata.
Prevista una fascia di flessibilità
agli uomini, 41 alle donne. Stretta
sugli autonomi, stop rivalutazione.
Per tutti il contributivo pro-rata.
Prevista una fascia di flessibilità
Pensioni, contributivo per tutti
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