domenica 29 gennaio 2012
E' morto Oscar Luigi Scalfaro: ''Non ci sto!''/ video
sabato 28 gennaio 2012
Semplificazioni, ecco cosa cambia
Che cosa cambierà, in concreto, nella vita di ognuno di noi, con il varo del decreto sulle semplificazioni?
Ne discutiamo con Alessandro Barbera. In studio Marco Sodano.
Ne discutiamo con Alessandro Barbera. In studio Marco Sodano.
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venerdì 20 gennaio 2012
Scambio di coppie a Manzano, stasera party in lingerie
MANZANO. Basta con gli scomodi sedili delle macchine, parcheggiate in posti insicuri e con zero privacy. Da oggi le coppie friulane - e anche i single - più trasgressive possono cercare emozioni in un nuovo ambiente, «esclusivo e riservato», inaugurato a Manzano in Via Trieste il 5 gennaio.
Una novità che non è passata inosservata in paese e nei territori comunali limitrofi, tant’è che sul sito del Valalta club privè già si parla di successo di presenze nella sola prima settimana di apertura. Un locale ideale - si legge sempre sul sito - anche per chi non è avvezzo al «mondo meraviglioso dello scambismo». E anche dalle parti del Distretto della sedia pare che lo scambio dei partner pare sia un gioco molto più praticato di quanto si immagini.
Il club di Manzano (Valalta ha sede a Rovigno e gestisce anche campeggi per naturisti) assicura ai soci «ampi spazi, sicurezza, comfort»; è dotato di sala disco-dance e di «diversi angolini per agevolare incontri soft e sale da letto per esaudire le fantasie erotiche delle coppie più audaci e trasgressive». Le immagini del Valalta - aperto pomeriggio e notte, in alcune giornate anche la mattina - mostrano divani rossi, luci soffuse, donne mascherate in abbiglimento osè, l’immancabile palo da lapdance.
«La cortesia dei gestori e delle camerierine - promette la direzione - sapranno mettervi a vostro agio per vivere una serata veramente indimenticabile e speciale e ritagliarsi il proprio angolo di paradiso e di erotismo».
Per accedere al locale bisogna diventare soci, essere ovviamente maggiorenni e rispettare alcune regole: «Lo scambismo è un gioco di sesso sganciato dai sentimenti - si precisa nel sito -, pertanto non è il caso nè di corteggiare nè di innammorarsi». È consigliato, inoltre, un abbigliamento decoroso per l’uomo, intrigante e raffinato per la donna, comunque «mai trasandato o volgare». È richiesta anche «la massima igiene, pulizia e prevenzione nei rapporti sessuali. Riservatezza, discrezione, rispetto per la donna e buona educazione sono le premesse per stabilire un amichevole rapporto con gli altri».
Si specifica che il prezzo pagato per entrare nel club non dà diritto a prestazioni sessuali: «Si è liberi di proporre, ma anche di rifiutare in maniera cortese. E’ buona norma in ogni caso evitare atteggiamenti troppo pretenziosi».
Il club suggerisce di cercare un dialogo con le coppie «anche nel piano bar e discoteca, non solo ai piani privè al buio, di fare complimenti alle signore e di considerare il partner che le accompagna». Se si è single «non essere timidi, ma neanche troppo sfacciati: ci vuole educazione e colpo d’occhio per capire da subito se si è accettati o meno». Controproducente, infine, «seguire una coppia col fiato sul collo perché si spaventa o si infastidisce. Datele respiro, se è una coppia che gradisce i singoli ve lo farà capire e ovviamente sceglierà quello più adatto ai propri desideri».
Per chi fosse curioso, venerdì 20 gennaio c’è la serata a tema: tutti in lingerie.
il Messaggero Veneto
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mercoledì 18 gennaio 2012
Naufragio del Concordia, Schettino: "Altre 3-4 volte avevo fatto quella manovra. Ma questa volta ho ordinato la virata troppo tardi"
Concordia, tre nomi nel mirino dell'inchiesta
Schettino ammette: "Ho sbagliato la manovra"
Interrogato il comandante responsabile del drammatico naufragio all'Isola del Giglio. L'inchiesta si allarga, dirigente Costa nel mirino. Deciso il narcotest per Schettinodai nostri inviati CARLO BONINI e MARCO MENSURATI
(ansa)
Il gip Valeria Montesarchio annulla il provvedimento disposto sabato sera dalla procura di Grosseto ed emette una nuova ordinanza di custodia cautelare, ma non in carcere. È l'ultimo twist di una storia e di una inchiesta che promette di essere solo all'inizio e che a sera sorprende la procura della Repubblica. Anche perché con la sua decisione il gip (oggi depositerà le motivazioni della sua ordinanza) di fatto nega che esistessero i presupposti per arrestare quell'uomo. Che non esistessero, insomma, né il pericolo di fuga né quello di inquinamento delle prove.
"Prendiamo atto della decisione - dice il procuratore di Grosseto Francesco Verusio - Mi permetto solo di osservare che è un provvedimento che non capisco". "Non si può mandare in carcere un uomo solo perché lo vuole l'opinione pubblica", è invece la chiosa dell'avvocato difensore del comandante, Bruno Leporatti.
