sabato 30 luglio 2011

Repubblica piange Giuseppe D'Avanzo



Il suo coraggio, dalla mafia alle 10 domande 

Il giornalista di Repubblica è morto improvvisamente oggi. Era nato a Napoli nel 1953. Ha scritto alcune delle pagine più importanti nella storia del nostro giornale e delle inchieste in Italia sui lati oscuri e inquinati del potere. Sue tra le altre le campagne sul Nigergate, su Abu Omar, sugli scandali legati ai casi di Noemi e Ruby
Il vostro ricordo
ROMA - E' morto improvvisamente, oggi, Giuseppe D'Avanzo. Nato a Napoli nel 1953, era una delle firme principali di Repubblica. Le sue inchieste hanno fatto la storia del quotidiano. Dal Nigergate alla vicenda Abu Omar, dal caso delle escort legate a Giampaolo Tarantini1 fino alle dieci domande poste al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi 2, dalle pagine di Repubblica, per chiedere conto dei suoi rapporti con Noemi Letizia, al caso Ruby 3. Aveva scritto Il mercato della paura. La guerra al terrorismo islamico nel grande inganno italiano e Il Capo dei capi. Vita e carriera criminale di Totò Riina.

LO SPECIALE: LE SUE INCHIESTE 4

LE DIECI DOMANDE: LO SPECIALE MULTIMEDIALE 5

Fu proprio dall'inchiesta pubblicata su Repubblica nel 2005 che prese nome la vicenda del cosiddetto Nigergate. Ovvero la vicenda secondo lui l'allora Sismi - il servizio d'intelligence militare italiano - avrebbe consegnato alla Cia falsi documenti che avrebbero dovuto provare l'importazione di uranio dal Niger da parte dell'Iraq di Saddam Hussein. Secondo la ricostruzione dell'inchiesta, il materiale sarebbe stato usato dall'allora presidente degli Stati Uniti George W. Bush per provare che il dittatore iracheno stava cercando di procurarsi armamenti nucleari, e giustificare così l'avvio della prima guerra del Golfo 6. All'epoca, il presidente del Consiglio era Silvio Berlusconi. Il 31 ottobre del 2005 incontrò il capo della Casa Bianca a Washington, e riferì che Bush aveva negato di aver ricevuto alcuna informazione da Roma.

Un'altra vicenda alla quale D'Avanzo dedicò molto del suo impegno e della sua ostinazione è quella delrapimento e trasferimento in Egitto dell'imam di Milano Hassan Mustafa Osama Nasr 7, estremista islamico e fiancheggiatore del terrorismo, sequestrato da agenti della Cia nel capoluogo lombardo il 17 febbraio del 2003. L'operazione fermò di fatto le indagini che la Procura di Milano stava conducendo riguardo ai legami dell'imam con organizzazioni fondamentaliste islamiche. Un episodio che D'Avanzo collegò con insistenza a un'attività clandestina della Cia in Italia ma anche a un'operazione congiunta degli Stati Uniti con gli 007 italiani del Sismi. Il proseguio dell'inchiesta fece emergere la possibilità che la rilevazione satellitare delle utenze di telefonia mobile del commando che sequestrò Abu Omar indicasse che, sul ouogo del rapimento, vi fossero anche, appunto, degli agenti italiani. Una strada che portò all'individuazione di una sinergia fra Sismi e esperti informatici della Telecom, creata per depistare le indagini svolte fino a quel momento e tenere sotto controllo alcuni personaggi pubblici italiani.

Più recente l'idea delle "dieci domande" 8. Che D'Avanzo decise di porre a Silvio Berlusconi, dalle pagine diRepubblica, per chiedere conto dei suoi legami con la giovane Noemi Letizia, quando il quotidiano pubblicò la notizia della partecipazione del presidente del Consiglio alla festa per il 18esimo compleanno della ragazza di Casoria, il 26 aprile del 2009. Le dieci domande vennero pubblicate il mese dopo, a maggio, in uno speciale multimediale su Repubblica.it, nel quale D'Avanzo esponeva le numerose incongruenze legate alle spiegazioni che il premier aveva dato riguardo ai suoi rapporti con la ragazza e con la sua famiglia. Incoerenze che, appunto, il giornalista sintetizzò in una serie di interrogativi a lungo ignorati da Berlusconi e ai quali, poi, rispose indirettamente nel corso della presentazione di un libro di Bruno Vespa.
Giuseppe D'Avanzo
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