Per una assunzione od anche se per fortuna avete un lavoro, maneggiate con cura il vostro profilo facebook. Sfoghi, insinuazioni, rivendicazioni, od anche il solo manifestare idee politiche o gusti trasgressivi od eccessivi, amicizie complicate, potrebbe danneggiarvi.
Chi sta per assumervi integrerà il vostro cv con un'occhiata ai vostri socialsfoghi. Si farà un'idea del vostro carattere, delle vostre passioni e delle vostre debolezze. Sarà come se vi spiasse dalla finestra per sapere che programmi guardate in tv, a che ora e se vi abbuffate di popcorn e se siete omo, bi o trisessuali o se vi piace lo spritz.
Il vostro capo, invece, sbircerà per sapere che pensate dell'azienda, di lui e dei vostri colleghi e quindi dedurrà se ancora potete essere parte del team che lui dirige...
IL CASO DI UNA TREVIGIANA
09:10 CRONACHE«Se sei bella per loro sei bravissima, hai valore e sei piena di meriti. Punto». Frasi generiche, ma il responsabile si è sentito colpito. Lei decide di dare le dimissioni
In vino veritas, in facebook "figuriamocis"
"Giuro che ho imparato la lezione. O almeno credo. Ma la tentazione di esternare su Facebook tutto quello che mi succede, comprese le male parole che non posso dire in faccia a chi mi fa qualche torto, è irrefrenabile. Ma vado con ordine e vi racconto.Lavoravo in un grande magazzino, passavo le giornate andando su e giù per le corsie a sistemare gli scaffali e, soprattutto, a rispondere alle mille domande, spesso davvero assurde, dei clienti. Ma l’inchiostro di questa penna a sfera quanto dura? Oppure, mi dice per favore tutti gli ingredienti della zuppa di legumi? Insomma, richieste a volte così incredibili e ridicole che i miei colleghi ed io dovevamo chiuderci da qualche parte a ridere per non farlo davanti a tutti.Un anno fa circa, decidiamo di aprire un gruppo su Facebook, sotto falso nome, dove postiamo le foto e scriviamo le richieste dei clienti che incontravamo tutti i giorni in negozio. A volte i toni erano un po’ pesanti, ma il gruppo ci aiutava a passare il tempo e a sdrammatizzare le lunghe giornat passate al freddo dell’aria condizionata. Dopo alcuni mesi, però, il responsabile del punto vendita ha scoperto il nostro angolo nascosto in rete (temo ci sia stata una talpa tra di noi, una sorta di informatore per capire perché alcuni clienti rimanevano sbigottiti e iniziavano ad andare a lamentarsi per il nostro atteggiamento). Per farla breve, io e un collega siamo stati convocati dal capo, e abbiamo dovuto confessare. Tempo una settimana e siamo stati licenziati. Dopo avere scritto l’ultimo post aggressivo, ho chiuso il gruppo. Volevo rivolgermi all’avvocato, ma me lo hanno sconsigliato. E’ così grave scherzare un po’, anche sul posto di lavoro? " Lucia
Risponde Ilaria Morani: Cara Lucia, sia mai. Scherzare fa bene, fa spuntare subito un sorriso che, oltre ad avere l’effetto benefico di (a volte) svoltarti la giornata, tiene in esercizio i muscoli facciali. Quindi sì, scherzare è cosa buona. Ma forse qualche dritta per capire i modi e i tempi per farlo sarebbe bene stamparsela a mente.Non so se ti può sollevare, ma non sei l’unica ad essere incappata in una disavventura simile: pare che all’estero, Stati Uniti in testa, il licenziamento via Facebook vada di gran moda. Esiste anche
un sito, dove centinaia hanno scritto del proprio addio forzato al posto di lavoro. E una recente ricerca ha rivelato che un utente su 4 ha paura che foto o post possano compromettere la propria carriera professionale: quindi, il fatto è reale, ma è scongiurabile. Una volta lasciata l’impronta in rete è difficile cancellare ogni traccia. A volte non basta nemmeno eliminare qualche foto (ho amici cascati in guai molti seri dopo avere postato immagini di colleghe in libera uscita). Detto questo: se proprio non puoi fare a meno di “esternare”, impara, innanzitutto, a utilizzare le impostazioni di privacy: possono limitare, almeno in parte, i danni. E poi, anonimato sì, ma forse il passo successivo è l’unica vera soluzione: un trasferimento. O negli States, dove un atteggiamento come quello del tuo capo viene condannato (ti consiglio di leggere
questo articolo del New York Times), oppure, dalla pagina Facebook al bar. Il luogo perfetto dove il pettegolezzo non trova freni. In vino veritas…
da 6gradi del 8 agosto 2013
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Come farsi licenziare con Facebook
Facebook è fonte di parecchi guai per i dipendenti, e una risorsa di controllo per le aziende. Per essere al sicuro non basta non usarlo nell'orario di lavoro. Ecco i casi di licenziamento per Facebook da non imitare.
Camerieri e affini: mai sfogarsi su Facebook quando si torna a casa
Ashley Johnson era una cameriera di 22 anni che lavorava al Brixx Pizza nella sesta strada a Charlotte. Una coppia è restata seduta al tavolo per più di tre ore, costringendola a lavorare per un'ora oltre al suo orario di lavoro, e lasciando alla fine solo cinque dollari di mancia. L'arrabbiatura è stata tale da spingerla, quando è andata a casa, a collegarsi a Facebook e scrivere "Grazie per aver mangiato da Brixx, brutti tirchi del cavolo". (in linguaggio più colorito). I proprietari del ristorante hanno letto il messaggio e l'hanno licenziata per aver violato la politica aziendale parlando in modo denigratorio dei clienti.
Professori e maestri senza vocazione
Ashley Payne, un'insegnante che è stata costretta a dimettersi dopo che i dirigenti scolastici hanno visto una sua foto su Facebook in cui teneva in mano un bicchiere di vino e un boccale di birra. La foto era stata scattata mentre la maestra era in vacanza in Europa, ma il fatto che fosse fuori servizio non è valso come attenuante. Il capo della Apalachee High School, a Winder, in Georgia, le ha offerto un ultimatum: essere sospesa dall'incarico o dimettersi.
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