Ma
il punto - accusa e difesa ne sono consapevoli - è che in questa inchiesta il problema non è l'umore dell'opinione pubblica (che da questa decisione verrà divisa e disorientata) ma quello che accadrà da oggi, quando a palazzo di giustizia il procuratore e i suoi sostituti si riuniranno per decidere nuove iscrizioni al registro degli indagati, formalizzando ciò che gli atti istruttori già documentano. Che in questa storia le responsabilità del comandante Schettino non sono le uniche e che nel naufragio della Concordia rischia ora davvero di essere trascinata anche la società armatrice, la Costa Crociere.
Tre nomi nel mirino
Nelle ultime 48 ore la posizione di Roberto Ferrarini, marine operation director, il manager delle operazioni marittime e dell'unità di crisi della Costa si è complicata. Le sue telefonate (almeno tre) con Schettino nel lasso di tempo decisivo tra l'impatto con gli scogli del Giglio (21.42) e il tardivo ordine di evacuazione della nave (22.58) hanno seminato sospetti negli inquirenti. Che, all'osso, si riassumono in due domande.
Cosa si sono detti il comandante della Concordia e il suo interlocutore nella compagnia armatrice in quegli interminabili frangenti? Se Ferrarini ebbe infatti in quell'ora di tempo la percezione che Schettino non stava osservando le corrette procedure imposte da un'emergenza, perché la mattina dopo la compagnia difese pubblicamente il suo comandante? Insomma, sulla Costa si allunga l'ombra del favoreggiamento nei confronti di Schettino, di avere se non concorso quanto meno colpevolmente tollerato la sua inerzia.
La stessa accusa che la compagnia, qualora la procura dovesse convincersi a questo passo, finirebbe con il condividere con almeno altri due ufficiali presenti in plancia quella notte. Il vice di Schettino, Dimitri Christidis e Silvia Coronica (terzo ufficiale) entrambi presenti nella scialuppa su cui il comandante della Concordia, passata da poco la mezzanotte, fugge dalla nave che affonda con passeggeri ancora a bordo.
Il nuovo video che accusa
Ma c'è dell'altro che spiega perché l'inchiesta non finisce oggi e non finisce con Schettino. È un nuovo video girato dalla motovedetta della Guardia di Finanza che per prima, alle 22,35 di venerdì 13 gennaio, accosta la Concordia ormai arenata sullo zoccolo profondo 35 metri da cui non si muoverà più. Sono immagini decisive. La nave è in assetto, dritta. Dunque libera di calare le scialuppe su entrambe le murate.
È una posizione ideale per evacuare "senza neppure bagnarsi i piedi" (come dirà a verbale Giovanni Iaccarino uno degli ufficiali di coperta) i 4200 passeggeri. Ma non è, come documentano queste immagini, quel che accade. Schettino, ormai lo sappiamo, aspetta. Ma, ecco la rivelazione, getta le due ancore di prua soltanto quando ormai la nave è arenata da tempo.
È falso dunque che quella manovra sia stata, come Schettino ha ripetuto anche ieri nel suo interrogatorio di garanzia, e come la Costa ha sostenuto almeno all'inizio, la prova di un tentativo di mettere in salvo nave e passeggeri. È - di questo la procura e gli inquirenti ormai sono convinti - soltanto il tardivo tentativo di contenere gli effetti di un disastro ormai consumato.
"Ho virato tardi"
Del resto, che da venerdì notte Schettino lavori a mano libera alla versione di quanto accaduto aggiustando la sua verità alle scoperte di chi lo accusa è anche nelle parole con cui lui stesso, ieri, è tornato a ricostruire le sequenze della "manovra sconsiderata" e del naufragio. "Quello scoglio non era sulle carte nautiche", aveva detto sabato mattina, prima di essere arrestato.
Ieri la prima importante correzione. "È vero l'inchino era per il commodoro Mario Terenzio Palombo, con cui ero al telefono in quel momento. La rotta era stata decisa alla partenza da Civitavecchia ma ho sbagliato l'accosto. Navigavo a vista, perché conosco bene quei fondali e altre 3-4 volte avevo fatto quella manovra. Ma questa volta ho ordinato la virata troppo tardi. E sono finito in acqua troppo bassa. Non so perché sia successo, sono stato vittima dei miei pensieri".
Pensieri che devono continuare a distrarlo, perché il comandante - per quanto se ne sa - non sarebbe stato in grado ieri di ricordare bene il contenuto delle sue conversazioni telefoniche con Ferrarini. Anche se l'avvocato Leporatti chiosa così il passaggio dell'interrogatorio di garanzia relativo proprio alle comunicazioni tra Schettino e la società armatrice: "Ha dato le sue spiegazioni".
"Sono inciampato nella scialuppa"
Nel suo interrogatorio di garanzia, Schettino riscrive anche il canovaccio della sua presenza, insieme agli ufficiali Dimitri Christidis e Silvia Coronica, nella scialuppa che resterà "appennellata" sul fianco della Concordia per oltre un'ora. Venerdì notte aveva giurato al capitano di fregata De Falco che gli urlava di ritornare a bordo che lui dirigeva da quel guscio le operazioni di soccorso.
