Innamorarsi dopo i 40 anni
È ridicolo?
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Sono una ragazza 20enne. Non parlerò di me, ma di un’amica di mia madre. Lei è una donna di 40 anni, o forse più, con le rughe sul viso, sulle mani, ma ancora con l’illusione di potersi innamorare. Lei si potrà pure innamorare, ma guardandola, mi chiedevo se un uomo può innamorarsi ancora di una donna a quell’età. Non parliamo di Uma Thurman o Cameron Diaz, parlo di donne comuni. Forse un tempo carine, come dice mia mamma a proposito della sua amica. Io le avrei detto di non pensarci più all’amore, di non angosciarsi perché ogni cosa ha la sua età. È stata più cattiva mia madre a darle false speranze che non io a scrivere questa verità. Ah, gli scapoloni amici di mio padre… per loro è tutta un’altra storia: sono dei vitelloni con macchine e soldi… e pieni di femmine. Io quando avrò 40 anni, smetterò di indossare la minigonna. Certi adulti sono ridicoli…».
È stato come sbattere allo stipite di una porta, leggere questa lettera tra i tanti messaggi che ogni giorno arrivano al forum on line Supplemento singolo, dove molte persone, mediamente sui 40 anni, parlano spesso di amore e di speranze, come è comprensibile per chi è senza una relazione stabile.
L’amore è sempre ridicolo visto da fuori? O c’è un’età a cui lo diventa? Le donne perdono il diritto a innamorarsi prima degli uomini? E ai giovani può sembrare davvero ispirato dall’amore quello che vedono scatenarsi nei bar tra maturi 40enni e ragazze di 20 che ci stanno?
Riavvolgiamo il nastro.
«Non ho l’età/Non ho l’età, per amarti/Non ho l’età, per uscire sola con te/E non avrei/Non avrei/Nulla da dirti/Perché, tu sai/Molte più cose di me…».
Nel 1964, quando questo brano vinse al Festival di Sanremo, l’amore aveva un’età. A 17 anni Gigliola Cinquetti chiedeva tempo a chi sapeva «molte più cose» di lei. I teenager di quell’epoca, pur provando i primi sussulti dell’amore, ne erano tenuti ufficialmente lontani: l’amore, una roba da adulti. Sì, ma quanto adulti? Le ragazze del ’47, come la Cinquetti, in quegli anni si sposavano intorno ai 22 anni, gli uomini intorno ai 26. Ed è solo perché la carriera la portò lontano che Gigliola si lasciò impalmare solo a 32.
La transizione dalla fase bambina a quella sociale del matrimonio, in pieno boom economico, era breve. Ma cosa succedeva dopo? Cosa ne era dei sentimenti a 40 anni, a circa 20 dal fatidico «sì»? Chiunque oggi abbia superato la quarantina ha un ricordo dei propri genitori a quell’età. L’ideale cui si tendeva era quello del benessere: l’obiettivo della coppia media era mettere su famiglia, comprare una macchina e poi una casa, fare una vacanza d’estate al mare, impostare una vita sociale in cui le coppie invitavano le coppie, le famiglie le famiglie e la domenica tutti a messa. L’amante? Un mito, come rivelano i «B movies» di quegli anni. Ma niente che rompesse lo schema familiare.
I primi divorziati, quelli degli anni ’70, malgrado la rivoluzione sessuale avesse fatto il suo corso, non andavano in giro per bar a cercare nuove avventure. Se erano donne e vivevano in un paese, e l’Italia è un Paese di paesi, difficilmente mettevano il naso fuori casa, e non avevano nemmeno il conforto di rifugiarsi in chiesa, da cui erano bandite. Chi era rimasta senza marito diventava senz’appello «zitella» e in chiesa andava per recitare il Rosario.
L’idea del diritto all’amore a tutte le età è molto più recente e passa attraverso, da una parte, la crisi profonda della famiglia, esplosa nell’ultimo ventennio, dall’altra, l’emancipazione femminile.
Le due cose vanno di pari passo: se la famiglia di disgrega ma soprattutto finisce di essere l’obiettivo principale per molte donne, sostituito dall’ideale dell’indipendenza economica, ecco allora che l’amore smette di essere legato a un ciclo vitale e a uno schema sociale. Insomma l’amore non si esprime più necessariamente attraverso il matrimonio e la famiglia. E qui comincia il difficile, perché non ci si accontenta più di un amore convenzionale, quale strumento di realizzazione sociale, ma si vuole l’amore per l’amore. Quello autentico.
«Io sono una donna, che è in cerca dell’amore, del vero amore. Ridicolo, sconveniente… che ti consuma».
Questo è il famoso monologo che Carrie Bradshaw, amata protagonista della serie Tv Sex and city recita nell’ultimo episodio per esprimere la «poetica» delle donne di 40 anni ancora sole ma non abbastanza disperate da accontentarsi di un uomo di cui non sono innamorate. Ridicolo? Da femminucce? Sentite qui.
«Un conto è la rabbia che provi a vent’anni,/ un conto è la rabbia a quaranta./ Un conto che intanto non sembra cambiare mai niente./ Sai che, ora e allora e ancora così,/ a rubare l’amore che si fa rubare…».
Qui è il rocker Ligabue di «Ora e allora» a raccontare che a 40 anni il cuore non invecchia. Ridicolo anche lui?
La nostra giovane amica della lettera distingue tra i sessi: secondo lei, le rughe delle donne sono una vergogna tale che dovrebbe spingerle a rinchiudersi in casa, come accadeva 40 anni fa, dopo un divorzio.
Di tutte le cose che questa piccola donna ha scritto, molte delle quali legate alla giovane età (chi non pensava, essendo bella e fresca, che i 40enni fossero vecchi?), questa è l’unica di cui dovremmo preoccuparci. Perché il criterio estetico è diventato così rilevante da risultare discriminatorio.
La regola non è più «solo chi è giovane, può amare», che almeno offriva a tutti pari opportunità, ma «chi è bello può amare».
I conti però non tornano neppure così, perché non saranno certo tutti belli i 40enni che abbordano con successo le ragazze nei bar. Allora cosa spinge una giovane a considerare normale che un uomo, a differenza di una donna, possa desiderare a qualsiasi età?
Perché un più che 40enne in cerca di compagnia non risulta ridicolo?
Credo che la risposta stia nella profonda insicurezza di ragazze come quella che ci ha scritto e nei loro ideali già sfioriti, forse non per loro colpa. Se quelle prospettive di diventare indipendenti, che hanno spinto noi 40enni a mettercela tutta, facendo passare il resto in second’ordine, sono sparite, forse la svolta della vita può stare davvero in un bar. Purché si faccia in fretta: 20 anni passano in un attimo.
Una delle prime coppie VIP composte da donna over 40 e toyboy, che ha poi ha lanciato una moda, si è separanta, dopo 6 anni di matrimonio: Demi Moore (48) e Ashton Kutcher (33). |
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