martedì 10 aprile 2012

"Ladroni a casa nostra". Bossi jr. lascia: "Caccia alle streghe" Maroni: "Non basta, avanti con la pulizia". Soldi al Trota, il suo autista ha filmato tutto/ video

L'autista di Renzo: ''Così facevo da bancomat al Trota''

Alessandro Marmello era l'autista e il bodyguard del figlio del Senatur. Con una telecamera nascosta ha documentato il passaggio di soldi tra lui e il Trota: "Erano soldi del partito, e lui li utilizzava per pagarsi la sua benzina"


Maroni: "Pulizia? Ancora non basta"

In provincia saltano le teste dei bossiani



Lombardia, Renzo Bossi si è dimesso.
Maroni: “Primo atto delle pulizie”
L'ex ministro su Facebook commenta così il passo indietro del figlio
del Senatùr. E nel frattempo la Procura di Milano acquisisce il video
girato dall'autista dell'ex consigliere regionale in cui si vede il Trota
ricevere soldi che proverrebbero dai rimborsi elettorali del Carroccio
Renzo Bossi si è dimesso questa mattina da consigliere della Regione Lombardia dove ha incontrato Stefano Galli, capogruppo del Carroccio al Pirellone. Il passo indietro, annunciato dal Trota a TgCom24, era stato chiesto nelle ultime ore da militanti ed esponenti leghisti con insistenza. “Non sono indagato – ha spiegato il consigliere– ma credo che sia giusto e opportuno per il mio movimento fare un passo indietro”.

Renzo Bossi, prima di ufficializzare le dimissioni questa mattina ha aggiunto: “Senza che nessuno me l’ha chiesto faccio un passo indietro in questo momento di difficoltà, do l’esempio – ha detto – Sono sereno, so cosa ho fatto e soprattutto cosa non ho fatto e non sono indagato. In consiglio regionale negli ultimi mesi ci sono stati avvenimenti che hanno visto indagate alcune persone. Io non sono indagato, ma credo sia giusto e opportuno fare un passo indietro per il movimento”.

Le dimissioni di Renzo Bossi sono “primo atto delle pulizie di primavera, ma non basta di certo. Adesso avanti tutta!”, ha scritto sul suo profilo Facebook Roberto Maroni, postando la vignetta di Giannelli sul Corriere della Sera di oggi dedicata proprio al passo indietro del figlio del Senatur.

E al passo indietro del Trota si aggiungono le pressioni della base su Rosy Mauro su cui è intervenuto questa mattina l’assessore al territorio e urbanistica della Lombardia, Daniele BelottiTgcom24. Che rispolvera l’antimeridionalismo leghista per attaccare la leader del Sindacato padano. “Chi si è comportato così non merita di stare nel movimento. Se qualcuno si è approfittato della sensibilità e dall’impegno dei militanti come pare abbia fatto la vice presidente del Senato pugliese – e sottolineo pugliese – della Lega è bene che si dimetta. Stasera sarà una prova d’affetto”. E ha attaccato il cerchio magico, responsabile di avere “raggirato” Umberto Bossi e di avere creato “una cortina attorno al leader, un filtro non per il bene del partito, ma per interessi propri”.

Sulle dimissioni di Renzo Bossi l’assessore aggiunge invece: “Noi abbiamo buttato fuori del movimento gente che ha intascato 50 euro alle feste. A Renzo devo dare atto di aver fatto un passo importante e non facile perché il cognome pesante che porta. Ha fatto un atto di responsabilità e d’affetto verso al movimento. Non è così facile trovare consiglieri regionali che si dimettono dalla carica senza essere indagati. Finora si sono viste dimissioni di ruolo, ma non di stipendio. Cristiano Di Pietro ad esempio, una volta indagato, si era sospeso dal partito ma non dalla carica”.

Intanto è tornato a parlare Alessandro Marmello, autista del Trota nonché autore dei quattro video pubblicati dal settimanale Oggi e che denunciano il comportamento di Renzo Bozzi. “Perchè non ho denunciato prima? Tutte le volte che cercavo di sollevare il problema mi rispondevano che dovevo stare zitto. Pagavano e basta, a volte anche senza pezze giustificative” ha spiegato l’autista al sito di Panorama, aggiungendo che “ho girato questi video per cautelarmi: avevo paura di finire io nel tritacarne. Ho anche provato a parlare con Renzo ma dovevo stare zitto: lui mi schiacciava psicologicamente”. Nel frattempo, la Procura di Milano ha acquisito il video girato da Marmello con il telefonino in cui si vede Renzo Bossi ricevere soldi. Denaro che, stando a quanto raccontato dallo stesso autista, proverrebbe dai rimborsi elettorali della Lega. Il video è stato recuperato dagli investigatori nella sede di Rcs.

E sempre in procura, in queste ore si starebbero esaminando anche le posizioni di altre persone per una eventuale iscrizione nel registro degli indagati nell’inchiesta con al centro l’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito, accusato di appropriazione indebita e truffa ai danni dello Stato per la sottrazione di fondi pubblici dalle casse del partito.  Già questa mattina, i titolari dell’inchiesta si sono incontrati per valutare i primi riscontri sulle posizioni di coloro che avrebbero utilizzato per spese personali i soldi del Carroccio. Inoltre gli inquirenti e gli investigatori stanno cercando di capire se ci fossero o meno fondi neri nelle casse del movimento, come risulta al momento solo dalle intercettazioni.

Inoltre, da quel che è filtrato, nella cartella Family sequestrata in un ufficio distaccato della Lega a Roma ci sarebbero sia copia ma anche originali delle spese personali a favore di Umberto Bossi, dei familiari e delle altre persone citate nelle conversazioni intercettate. Infine, da quanto si è saputo, il procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati avrebbe disposto di non fare più interrogatori al terzo piano del palazzo di giustizia ma in un luogo più ‘riservato’ e non sotto i riflettori della stampa.

il Fatto Quotidiano


Bossi jr. lascia: "Caccia alle streghe" vd 
Maroni: "Non basta
, avanti con la pulizia"

Soldi al Trota, il suo autista ha filmato tutto
Videoblob Le uscite di Renzo 

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Il prato di Pontida con la scritte modificata e dedicata alla Lega (Foto by MAGNI PAOLO) 

È ricomparsa la scritta «Ladroni a casa nostra» sul prato di Pontida, tradizionale luogo di ritrovo dei raduni della Lega Nord. Ignoti hanno cancellato la lettera «P» della frase «Padroni a casa nostra» che da tempo campeggia su un muro che delimita il prato, sostituendola con la lettera «L». La stessa cosa era successa lo scorso mese dopo le vicende giudiziarie che avevano coinvolto Davide Boni. Correzione che i rappresentanti del Carroccio si erano affrettati a ripulire. Anche in questo caso, nella tarda mattinata di lunedì 9 aprile la «scritta è stata modificata nuovamente con l'originaria lettera «P».

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