Ora ha cambiato idea. "I passeggeri si accalcavano sui ponti prendendo d'assalto le scialuppe. Io non avevo neanche il giubbotto salvagente perché lo avevo dato uno dei passeggeri, che cercavo di farli salire in modo ordinato sulle barche. All'improvviso, visto che la nave era inclinata di 60-70 gradi, sono inciampato e sono finito dentro una di quelle imbarcazioni. Per questo mi trovavo lì. E una volta sospeso non riuscivo a scendere in mare perché lo spazio era ostruito da altre imbarcazioni in acqua". Curiosa spiegazione. Anche per ché in quella scialuppa Schettino si porta gli altri due ufficiali. Inciampati anche loro?
Alcol o cocaina?
Qualche domanda. Schettino dice il vero oggi e mentiva quella notte? Schettino era nelle sue piene facoltà mentre effettuava l'azzardo in acque basse? Perché quella voce impastata, catatonica, quel fare attonito nel dramma della notte? Solo panico? È un fatto che ieri (anche se con inspiegabile ritardo) è stato disposto il narcotest.
Le analisi dovranno accertare la presenza di eventuali tracce di cocaina e altre sostanze stupefacenti nel sangue e nelle formazioni pilifere del comandante (al contrario dell'alcol, resistono fino a 15 giorni dall'assunzione). Schettino - raccontano fonti investigative - si è sottoposto alle analisi "con apparente tranquillità e disponibilità". "Fate pure - avrebbe detto - Non faccio uso di droghe, né avevo bevuto".
la Repubblica
Il comandante del Concordia rischia 15 anni di carcere "Risalga subito a bordo" La drammatica telefonata (AUDIO)
martedì 17 gennaio 2012
Il comandante del Concordia rischia 15 anni di carcere "Risalga subito a bordo" La drammatica telefonata (AUDIO)
lunedì 16 gennaio 2012
"Il naufragio" speciale isola del Giglio (VIDEO)
Il direttore del Tg Enrico Mentana conduce uno spazio di approfondimento e aggiornamento dedicato al naufragio della nave da crociera Costa Concordia avvenuto sulle coste dell'Isola del Giglio.
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domenica 15 gennaio 2012
Non ho l'età: il diritto all'amore è una questione di rughe? Per le ventenni sì. Ma per gli uomini non vale
Innamorarsi dopo i 40 anni
È ridicolo?
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Sono una ragazza 20enne. Non parlerò di me, ma di un’amica di mia madre. Lei è una donna di 40 anni, o forse più, con le rughe sul viso, sulle mani, ma ancora con l’illusione di potersi innamorare. Lei si potrà pure innamorare, ma guardandola, mi chiedevo se un uomo può innamorarsi ancora di una donna a quell’età. Non parliamo di Uma Thurman o Cameron Diaz, parlo di donne comuni. Forse un tempo carine, come dice mia mamma a proposito della sua amica. Io le avrei detto di non pensarci più all’amore, di non angosciarsi perché ogni cosa ha la sua età. È stata più cattiva mia madre a darle false speranze che non io a scrivere questa verità. Ah, gli scapoloni amici di mio padre… per loro è tutta un’altra storia: sono dei vitelloni con macchine e soldi… e pieni di femmine. Io quando avrò 40 anni, smetterò di indossare la minigonna. Certi adulti sono ridicoli…».
È stato come sbattere allo stipite di una porta, leggere questa lettera tra i tanti messaggi che ogni giorno arrivano al forum on line Supplemento singolo, dove molte persone, mediamente sui 40 anni, parlano spesso di amore e di speranze, come è comprensibile per chi è senza una relazione stabile.
L’amore è sempre ridicolo visto da fuori? O c’è un’età a cui lo diventa? Le donne perdono il diritto a innamorarsi prima degli uomini? E ai giovani può sembrare davvero ispirato dall’amore quello che vedono scatenarsi nei bar tra maturi 40enni e ragazze di 20 che ci stanno?
Riavvolgiamo il nastro.
«Non ho l’età/Non ho l’età, per amarti/Non ho l’età, per uscire sola con te/E non avrei/Non avrei/Nulla da dirti/Perché, tu sai/Molte più cose di me…».
Nel 1964, quando questo brano vinse al Festival di Sanremo, l’amore aveva un’età. A 17 anni Gigliola Cinquetti chiedeva tempo a chi sapeva «molte più cose» di lei. I teenager di quell’epoca, pur provando i primi sussulti dell’amore, ne erano tenuti ufficialmente lontani: l’amore, una roba da adulti. Sì, ma quanto adulti? Le ragazze del ’47, come la Cinquetti, in quegli anni si sposavano intorno ai 22 anni, gli uomini intorno ai 26. Ed è solo perché la carriera la portò lontano che Gigliola si lasciò impalmare solo a 32.
La transizione dalla fase bambina a quella sociale del matrimonio, in pieno boom economico, era breve. Ma cosa succedeva dopo? Cosa ne era dei sentimenti a 40 anni, a circa 20 dal fatidico «sì»? Chiunque oggi abbia superato la quarantina ha un ricordo dei propri genitori a quell’età. L’ideale cui si tendeva era quello del benessere: l’obiettivo della coppia media era mettere su famiglia, comprare una macchina e poi una casa, fare una vacanza d’estate al mare, impostare una vita sociale in cui le coppie invitavano le coppie, le famiglie le famiglie e la domenica tutti a messa. L’amante? Un mito, come rivelano i «B movies» di quegli anni. Ma niente che rompesse lo schema familiare.
I primi divorziati, quelli degli anni ’70, malgrado la rivoluzione sessuale avesse fatto il suo corso, non andavano in giro per bar a cercare nuove avventure. Se erano donne e vivevano in un paese, e l’Italia è un Paese di paesi, difficilmente mettevano il naso fuori casa, e non avevano nemmeno il conforto di rifugiarsi in chiesa, da cui erano bandite. Chi era rimasta senza marito diventava senz’appello «zitella» e in chiesa andava per recitare il Rosario.
L’idea del diritto all’amore a tutte le età è molto più recente e passa attraverso, da una parte, la crisi profonda della famiglia, esplosa nell’ultimo ventennio, dall’altra, l’emancipazione femminile.
Le due cose vanno di pari passo: se la famiglia di disgrega ma soprattutto finisce di essere l’obiettivo principale per molte donne, sostituito dall’ideale dell’indipendenza economica, ecco allora che l’amore smette di essere legato a un ciclo vitale e a uno schema sociale. Insomma l’amore non si esprime più necessariamente attraverso il matrimonio e la famiglia. E qui comincia il difficile, perché non ci si accontenta più di un amore convenzionale, quale strumento di realizzazione sociale, ma si vuole l’amore per l’amore. Quello autentico.
«Io sono una donna, che è in cerca dell’amore, del vero amore. Ridicolo, sconveniente… che ti consuma».
Questo è il famoso monologo che Carrie Bradshaw, amata protagonista della serie Tv Sex and city recita nell’ultimo episodio per esprimere la «poetica» delle donne di 40 anni ancora sole ma non abbastanza disperate da accontentarsi di un uomo di cui non sono innamorate. Ridicolo? Da femminucce? Sentite qui.
«Un conto è la rabbia che provi a vent’anni,/ un conto è la rabbia a quaranta./ Un conto che intanto non sembra cambiare mai niente./ Sai che, ora e allora e ancora così,/ a rubare l’amore che si fa rubare…».
Qui è il rocker Ligabue di «Ora e allora» a raccontare che a 40 anni il cuore non invecchia. Ridicolo anche lui?
La nostra giovane amica della lettera distingue tra i sessi: secondo lei, le rughe delle donne sono una vergogna tale che dovrebbe spingerle a rinchiudersi in casa, come accadeva 40 anni fa, dopo un divorzio.
Di tutte le cose che questa piccola donna ha scritto, molte delle quali legate alla giovane età (chi non pensava, essendo bella e fresca, che i 40enni fossero vecchi?), questa è l’unica di cui dovremmo preoccuparci. Perché il criterio estetico è diventato così rilevante da risultare discriminatorio.
La regola non è più «solo chi è giovane, può amare», che almeno offriva a tutti pari opportunità, ma «chi è bello può amare».
I conti però non tornano neppure così, perché non saranno certo tutti belli i 40enni che abbordano con successo le ragazze nei bar. Allora cosa spinge una giovane a considerare normale che un uomo, a differenza di una donna, possa desiderare a qualsiasi età?
Perché un più che 40enne in cerca di compagnia non risulta ridicolo?
Credo che la risposta stia nella profonda insicurezza di ragazze come quella che ci ha scritto e nei loro ideali già sfioriti, forse non per loro colpa. Se quelle prospettive di diventare indipendenti, che hanno spinto noi 40enni a mettercela tutta, facendo passare il resto in second’ordine, sono sparite, forse la svolta della vita può stare davvero in un bar. Purché si faccia in fretta: 20 anni passano in un attimo.
Una delle prime coppie VIP composte da donna over 40 e toyboy, che ha poi ha lanciato una moda, si è separanta, dopo 6 anni di matrimonio: Demi Moore (48) e Ashton Kutcher (33). |
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Trade Doubler
venerdì 13 gennaio 2012
Melany Moore, la regina dello strip tease acrobatico
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giovedì 12 gennaio 2012
Cosentino connection, la Camera nega l'arresto del parlamentare. Saviano: "Gravissimo voto omertoso",
di Claudio Pappaianni e Walter Molino
Perché il deputato Pdl Nicola Cosentino è al centro di un'indagine sui Casalesi? E cosa fa mentre il parlamento nega il suo arresto ? Ad incastrarlo, secondo lui, sono "i soliti pentiti", che lo indicano come garante politico del clan mafioso.(Servizio Pubblico del 11/01/2012)
Bossi non partecipa al voto,
il bellunese Paniz, Pdl: «Nessuna ragione per l'arresto»,
la festa in aula,
il bellunese Paniz, Pdl: «Nessuna ragione per l'arresto»,
la festa in aula,
L'aula della Camera ha respinto la richiesta di arresto nei confronti del deputato del Pdl Nicola Cosentino con 309 voti contrari e 298 favorevoli. La votazione è avvenuta a scrutinio segreto su richiesta del gruppo di Popolo e Territorio. La Giunta per le autorizzazioni aveva invece propostodi autorizzare l'arresto
Franceschini, Pd: «Radicali determinanti, altra ferita»Quella dei radicali che hanno votato contro la richiesta di arresto nei confronti di Nicola Cosentino è «un'altra ferita» anche perché «sono stati determinanti». Lo ha detto il presidente dei deputati del Pd, Dario Franceschini, parlando in Transatlantico alla Camera.
Bersani, Pd: «Ora la Lega dovrà spiegare»«Ora la Lega spiegherà. La Lega deve dare una spiegazione». Così Pierluigi Bersani, leader del Pd, ai giornalisti in Transatlantico.
Berlusconi: affronterà il processo da uomo libero
«Il parlamentare Cosentino affronterà il processo da uomo libero, come è giusto che sia. Questa è la regola prevista dalla Costituzione di un Paese civile, in cui nessuno, salvo casi eccezionali, può essere arrestato e tenuto in carcere prima di essere processato». Lo ha detto Silvio Berlusconi lasciando l'Aula di Montecitorio dopo il voto contrario all'arresto di Nicola Cosentino.
Bossi non vota, Radicali determinantiIl leader della Lega Umberto Bossi non ha partecipato al voto sull'arresto per Cosentino. In tutto, in base ai tabulati, sono stati 18 i deputati che non hanno votato (8 Pdl, 2 Pd, 2 Lega, 1 Udc). Nel voto finale è stato determinante il voto contro l'arresto dei 6 deputati radicali.
Dalla Camera no all'arresto L'aula della Camera ha bocciato, con voto a scrutinio segreto chiesto dal Pdl, la richiesta di arresto nei confronti del deputato Nicola Cosentino (Pdl) con 309 no, 298 sì. La giunta delle Autorizzazioni aveva espresso parere favorevole.
Berlusconi applude, Maroni no L'intervento del capogruppo della Lega in Giunta per le autorizzazioni, Luca Paolini, viene applaudito per due volte, nell'Aula della Camera, da tutto il Pdl, ma non dalla Lega. Ad apprezzare il discorso dell'esponente leghista è anche Silvio Berlusconi. Non apprezza invece le parole del suo collega di partito Roberto Maroni, che non applaude la termine dell'intervento. Come Maroni, rimangono freddi anche gli altri deputati della Lega, fatta eccezione soltanto per due colleghi di Paolini.
Paolini, Lega, ricorda Tortora«Non può non venire in mente il caso dell'onorevole Enzo Tortora, massacrato dalla parola dei pentiti», ha spiegato Paolini (...). Era un deputato come noi». Per lui, «a che servì quella carcerazione preventiva? Qualcuno pagò almeno in termini di carriera, chiese scusa alla famiglia?», ha insistito. «Ma non c'è bisogno di guardare il cielo», ha aggiunto. E qui cita Calogero Mannino. E poi Clemente Mastella «indagato dall'allora pm De Magistris» e della moglie il cui caso, ha ricordato con una battuta, «fece cadere il governo Prodi. Questo dimostra che non tutti i mali vengono per nuocere...». Non solo. «In quale altro paese i magistrati vanno a manifestazioni politiche e invitano a non applicare le leggi senza che vi siano conseguenze?», ha chiesto.
Tensione in aula: D'Anna a Barbato: "Mazzettaro"Mentre parla il casertano Vincenzo D'Anna (Popolo e Territorio) lo interrompe il collega campano dell'Italia del Valori Franco Barbato. D'Anna si innervosisce e gli urla: «Mazzettaro». Dai banchi dell'Idv, in replica, si levano boati di fastidio verso il deputato di Popolo e Territorio.
Arriva Berlusconi, assente BossiL'ex premier Silvio Berlusconi è arrivato in Aula alla Camera. Il Cavaliere si è seduto tra il segretario del partito Angelino Alfano e il capogruppo Fabrizio Cicchitto. Ancora assente invece il leader della Lega, Umberto Bossi. Tra i banchi della Lega è presente invece l'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni.
Dal Pd sì consapevole all'arresto«Il gruppo del Pd voterà con piena consapevolezza a favore della richiesta di arresto per Nicola Cosentino»: lo ha annunciato nell'Aula della Camera Roberto Zaccaria del Pd.
Palomba, Idv: sì all'arrestoFederico Paolmba, Idv: «Smettiamola di arrampicarci sugli specchi. Si tratterebbe ancora una volta di salvare un deputato inquisito. La Camera riaffermi propria dignità».
Samperi, Pd: «Indizi gravi e riscontrati»
Sulla posizione di Nicola Cosentino, deputato del Pdl e coordinatore del partito in Campania, susistono «indizi gravi e riscontrati», ha affermato Marilena Samperi (Pd), relatrice del parere favorevole all'arresto espresso dalla Giunta per le autorizzazioni, nel corso della sua relazione all'aula di Montecitorio. Secondo l'esponente democratica, le carte fornite dai magistrati mettono «una pietra tombale su ogni ipotesi di fumus persecutionis» e attestano che il deputato e coordinatore campano del Pdl «non può essere considerato perseguitato politico».
Noi Sud per il No all'arrestoNoi Sud voterà contro l'arresto di Nicola Cosentino: lo ha annunciato nell'Aula della Camera Arturo Iannaccone.
Paniz, Pdl: «Nessuna ragione per l'arresto»Maurizio Pani zha difeso in aula alla Camera il no alla richiesta di arresto di Nicola Cosentino. «Non c'è una sola ragione obiettiva per la quale Nicola Cosentino debba essere arrestato», ha assicurato il deputato del Pdl ex relatore del caso nella giunta per le Autorizzazioni della Camera. «Cosentino è un eterno indagato mai processato, ma l'arresto è un'altra cosa. Contro muovono una serie di elementi sul fumus persecutionis sulla cui esistenza non si può dubitare», ha proseguito. Poi si è rivolto ai colleghi. «Ricordatevi bene di quello che è successo all'onorevole Calogero Manino e all'onorevole Salvatore Margiotta», ha ammonito, «e che non ci si trovi di fronte per l'ennesima volta a un abuso della funzione carceraria come successo all'onorevole Papa: 5 mesi a fronte di un quadro probatorio per i tre quarti già smontato».
Berlusconi assente
Grande assente il presidente, Silvio Berlusconi. Il suo posto, tra il capogruppo Fabrizio Cicchitto e il segretario nazionale, Angelino Alfano, è infatti ancora vuoto.
Leghisti a Maroni: «Basta, facciamo altro partito»
«Maroni fai un altro partito». Il caso Cosentino scuote la Lega Nord nelle fondamenta. Dopo la decisione di Umberto Bossi di dare libertà di coscienza ai parlamentari in camicia verde, i militanti sul web chiedono all'ex ministro dell'interno di separare i destini della 'sua' Lega dal Carroccio del Senatur. Insomma, per la base leghista, il voto su Cosentino è un punto di non ritorno. Sulla pagina Facebook di Radio Padania, sul profilo di Roberto Maroni, sul forum dei giovani padani è un fuoco di fila. Gianluca Alpe si dichiara «infuriato» dopo aver letto le dichiarazioni di Bossi. E indica deciso un responsabile: «Mister B. anche stavolta è riuscito a fargli cambiare idea per l'ennesima volta, magari promettendo «qualcosa...».
L'abbraccio di Cicchitto a Cosentino
Seduto al proprio posto, tra i banchi Pdl, Cosentino ha ricevuto strette di mano e pacche sulle spalle soprattutto dai suoi colleghi campani - tra gli altri Amedeo Laboccetta, Giulia Cosenza, Marco Milanese - e l'abbraccio del capogruppo Fabrizio Cicchitto.
Al via esame richiesta di arresto
Nell'Aula della Camera è in corso l'esame della richiesta di arresto nei confronti di Nicola Cosentino, coordinatore del Pdl in Campania. La Giunta per le Autorizzazioni si era espressa a favore dell'arresto.
Cosentino: "Comunque vada mi dimetto da coordinatore Pdl"
Il coordinatore campano Pdl parla in tv dal salotto di Canale 5: «Se dovessi venire considerato colpevole, almeno da un giudice naturale del tribunale, non esiterò a fare un passo indietro e a scomparire dalla politica», afferma Cosentino alla «Telefonata con Maurizio Belpietro». «Un minuto dopo il voto, indipendentemente dall'esito, mi dimetterò da coordinatore regionale del Pdl in Campania».
Si sfiora la rissa a riunione Lega
Nel corso della riunione del gruppo della Camera si è sfiorato il 'contatto fisico' tra due deputati e alla fine Umberto Bossi ha ribadito il sì all'arresto - dopo la frenata di ieri sera - pur concedendo libertà di coscienza a chi si sente «garantista». Ma «la gente del Nord vuole l'arresto», avrebbe aggiunto Bossi, che in un primo momento aveva però ribadito le ragioni del no alla custodia cautelare in carcere espressa già ieri sera. In mezzo, una momento di fortissima tensione fra gli uomini del cerchio magico e i maroniani e un duro intervento di Roberto Maroni. L'incidente, fortunatamente solo sfiorato, ha visto protagonista uno dei due membri leghisti in Giunta per le autorizzazioni, Luca Paolini, oggetto di dure critiche dell'ala maroniana. Il parlamentare è quasi venuto in contatto con Gianpaolo Dozzo.
La Lega si spacca
La Lega conferma: sulla richiesta di arresto di Nicola Cosentino i deputati potranno votare secondo coscienza, come detto ieri da Umberto Bossi. Eppure, questo non significa unità all'interno del gruppo: i parlamentari, infatti, si sono riuniti al secondo piano di Montecitorio e hanno dato vita, più che a un incontro politico, a una vera bagarre, con urla e prese di posizioni veementi. Alla fine, il primo a uscire è stato Roberto Maroni, sostenitore del fronte del Fli. Dopo di lui, anche il leader, Umberto Bossi. Per entrambi, bocche cucite, ma la conferma della libertà di coscienza è arrivata dagli sguardi e dai gesti di alcuni deputati.
Bersani, Pd: «Ora la Lega dovrà spiegare»«Ora la Lega spiegherà. La Lega deve dare una spiegazione». Così Pierluigi Bersani, leader del Pd, ai giornalisti in Transatlantico.
Berlusconi: affronterà il processo da uomo libero
«Il parlamentare Cosentino affronterà il processo da uomo libero, come è giusto che sia. Questa è la regola prevista dalla Costituzione di un Paese civile, in cui nessuno, salvo casi eccezionali, può essere arrestato e tenuto in carcere prima di essere processato». Lo ha detto Silvio Berlusconi lasciando l'Aula di Montecitorio dopo il voto contrario all'arresto di Nicola Cosentino.
Bossi non vota, Radicali determinantiIl leader della Lega Umberto Bossi non ha partecipato al voto sull'arresto per Cosentino. In tutto, in base ai tabulati, sono stati 18 i deputati che non hanno votato (8 Pdl, 2 Pd, 2 Lega, 1 Udc). Nel voto finale è stato determinante il voto contro l'arresto dei 6 deputati radicali.
Dalla Camera no all'arresto L'aula della Camera ha bocciato, con voto a scrutinio segreto chiesto dal Pdl, la richiesta di arresto nei confronti del deputato Nicola Cosentino (Pdl) con 309 no, 298 sì. La giunta delle Autorizzazioni aveva espresso parere favorevole.
Berlusconi applude, Maroni no L'intervento del capogruppo della Lega in Giunta per le autorizzazioni, Luca Paolini, viene applaudito per due volte, nell'Aula della Camera, da tutto il Pdl, ma non dalla Lega. Ad apprezzare il discorso dell'esponente leghista è anche Silvio Berlusconi. Non apprezza invece le parole del suo collega di partito Roberto Maroni, che non applaude la termine dell'intervento. Come Maroni, rimangono freddi anche gli altri deputati della Lega, fatta eccezione soltanto per due colleghi di Paolini.
Paolini, Lega, ricorda Tortora«Non può non venire in mente il caso dell'onorevole Enzo Tortora, massacrato dalla parola dei pentiti», ha spiegato Paolini (...). Era un deputato come noi». Per lui, «a che servì quella carcerazione preventiva? Qualcuno pagò almeno in termini di carriera, chiese scusa alla famiglia?», ha insistito. «Ma non c'è bisogno di guardare il cielo», ha aggiunto. E qui cita Calogero Mannino. E poi Clemente Mastella «indagato dall'allora pm De Magistris» e della moglie il cui caso, ha ricordato con una battuta, «fece cadere il governo Prodi. Questo dimostra che non tutti i mali vengono per nuocere...». Non solo. «In quale altro paese i magistrati vanno a manifestazioni politiche e invitano a non applicare le leggi senza che vi siano conseguenze?», ha chiesto.
Tensione in aula: D'Anna a Barbato: "Mazzettaro"Mentre parla il casertano Vincenzo D'Anna (Popolo e Territorio) lo interrompe il collega campano dell'Italia del Valori Franco Barbato. D'Anna si innervosisce e gli urla: «Mazzettaro». Dai banchi dell'Idv, in replica, si levano boati di fastidio verso il deputato di Popolo e Territorio.
Arriva Berlusconi, assente BossiL'ex premier Silvio Berlusconi è arrivato in Aula alla Camera. Il Cavaliere si è seduto tra il segretario del partito Angelino Alfano e il capogruppo Fabrizio Cicchitto. Ancora assente invece il leader della Lega, Umberto Bossi. Tra i banchi della Lega è presente invece l'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni.
Dal Pd sì consapevole all'arresto«Il gruppo del Pd voterà con piena consapevolezza a favore della richiesta di arresto per Nicola Cosentino»: lo ha annunciato nell'Aula della Camera Roberto Zaccaria del Pd.
Palomba, Idv: sì all'arrestoFederico Paolmba, Idv: «Smettiamola di arrampicarci sugli specchi. Si tratterebbe ancora una volta di salvare un deputato inquisito. La Camera riaffermi propria dignità».
Samperi, Pd: «Indizi gravi e riscontrati»
Sulla posizione di Nicola Cosentino, deputato del Pdl e coordinatore del partito in Campania, susistono «indizi gravi e riscontrati», ha affermato Marilena Samperi (Pd), relatrice del parere favorevole all'arresto espresso dalla Giunta per le autorizzazioni, nel corso della sua relazione all'aula di Montecitorio. Secondo l'esponente democratica, le carte fornite dai magistrati mettono «una pietra tombale su ogni ipotesi di fumus persecutionis» e attestano che il deputato e coordinatore campano del Pdl «non può essere considerato perseguitato politico».
Noi Sud per il No all'arrestoNoi Sud voterà contro l'arresto di Nicola Cosentino: lo ha annunciato nell'Aula della Camera Arturo Iannaccone.
Paniz, Pdl: «Nessuna ragione per l'arresto»Maurizio Pani zha difeso in aula alla Camera il no alla richiesta di arresto di Nicola Cosentino. «Non c'è una sola ragione obiettiva per la quale Nicola Cosentino debba essere arrestato», ha assicurato il deputato del Pdl ex relatore del caso nella giunta per le Autorizzazioni della Camera. «Cosentino è un eterno indagato mai processato, ma l'arresto è un'altra cosa. Contro muovono una serie di elementi sul fumus persecutionis sulla cui esistenza non si può dubitare», ha proseguito. Poi si è rivolto ai colleghi. «Ricordatevi bene di quello che è successo all'onorevole Calogero Manino e all'onorevole Salvatore Margiotta», ha ammonito, «e che non ci si trovi di fronte per l'ennesima volta a un abuso della funzione carceraria come successo all'onorevole Papa: 5 mesi a fronte di un quadro probatorio per i tre quarti già smontato».
Berlusconi assente
Grande assente il presidente, Silvio Berlusconi. Il suo posto, tra il capogruppo Fabrizio Cicchitto e il segretario nazionale, Angelino Alfano, è infatti ancora vuoto.
Leghisti a Maroni: «Basta, facciamo altro partito»
«Maroni fai un altro partito». Il caso Cosentino scuote la Lega Nord nelle fondamenta. Dopo la decisione di Umberto Bossi di dare libertà di coscienza ai parlamentari in camicia verde, i militanti sul web chiedono all'ex ministro dell'interno di separare i destini della 'sua' Lega dal Carroccio del Senatur. Insomma, per la base leghista, il voto su Cosentino è un punto di non ritorno. Sulla pagina Facebook di Radio Padania, sul profilo di Roberto Maroni, sul forum dei giovani padani è un fuoco di fila. Gianluca Alpe si dichiara «infuriato» dopo aver letto le dichiarazioni di Bossi. E indica deciso un responsabile: «Mister B. anche stavolta è riuscito a fargli cambiare idea per l'ennesima volta, magari promettendo «qualcosa...».
L'abbraccio di Cicchitto a Cosentino
Seduto al proprio posto, tra i banchi Pdl, Cosentino ha ricevuto strette di mano e pacche sulle spalle soprattutto dai suoi colleghi campani - tra gli altri Amedeo Laboccetta, Giulia Cosenza, Marco Milanese - e l'abbraccio del capogruppo Fabrizio Cicchitto.
Al via esame richiesta di arresto
Nell'Aula della Camera è in corso l'esame della richiesta di arresto nei confronti di Nicola Cosentino, coordinatore del Pdl in Campania. La Giunta per le Autorizzazioni si era espressa a favore dell'arresto.
Cosentino: "Comunque vada mi dimetto da coordinatore Pdl"
Il coordinatore campano Pdl parla in tv dal salotto di Canale 5: «Se dovessi venire considerato colpevole, almeno da un giudice naturale del tribunale, non esiterò a fare un passo indietro e a scomparire dalla politica», afferma Cosentino alla «Telefonata con Maurizio Belpietro». «Un minuto dopo il voto, indipendentemente dall'esito, mi dimetterò da coordinatore regionale del Pdl in Campania».
Si sfiora la rissa a riunione Lega
Nel corso della riunione del gruppo della Camera si è sfiorato il 'contatto fisico' tra due deputati e alla fine Umberto Bossi ha ribadito il sì all'arresto - dopo la frenata di ieri sera - pur concedendo libertà di coscienza a chi si sente «garantista». Ma «la gente del Nord vuole l'arresto», avrebbe aggiunto Bossi, che in un primo momento aveva però ribadito le ragioni del no alla custodia cautelare in carcere espressa già ieri sera. In mezzo, una momento di fortissima tensione fra gli uomini del cerchio magico e i maroniani e un duro intervento di Roberto Maroni. L'incidente, fortunatamente solo sfiorato, ha visto protagonista uno dei due membri leghisti in Giunta per le autorizzazioni, Luca Paolini, oggetto di dure critiche dell'ala maroniana. Il parlamentare è quasi venuto in contatto con Gianpaolo Dozzo.
La Lega si spacca
La Lega conferma: sulla richiesta di arresto di Nicola Cosentino i deputati potranno votare secondo coscienza, come detto ieri da Umberto Bossi. Eppure, questo non significa unità all'interno del gruppo: i parlamentari, infatti, si sono riuniti al secondo piano di Montecitorio e hanno dato vita, più che a un incontro politico, a una vera bagarre, con urla e prese di posizioni veementi. Alla fine, il primo a uscire è stato Roberto Maroni, sostenitore del fronte del Fli. Dopo di lui, anche il leader, Umberto Bossi. Per entrambi, bocche cucite, ma la conferma della libertà di coscienza è arrivata dagli sguardi e dai gesti di alcuni deputati.
Scarica i documenti che richiedono l'arresto del coordinatore campano del Pdl
Richiesta di arresto di Nicola Cosentino (prima parte)
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Richiesta di arresto di Nicola Cosentino (seconda parte)
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